Alla fine la Cassazione dà ragione al compositore Claudio Abbado anche se questo è scomparso nel 2014. Nel 1976 l’uomo si era visto recapitare un avviso di accertamento di rettifica del reddito per ben 77 milioni di lire dall’Agenzia delle Entrate. Questi presumevano che l’uomo avesse dichiarato molto meno di quanto in realtà guadagnava. Si tratta però di una vittoria postuma per il grande direttore d’orchestra che quando ha perso la vita non sapeva come sarebbero andate a finire le cose. La questione è stata davvero molto complessa con una colpa presunta e il decano dei tributaristi Viktor Uckmar a seguirlo ma anche lui morto di recente e non in grado di aver la soddisfazione di vedere come poi si erano evolute le cose. Aveva impugnato lui gli atti per cercare di aiutare Claudio Abbado.
UNA CAUSA LUNGA 40 ANNI
La questione legata al compositore Claudio Abbado è sicuramente stata molto complicata con la Cassazione che ha dato ragione a questi contro il Fisco. Già nel 2011, tre anni prima che l’artista morisse, la Commissione tributaria centrale della Lombardia aveva confermato invece che il reddito presunto fosse stato correttamente determinato dal Fisco. La Cassazione poi alla fine ha accolto quello che era stato il ricorso della difesa di Abbado che era rappresentato dall’ormai scomparso Viktor Uckamr. La Suprema Corte ha sottolineato che nell’accertamento presuntivo del reddito la notorietà del maestro era una circostanza abbastanza generica e astratta. Sono stati diversi i commenti giunti dopo la notizia già in giornata, vedremo se poi si pronunceranno anche i suoi eredi.