Unico paese al mondo dove l’eutanasia senza alcun limite di età è stata riconosciuta dalla legge (nel 2014, anche se in Olanda è praticabile dai 12 anni in su), il Belgio vede crescere di anno in anno fino al 13% i casi di “dolce morte” Dai 2028 casi nel 2016, si è passati ai 2309 nel 2017, ma soprattutto recentemente ci sono stati i casi di tre bambini minorenni che ne hanno fatto uso, per la prima volta. Non ci sono molte informazioni al riguardo, ma si ritiene fossero malati di tumore. La legge per i minori prevede il consenso dei genitori e dei medici curanti e quello di uno psicologo che garantisca che il bambino sia cosciente della scelta che sta facendo, ma come ha detto la Pontificia Accademia per la Vita, “si fa appello ai diritti dei minori per casi come questi, ma nessun bambino è in grado di capire e prendere una decisione del genere. Invece quello che succede è che a decidere per l’eutanasia sono sempre i genitori e i medici, per eliminarli perché diventati oneri eccessivi per la famiglia e per il resto della società”.



LA “DOLCE MORTE” IN CRESCITA

Secondo quanto riporta Catholic News Agency, la maggior parte delle persone che usa l’eutanasia è di età compresa fra i 60 e gli 89 anni a causa di malattie multiple. Le ragioni per cui si chiede l’eutanasia sono spesso ridicole: tra il 2016 e il 2017 710 persone l’hanno chiesta a causa di perdita della vista o incontinenza, 77 persone hanno chiesto di morire perché soffrivano di problemi mentali, come la depressione. Tornando al caso dei tre bambini, il co-presidente dell’associazione Living and Dying Well, Lord Carlile, ha detto come “nessun genitore e nessuna autorità pubblica deve avere il potere di uccidere un minore, chiunque egli sia”.

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