A determinare la morte di Hady Zaitouni, il cittadino marocchino di 43 anni rimasto ucciso ad Aprilia dopo un inseguimento su via Guardapasso, potrebbe essere stato un pugno sferrato da uno dei due residenti indiziati di aver organizzato una ronda nella zona. A fare luce sulla dinamica che ha portato alla morte del nordafricano sarà in ogni caso l’autopsia, eseguita proprio in queste ore ma, come riportato da Il Corriere della Sera, per il momento  è stato escluso il movente razziale e si ipotizza la pista dell’omicidio preterintenzionale. Da quel che si evince, infatti, Zaitouni potrebbe essere stato raggiunto da un pugno che ne avrebbe determinato la caduta e un violento urto della testa per terra tale da causarne il decesso. Nel frattempo la comunità della periferia di Aprilia si divide tra chi allontana l’ipotesi di un “problema sicurezza” nella zona e chi giustifica l’atteggiamento degli inseguitori indagati. (agg. di Dario D’Angelo)



RESTA VIVA L’IPOTESI DELLE RONDE

I due uomini accusati di aver inseguito e poi pestato la notte tra sabato e domenica nel nord della provincia di Latina sono disperati. Come riportato da La Repubblica gli inseguitori, i due incensurati di 46 e 43 anni che avrebbero colpito Hady Zaitouni, 43enne marocchino domiciliato ad Aprilia e noto alle forze dell’ordine per qualche furtarello, ai carabinieri che sono risaliti fino a loro anche grazie alle telecamere di videosorveglianza hanno confidato tra le lacrime:”Lì era un casino, ci siamo rovinati”, pur senza ammettere di aver picchiato il nordafricano. Nel frattempo resta viva l’ipotesi che il gruppo di italiani stesse eseguendo una ronda nella zona. Il colonnello Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dell’Arma, al proposito ha dichiarato:”Non lo escludo, non abbiamo però ancora elementi per poterlo affermare, e se così fosse ne sarei stupito”. (agg. di Dario D’Angelo)



“NON ABBIAMO PICCHIATO NESSUNO”

Nuovi aggiornamenti sulla tragica vicenda di Aprilia, dove un uomo di origine marocchina è stato ucciso da due italiani. Scambiato per un ladro, il quarantatreenne è stato inseguito e aggredito dai due indagati, fino alla morte. I carabinieri di Latina, per voce del comandante Gabriele Vitagliano, escludono che il marocchino sia stato ucciso in seguito a una aggressione violenta: nessun pestaggio prolungato come sottolinea Il Messaggero. “Non abbiamo picchiato nessuno, non c’è stato alcun pestaggio, tantomeno a sfondo razziale”, le parole delle due persone accusate per la morte dell’uomo. I due, M. R. e G.T., hanno inoltre negato l’esistenza di ronde di cittadini come ipotizzato in un primo momento e hanno evidenziato che il marocchino voleva investirli. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DUE DEI TRE DENUNCIATI RIPRESI DALLE TELECAMERE

L’aggressione di un uomo di nazionalità marocchina ad Aprila, culminata con la morte dell’uomo e il polverone di polemiche che sta investendo la politica anche a livello nazionale, continua a far discutere mentre intanto arrivano le prime dichiarazioni da parte di alcuni di coloro che sono stati denunciati per l’omicidio e dello stesso primo cittadino della città in provincia di Latina, che ha parlato di comunità straniere bene integrate e smentito che il centro sia una sorta di far west come raccontato in alcuni resoconti giornalistici. Intanto, il legale di uno degli uomini che avrebe partecipato all’aggressione avvenuta nella notte tra sabato e domenica scorsi ha spiegato che il suo assistito è “sconvolto ma tranquillo per come si sono svolti i fatti”, senza però accennare minimamente a un possibile coinvolgimento e anzi spiegando che l’uomo sarebbe arrivato sul luogo del delitto quando il marocchino di 43 anni era già a terra e comunque “sempre in contatto coi carabinieri”. Intanto, grazie alla telecamera di sorveglianza sistemata in un bar della zona, sono stati ripresi proprio due dei tre uomini indagati per il crimine, con tanto di Renault Megane dell’immigrato e pure una pistola che spunterebbe dal pantalone di una guardia giurata. (agg. di R. G. Flore)

IL SINDACO, “NO A FAR WEST”

