Il caso verrà probabilmente chiuso come suicido intenzionale “per motivi sentimentali”, come ha raccolto l’Esercito dalle prime informazioni emerse nelle indagini sulla tragica morte del caporale di “Strade Sicure”. Eppure negli stessi inquirenti resta il “mistero” su questa terza tragica morte all’interno di un’unica operazione, “Strade Sicure”, che tanto ha fatto discutere nei mesi precedenti a fronte dei primi due suicidi (vedi qui sotto tutti i dettagli). Al netto dei “retroscenisti” e complottisti d’ogni genere che si sprecano anche in queste ore sui social, il motivo può essere anche molto più “semplice”: lo stress e le conseguenze psicologiche di un progetto che vede i militari a stretto contatto con le difficoltà e la microcriminalità cittadina potrebbero aver generato in molti una condizione poco invidiabile, con turni massacranti e mancanza spesso di personale come hanno lamentato alcune associazioni di militari negli ultimi mesi. Il “mistero” sulla morte di De Mattia rimane e rimarrà, esattamente come per gli altri due commilitoni: che siano motivi sentimentali o meno, il dramma purtroppo non è stato evitato nemmeno per questa terza tragica morte. 



DOLORE E RABBIA SU FACEBOOK

Il giorno dopo la tragica notizia della morte di Enrico De Mattia, Caporal Maggiore dei Granatieri che si è suicidato di fronte a Palazzo Grazioli, sono moltissimi i commenti su Facebook. Un misto di rabbia e di dolore visto che il ragazzo aveva appena 25 anni, e pare che si sia suicidato per questioni sentimentali, anche se su questo aspetto bisogna fare ancora molta chiarezza. Sui social sono svariati coloro che hanno voluto esprimere il proprio pensiero sulla vicenda, a cominciare da chi vuole dedicare un messaggio alla famiglia, come ad esempio il Rotaract Club di Corigliano Rossano, di cui Enrico era socio, che scrive: «Il Rotaract non è “solo un club”, è soprattutto un gruppo di ragazzi che condividono sorrisi e lacrime, un gruppo basato sull’amicizia… la scomparsa del socio Enrico De Mattia ci lascia increduli. Il club tutto si unisce al dolore della famiglia. Ciao Enrico!». C’è invece chi difende il lavoro svolto da Enrico, dissociando il tragico suicidio dall’impegno stesso, come ad esempio Freddy: «L’ho fatto anche io in operazione Domino, dopo l’11 settembre e non è morto nessuno. Il problema non è il servizio è personale. Io da soldato ho fatto una scelta sapendo benissimo che non sarebbe stato facile. Il vero militare è immune alla fatica e non si lamenta». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PROBLEMI SENTIMENTALI, ARRIVANO CONFERME

E’ stata avvertita la famiglia del militare di Angri che si è tolto la vita, sembra per motivi sentimentali, a Palazzo Grazioli. Il suicidio si era consumato nella giornata di venerdì, ma inizialmente lo Stato Maggiore dell’Esercito aveva tenuto riservata la notizia proprio per prendersi il tempo necessario per informare i parenti del ragazzo. I genitori di De Mattia, una volta avvisati del tragico evento, sono stati accompagnati a Roma dal salernitano, dove risiedono, per procedere con il riconoscimento della salma, con l’Esercito che ha anche fornito uno psicologo per il necessario supporto. Anche i parenti di De Mattia hanno confermato come nell’ultimo periodo il ragazzo avesse espresso ansie di tipo sentimentale, anche se ovviamente nessuno avrebbe pensato all’estremo gesto, compiuto invece dal ragazzo impegnato nell’operazione Strade Sicure. (agg. di Fabio Belli)



“NON E’ UN CASO ISOLATO”

Un giovane caporal maggiore, coinvolto nell’operazione Strade Sicure, si è suicidato a Palazzo Grazioli, la residenza romana di Silvio Berlusconi. I parlamentari del Movimento 5 Stelle della Commissione Difesa sottolineano, come riportato dal Messaggero, che «non è accettabile che un ragazzo di quell’età decida di porre fine alla sua esistenza. Sappiamo però che questo non è un caso isolato, pertanto ci impegneremo a far sì che venga fatta luce sui motivi di questo gesto disperato». Il sito specializzato in questioni militari e di Difesa GrNet.it ricorda che quello di ieri è il terzo suicidio in sei mesi di un militare impegnato nell’operazione Strade Sicure. A febbraio 2018 si era tolto la vita un bersagliere di 29 anni, di Taranto, nello stesso modo nella stazione metro Barberini, al centro di Roma. Invece a dicembre 2017 un altro Granatiere di stanza a Spoleto si era impiccato mentre era in licenza dopo il periodo di servizio nell’operazione. «I ragazzi chiamati a svolgere il servizio nell’operazione Strade Sicure – rileva GrNet.it – sono tutti provati fisicamente e soprattutto psicologicamente». (agg. di Silvana Palazzo)

“MOTIVI SENTIMENTALI”

