Essere mandati all’inferno dentro a una chiesa da un prete è un paradosso che probabilmente nessuno si aspetterebbe mai. Eppure è successo, nella parrocchia di Saint Mary a Charlotte Hall, nello stato americano del Maryland. Quel giorno si stava per celebrare il funerale di una donna di colore di 54 anni, battezzata in quella stessa chiesa e cresciuta in quella parrocchia, Agnes Hicks. Centinaia di persone si erano già radunate, come si è potuto vedere in un servizio televisivo mandato in onda dal canale Fox, mentre la figlia della donna morta, Renetta Baker, sostava all’ingresso dell’edificio religioso a salutare, come si fa in questi casi, una per una le persone che giungevano. A un certo punto però un ospite, inavvertitamente, ha urtato il calice per le ostie, ancora vuoto dato che la messa non era cominciata, facendolo cadere per terra e danneggiandolo per l’urto. Se non fosse stato per una zelante signora presente in chiesa, il parroco non se ne sarebbe neanche accorto, ma quando ha saputo cosa era successo padre Michael Briese, ha perso completamente la testa. Preso da una furia indicibile ha cominciato a urlare che il funerale non si sarebbe più tenuto e che tutti dovevano immediatamente lasciare la chiesa, “get the hell out of here!” ha urlato. Ma non solo.
IL PRETE “INDEMONIATO”
Con parole sconsiderate data la situazione, ha urlato anche “portate questa cosa fuori di qui” riferendosi con cosa alla bara e alla defunt”. Inutilmente alcune persone e il responsabile delle pompe funebri che era presente hanno cercato di calmare “il sacerdote indemoniato”: alla fine i parenti della donna hanno dovuto portare la salma in un’altra chiesa. La figlia della defunta ha così commentato a una televisione locale: “Era già abbastanza grave che stavamo per seppellire nostra madre, ma chiamarla “cosa” e vietare il funerale vuol dire che non sei un sacerdote, non sei un uomo del Signore, sei un diavolo”. E’ intervenuto l’ufficio stampa dell’arcidiocesi locale che in un comunicato stampa ha chiesto scusa ai familiari, dicendo essersi trattato di un comportamento totalmente difforme dalla fede cattolica, aggiungendo che sarà aperta una inchiesta. E’ intervenuto anche il parroco stesso che a scanso di equivoci visto che si trattava di una famiglia di colore, ha detto che il razzismo non era la motivazione di quanto successo: “la rabbia è stato il responso meno appropriato per quell’incidente” ha ammesso. Aggiungendo che “due minuti di tempo possono cambiare una vita, ma possono cancellare un quarto di secolo di vita e l’impegno a servire e prendersi cura della propria comunità? Spero di no. Come riportato sui giornali e sui siti web, ho perso la pazienza in un momento in cui la rabbia è stata la risposta meno appropriata a quelle persone affidate alla mia cura in quel momento del mio ministero”.