Il sindaco di Aprilia, Antonio Terra, è intervenuto per commentare la vicenda accaduta nelle scorse ore nella sua cittadina, la morte in circostanze sospette di un 43enne marocchino, dopo essere stato inseguito in auto da due “vigilantes” italiani. «Se dovesse essere confermato quanto emerso dalle prime ricostruzioni, sarebbe un fatto gravissimo – le parole del primo cittadino riportate dai colleghi dell’edizione online di SkyTg24 – i cittadini devono limitarsi a denunciare i reati, non devono farsi giustizia da soli». Per l’episodio in questione, due italiani incensurati sono stati denunciati per omicidio preterintenzionale, ovvero, quando si uccide qualcuno senza però avere l’intento di farlo: «La giustizia privata – ha proseguito il sindaco – il Far West non porta da nessuna parte». Terra ci tiene a sottolineare come ad Aprilia vi siano circa 10mila cittadini stranieri, la maggior parte dei quali sono perfettamente integrati con il resto della comunità «In gran parte sono rumeni, la comunità nordafricana è invece piccola. Gli indiani sono circa 1.800. Molti lavorano nelle campagne. Ad Aprilia c’è un buon livello di integrazione, i bambini frequentano le scuole e solo l’altro giorno avevamo organizzato nel parco principale della città il Festival del cous cous». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA LEGA SI DISSOCIA

Con un comunicato ufficiale il coordinatore provinciale di Noi con Salvini, lista collegata alla Lega, di Latina, si dissocia da quanto successo ad Aprilia e dalle cosiddette ronde. Il sospetto infatti rispetto all’episodio in cui un marocchino è rimasto ucciso dopo un inseguimento perché sospettato di essere un ladro, è che in quella zona fossero state organizzate ronde di “vigilantes” per via di precedenti furti. “I cittadini che si organizzano da soli non sono autorizzati dalla Lega, né appartengono alla Lega”, ha detto il coordinatore Matteo Adinolfi. Intervistato dal sito Tpi, Adinolfi ha aggiunto che “Ad Aprilia le passeggiate della legalità organizzate dalla Lega non erano state ancora nemmeno ipotizzate, quella di questi due uomini era un’iniziativa del tutto privata e non autorizzata”, aggiungendo che in tutti i comuni e nel capoluogo le passeggiate della legalità sono invece autorizzate dal partito e dalla questura (Agg. Paolo Vites)

LE RONDE DELLA LEGALITA’

Sta facendo il giro del web la notizia del 43enne marocchino morto in circostanze sospette ad Aprilia, forse perché picchiato da due vigilantes. Sono ancora moltissimi gli aspetti da chiarire, a cominciare dal come lo stesso sia morto; si sa solo che tre cittadini del paese in provincia di Latina hanno individuato l’auto su cui viaggiava il magrebino, per poi inseguirla fino a che la stessa non è andata a sbattere contro un muretto. Difficile poi capire cosa sia successo dopo, anche perché non vi sono testimoni, fatto sta che vi è la forte sensazione che si sia trattato di un caso di giustizia “fai da te”. I cittadini non credono più nella giustizia, nelle istituzioni, sono convinti che bisogna agire per tamponare la falla dello stato, e di conseguenza intervengono senza troppi rimorsi. Un’escalation di episodi preoccupanti, in particolare nei confronti degli stranieri, si sta verificando in questi ultime settimane: siamo sicuri che questa sia la strada giusta da percorrere per risolvere il problema? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MOLTI PUNTI DA CHIARIRE

Vigilantes scatenati: è bastato l’arrivo, verso le due di notte, di una Renault Megane con targa straniera in una strada chiusa che gli abitanti dei palazzi circostanti si sono insospettiti. Qualcuno scende anche per strada e la macchina, sgommando, fugge via. Secondo alcune versioni in zona era stata organizzata una ronda notturna perché in passato c’erano stati dei furti. Parte l’inseguimento alla Renault che dura circa cinque minuti poi l’auto dei fuggitivi, su cui ci sono alcuni marocchini, sbanda e si schianta. Il conducente scappa e l’altro passeggero esce barcollando e viene aggredito e picchiato. Sulla vettura saranno poi trovati attrezzi da scasso. E’ da stabilire se il marocchino sia morto per le conseguenze dell’uscita di strada o per le botte, intanto i due italiani che si erano dati all’inseguimento sono stati denunciati per omicidio preterintenzionale (Agg. Paolo Vites)