Il militare Enrico De Mattia si sarebbe suicidato per «motivi sentimentali». Lo apprende l’Ansa che cita fonti dell’Esercito. Le stesse fonti attaccano «chi in queste ore prova a strumentalizzare il fatto riconducendolo a informazioni o motivazioni false». Questi non sono altro che «un atto di sciacallaggio, anche nei confronti della famiglia del soldato che in queste ore sta vivendo un grande momento di dolore». In relazione alle indiscrezioni circolate su alcuni media, viene inoltre precisato che il giovane militare non era sposato e non aveva figli. L’Esercito attraverso una nota ha fatto sapere che sta collaborando con trasparenza e disponibilità alle attività degli organi inquirenti per accertare i motivi che hanno spinto il militare a questo tragico gesto. Il capo di Stato maggiore dell’Esercito, Salvatore Farina, ha espresso «a nome di tutti i militari della Forza armata» la sua vicinanza e il proprio profondo cordoglio alla famiglia del caporal maggiore (VFP4) scomparso tragicamente in servizio. «Personale dell’Esercito ha immediatamente informato la famiglia e, sin dal primo momento, sta fornendo il massimo supporto logistico e psicologico alla stessa». (agg. di Silvana Palazzo)

CORDOGLIO DEL MINISTRO TRENTA

Non sono ancora note le motivazioni che hanno spinto il militare Enrico De Mattia a suicidarsi a Palazzo Grazioli, Roma. Il caporal maggiore, in servizio per l’operazione Strade Sicure, si è tolto la vita nel noto Palazzo romano, residenza di Silvio Berlusconi: il venticinquenne originario di Angri, Salerno, era stato appena promosso e gli era stata assegnata la pistola come arma di ordinanza. Come vi abbiamo sottolineato in precedenza, è il terzo suicidio in sei mesi di un militare sotto il comando del generale Raudino. Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha espresso il suo cordoglio tramite Twitter: “Commozione e cordoglio mi uniscono alla notizia del tragico episodio che ieri, a Roma, ha coinvolto uno dei nostri militari impegnati nell’operazione Strade Sicure. Esprimo la mia più sentita vicinanza alla famiglia in questo momento di dolore”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MILITARE SUICIDA A PALAZZO GRAZIOLI

I fatti sono di ieri ma la notizia clamorosa è emersa oggi tramite il sito esperto del settore Sicurezza e Difesa, GrNet.it: un militare dell’esercito italiano si è suicidato a Roma a Palazzo Grazioli, noto per essere la residenza di Silvio Berlusconi. Il caporale maggiore Enrico De Mattia, 25 anni e inquadrato nell’operazione “Strade Sicure” si è tolto la vita durante il servizio proprio all’interno del palazzo dove vive, quando è a Roma, il Presidente di Forza Italia. La tragedia è stata confermata questa mattina anche dal Presidente della Commissione Difesa alla Camera, il grillino Gianluca Rizzo: purtroppo il giovanissimo caporale, per motivi ancora oscuri, ha deciso di suicidarsi all’interno di un bagno del grande Palazzo. De Mattia era effettivo al 1° Reggimento Granatieri di Sardegna e, per l’operazione “Strade Sicure”, era inquadrato nel “Complesso Foxtrot, 2°gruppo tattico, Task Force 1 del Raggruppamento Lazio Umbria Abruzzo”, comandato dal generale di brigata Paolo Raudino, che riveste il ruolo di comandante della Brigata Granatieri, riporta ancora il portale GrNet.it.

TERZO SUICIDIO IN 6 MESI PER L’OPERAZIONE “STRADE SICURE”

I fatti finora raccolti, che non spiegano però il motivo e l’origine dietro al folle gesto, raccontano di un normale giorno di servizio come tanti, come il militare originario di Angri (Salerno) che si reca in bagno all’interno di Palazzo Grazioli: con sé ha portato la pistola d’ordinanza e tutto d’un colpo si sarebbe sparato in testa. «Ho contattato i vertici della Difesa per comprendere la veridicità della notizia che da ieri circola: è ufficiale purtroppo, un militare in servizio in operazione “strade sicure” si è tolto la vita. Riserbo e vicinanza alla famiglia della vittima in questo momento», scrive su Facebook Rizzo (M5s) a conferma di quanto scritto da GrNet.it. Ciò che inquieta è che il suicidio di De Mattia è il terzo in soli 6 mesi all’interno della stessa operazione “Strade Sicure”: lo scorso febbraio 2018 un bersagliere di 29 anni, originario di Taranto, si è tolto la vita nello stesso modo del caporale salernitano, nella stazione metro di Barberini al centro di Roma. A dicembre 2017 un altro Granatiere di stanza a Spoleto si è impiccato mentre era in licenza dopo il periodo di servizio nell’operazione. Indaga intanto la Procura di Roma e ovviamente il Ministero della Difesa indirà una ulteriore indagine interna per provare a carpire cause e origini di un’ennesima tragedia nel genere nel Corpo dell’Esercito.