Il Consiglio dei ministri ha sciolto il Comune di Vittoria per mafia, su proposta del ministro dell’Interno. Il provvedimento è legato alle inchieste sulle infiltrazioni dei clan nei più importanti settori produttivi della città. Dopo il decreto di scioglimento, contro cui sindaco e consiglieri possono fare ricorso, commissari verranno inviati per gestire la città per un periodo di almeno un anno e mezzo con la possibilità di proroga. Decade dalla carica il sindaco Giovanni Moscato. L’inchiesta da cui scaturisce il provvedimento è quella denominata “Exit Poll” su un presunto scambio politico-mafioso riguardante le elezioni amministrative del giugno del 2016 che coinvolse diversi candidati a sindaco prima del ballottaggio e che portò all’arresto, poi annullato dal Tribunale del Riesame, dell’ex sindaco Giuseppe Nicosia e di suo fratello Fabio, che all’epoca dei fatti era consigliere comunale del Pd. A chiusura dell’indagine l’ex sindaco e l’attuale sindaco sono accusati di corruzione elettorale, mentre l’accusa di scambio politico-mafioso riguarda l’ex consigliere comunale.



MAFIA, SCIOLTO IL COMUNE DI VITTORIA: SÌ DEL CDM

«Dedico lo scioglimento per mafia del comune di Vittoria a Paolo Borrometi. Giornalista che con le sue inchieste ogni giorno combatte la mafia. Questo è il giornalismo che ci piace e di cui c’è bisogno». Così il vicepremier Luigi Di Maio commenta la decisione di sciogliere per mafia il comune siciliano, su cui è arrivato oggi il via libera del governo. «Commentare lo scioglimento di un comune siciliano per mafia è sempre triste, lo è infinitamente di più se il comune sciolto per mafia è l’ennesimo in Sicilia. Negli ultimi tre anni ne sono stati sciolti una decina nell’isola e questo è un segnale veramente inquietante», il commento invece del deputato M5s e vicepresidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri. Per quest’ultimo la vicenda conferma la bontà della loro richiesta di intervento dell’Osce durante la campagna elettorale delle regionali. «Questo è un Comune con un’amministrazione che ha padrini politici nel governo Musumeci», prosegue Cancelleri, aggiungendo che «i cittadini vittoriesi nel giugno del 2016 sono stati costretti a votare in un contesto assurdo, con entrambi i candidati al ballottaggio destinatari di avvisi di garanzia».

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