RONDA DI VIGILANTES

Sono ancora diversi gli aspetti da chiarire in merito alla vicenda del marocchino morto nella notte fra sabato e domenica ad Aprilia, in provincia di Latina. Prima di tutto, l’autopsia (in programma oggi), chiarirà con certezza quali siano le cause che hanno provocato la morte dello stesso 43enn: l’incidente avvenuto in auto, o il successivo pestaggio dei due indagati? Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, pare che i due uomini accusati di omicidio preterintenzionale, stavano partecipando ad una “passeggiata per la legalità”, un servizio di guardia cittadino, quando hanno appunto individuato l’auto su cui viaggiava il marocchino poi morto, e un’altra persona. Dopo un breve inseguimento, durante il quale l’auto non sarebbe stata speronata, il mezzo è finito fuori strada: l’autista è scappato nei campi, mentre il passeggero è sceso a terra ferito, per poi essere raggiunto dai due italiani. I due lo hanno picchiato (non è chiaro però se abbiamo partecipato tutti e due i residenti, o solo uno, ed inoltre, non è chiara la veemenza), prima che il magrebino morisse. Sul posto vi era anche un terzo italiano per cui non è stato avviato alcun procedimento, non essendo intervenuto attivamente nella vicenda. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DENUNCIATI DUE QUARANTENNI

Sono stati due quarantenni, incensurati, ad essere stati denunciati e ad essere ritenuti dalle forze dell’ordine come i principali sospettati per il pestaggio mortale del 43enne marocchino scambiato per un ladro ad Aprilia. Ha spiegato il comandante provinciale di Latina, colonnello Gabriele Vitagliano: “All’esito delle indagini condotte sul decesso occorso questa mattina ad  Aprilia sono stati denunciati in stato di libertà, per omicidio preterintenzionale in concorso due Italiani del luogo, incensurati, quarantenni. Gli indizi a loro carico sono emersi dapprima dalla visione di telecamere di videosorveglianza, quindi da testimonianze di persone presenti, vistesi impossibilitate a negare davanti all’evidenza.  Uno degli indagati era rimasto sul luogo del fatto, l’altro, resosi irreperibile e saputo che veniva cercato, si è infine costituito. La vittima è stata identificata in un cittadino marocchino di 43 anni con precedenti di polizia. Aveva con sé uno zaino con arnesi da scasso“. Dovranno spiegare l’aggressione alla luce di quello che sembia un terribile equivoco, in attesa di altre testimonianze che potrebbero emergere sui fatti. (agg. di Fabio Belli)

POLVERONE IN VISTA

Ad Aprilia si è consumato un episodio d’odio in grado di alzare un vero e proprio polverone. Un marocchino di 43 anni è stato ritrovato morto a bordo di un’autovettura come racconta Il Messaggero nella sua versione online. Questi era stato ritenuto un ladro da due italiani che hanno deciso di rincorrerlo e poi di ucciderlo. Ora i due sono accusati di omicidio preterintenzionale. L’uomo era uscito di strada a fronte dell’inseguimento e dopo essere uscito dall’autovettura è stato picchiato dai due inseguitori. Ansa ha citato fonti investigative specificando come sarà l’autopsia a specificare se la morte sia avvenuta per delle lesioni mortali provocate dai due italiani oppure direttamente dall’incidente. Viene evidenziato poi anche come un altro uomo era al volante dell’auto del marocchino, fuggito subito dopo l’incidente.

TUTTI I DETTAGLI DELL’OMICIDIO DI APRILIA

L’omicidio del marocchino di 43 anni ad Aprilia è avvenuto alle due di notte. Un residente della zona di via Guardapasso aveva chiamato proprio a quell’ora una volante dei Carabinieri per la presenza di una Renault Megane sospetta con una targa straniera e diverse persone a bordo. I militari dell’Arma hanno chiarito, come riportato da Il Messaggero, che: “Seguivano poi altre telefonate al 112 per segnalare gli spostamenti della vettura che era fuggita dopo aver capito di essere attenzionata da parte di alcuni residenti”. La macchina è stata poi rinvenuta dai carabinieri di Aprilia precisamente all’altezza della stazione di Campo di Carne dopo un incidente. Il marocchino era invece rivolto verso l’asfalto a terra fuori da questo.