Che qualcosa sia cambiato nella gestione dei migranti nel mar Mediterraneo lo si era già capito, ma ora vi è anche la conferma dei protagonisti dei salvataggi nelle acque a ridosso dell’Italia. Un inviato del Corriere della Sera è infatti salito a bordo della fregata Virginio Fasan, nave che opera dinanzi alla Libia dalla metà dell’anno 2015, impegnata nell’operazione Mare Nostrum. «Nel nostro ultimo mese di pattugliamenti ininterrotti – spiega Sebastiano Rossitto, il comandante del natante – non abbiamo mai incontrato alcun naviglio di migranti e neppure i battelli delle organizzazioni non governative internazionali». Il capitano di corvetta, Massimo Nava, spiega che l’anno scorso, in una sola giornata, capitava anche di incontrare 15 barche con 3.000 migranti.



IL GRANDE LAVORO SVOLTO DALLA LIBIA

Il merito è in particolare della Libia, che grazie al patto con l’Italia e agli incentivi ricevuti (a breve riceverà altre 12 motovedette), ha attuato un sistema efficiente per bloccare sul nascere la tratta dei migranti, intercettando le imbarcazioni prima che escano dalle 12 miglia delle loro acque territoriali. «Per ora l’emergenza appare finita, terminata – conferma Rossitto – i loro sistemi d’intervento sono strutturati, possono mantenere due o tre imbarcazioni sempre pronte in acqua e si dimostrano in grado di bloccare gli scafisti con i migranti».

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