Un post su Facebook per poter dire tutto (e quindi, forse, non dire niente): Beppe Grillo entra a gamba tesa sul caso dell’aggressione a Daisy Osauke, campionessa italiana di atletica aggredita a Moncalieri su presunto movente razzista. Ma nel farlo riesce nella tutt’altro che semplice impresa di dare ad ogni parte “in causa” la propria ragione: sia a chi denuncia il pericolo razzismo come pressante ed emergenziale nel nostro Paese, specie con la durissima linea Salvini in materia; e sia a chi invece ritiene che il caso di Daisy sia stata solo una enorme strumentalizzazione, dato che gli stessi carabinieri ritengono che l’aggressione non sia di stampo razzista (ci sarebbero già stati altri due episodi a Moncalieri di lanci di uova negli scorsi giorni e non contro persone di colore, ndr). Ebbene, ecco il fondatore M5s: «L’indignazione di un uovo in faccia, c’è quanto basta per restare paralizzati mediaticamente, l’unica cosa sensazionale è stata la mira del razzista di merda oppure il caso. Quello che fanno i media è portare la nazione verso il baratro: non avevo mai visto con i miei occhi un così forte condizionamento prima d’ora».



IL “CASO” AVVENIRE

Un attacco ai media da parte di chi, come Grillo, ha già più volte spiegato in passato come i giornalisti bisognerebbe “mangiarli per poi vomitarli” in una delle celebre invettive anti-media del fondatore M5s. È riuscito così il buon Beppe a denunciare la possibile aggressione razzista e nello stesso tempo accusare i giornali di aver enfatizzato e ingigantito la questione, «portandoci sempre più verso il baratro». Intanto infiamma proprio questa mattina il “caso” Avvenire, con le accuse durissime fatte dal Direttore Marco Tarquinio contro il Governo, in particolare contro il Ministro Salvini “reo” di aver generato questo clima d’odio. «Dicono che non c’è razzismo in ciò che è accaduto e per di più il ministro dell’Interno Salvini ha ritenuto di liquidare come ‘sciocchezze’ gli allarmi di quanti denunciano il clima xenofobo e i rischi di escalation razzista. Pesi bene le parole. Guardi la realtà e ascolti anche altre voci della destra italiana. Negare l’evidenza di diversi episodi non fa altro che assolvere e ingigantire il mostro. Vergogniamoci, e reagiamo di civiltà»: non solo, per Tarquino «quel volto segnato è certamente il volto di una cittadina italiana dalla pelle nera, una giovane donna e atleta bersagliata solo e soltanto per la sua ‘inermità’ e ‘diversità’, ma è ancor più il volto del nostro Paese nella stagione amara che stiamo attraversando. Un volto che presentiamo al mondo e a noi stessi». Non viene minimamente citata, almeno nell’editoriale, la possibilità avanzata non dalla Lega o da qualche facinoroso di destra ma dai carabinieri stessi di Moncalieri: Grillo avrebbe avuto buon gioco a “strumentalizzare” tale editoriale, eppure ha scelto di fare un po’ di pratica nazionale consueta, ovvero il caro e vecchio “cerchiobottismo”.

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