Sei anni in appello per Denis Verdini, l’ex deputato di Ala e Forza Italia per il crack del Credito Cooperativo Fiorentino, fallito nel 2012, di cui è stato presidente per vent’anni, dal 1990. Al centro dell’inchiesta condotta dai pm Luca Turco e Giuseppina Mione che ha portato a questa nuova sentenza negativa anche i contributi del fondo dell’editoria percepiti dai suoi giornali editi da finte cooperative. Come ricostruito da Rai News, l’indagine ha messo in evidenza la rete di rapporti tra il Credito cooperativo fiorentino e i due imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei, soci della holding Hbf a capo di decine di societa’, fra cui l’impresa di costruzioni Btp, la catena di alberghi Una, la Immobiliare Ferrucci, ‘scrigno’ del comparto immobiliare del gruppo.
L’accusa sostiene che la banca abbia erogato decine di finanziamenti a società riconducibili a interessi dei due imprenditori e di altri imputati su contratti preliminari basati su operazioni fittizie o comunque viziati da irregolarità di vario tipo. Il patrimonio del centenario istituto di credito fiorentino sarebbe stato dunque svuotato. Responsabilità che vanno ad aggiungersi alle presunte carenze nei controlli della governance della banca, traducibili in mancate verifiche rispetto ad operazioni “incaute” o non nella prassi del sistema creditizio. (agg. di Dario D’Angelo)
DENIS VERDINI: PENA RIDOTTA IN APPELLO
Denis Verdini è stato condannato a 6 anni e dieci mesi per il crac dell’ex Credito Cooperativo Fiorentino. Oggi, martedì 3 luglio 2018, è arrivata la sentenza della Corte d’Appello di Firenze, dopo quasi tre ore di camera di consiglio. La pena è stata ridotta in secondo grado, visto che in primo era stato condannato a nove anni. A cinque anni e dieci mesi ciascuno sono stati invece condannati Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei. La Corte d’Appello ha inoltre accolto la richiesta di patteggiamento dell’ex dg Pietro Italo Biagini a 3 anno e 10 mesi (in primo grado aveva avuto 6 anni per bancarotta fraudolenta) e per numerosi membri del cda e del collegio dei revisori dei conti a un anno e otto mesi. I procuratori generali Fabio Origlio e Luciana Singlitico avevano chiesto per Verdini una condanna a 8 anni di reclusione, contestando pure l’associazione a delinquere, per il quale l’ex presidente della banca di Campi Bisenzio (dal 1990 al 2010) era stato assolto in primo grado. I suoi difensori, gli avvocati Ester Molinari e Franco Coppi, avevano invece chiesto la piena assoluzione.
DENIS VERDINI CONDANNATO A 6 ANNI E 10 MESI
Denis Verdini era accusato di aver sottratto un fiume di denaro con complicati raggiri alla banca di cui era presidente. Nel processo di primo grado, il pm aveva definito Verdini un dominus che usava il Credito cooperativo «come un bancomat personale per concedere prestiti e finanziamenti, anche sulla base di contratti di compravendita di immobili ritenuti fittizi agli amici», in particolar modo ai costruttori Bartolomei e Fusi alla costante e disperata ricerca di soldi. «Non è vero che volevo far fallire la banca, ho dato tutto per questa banca». Queste le parole dell’ex senatore prima di scoppiare in lacrime durante l’ultima udienza, quella dello scorso 29 giugno, quando era arrivato in aula per rilasciare dichiarazioni spontanee. Il processo d’appello è cominciato a maggio con la richiesta di patteggiamento avanzata da diversi imputati, tra membri del cda della banca, revisori dei conti e il direttore generale. La procura generale aveva contestato il reato di associazione a delinquere anche altri due imputati, Riccardo Fusi e Roberto Bartomolei della Btp, per i quali erano stat chiesti rispettivamente 6 anni e 6 anni e tre mesi di reclusione. In primo grado invece erano stati condannati a 5 anni e sei mesi.