Lo aveva chiamato “incapace o bugiardo” ieri pomeriggio, questa mattina lo definisce addirittura “mandante”: sul caso dell’Asso 28, o sarebbe meglio dire sul “mistero”, è ancora scontro tra Matteo Orfini e il Ministro Danilo Toninelli. Il Presidente del Pd ha scritto stamattina su Facebook «Una nave italiana, la Asso 28, ha salvato dei migranti in mare e dopo aver consultato la guardia costiera italiana e quella libica li ha riportati in Libia. Per il ministro Toninelli la vicenda si è svolta nel pieno rispetto delle regole. Peccato che per quelle stesse regole i porti libici non sono sicuri e quindi una nave italiana non può riportare lì quelli che salva in mare. E non c’è norma cui appigliarsi per giustificare una scelta del genere». Secondo Orfini, in sintesi, il Ministro dei Trasporti viene preso a “simbolo” di un governo del tutto “disinteressato ai diritti umani”: «Quindi o Toninelli è un bugiardo o è un incapace. O è il mandante consapevole di un atto illegale, compiuto nel totale disinteresse dei diritti umani. O forse più semplicemente Toninelli è le tre cose insieme, il mandante bugiardo e incapace di un atto disumano e illegale». 



TONINELLI, “L’ITALIA NON C’ENTRA”

Continua il valzer di accuse incrociate rispetto a quanto accaduto nel Mediteranneo, dove la nave italiana Asso 28 ha prima soccorso e poi riportato in Libia un gommone composto da 108 persone. Un’operazione che viola la convenzione di Ginevra dal momento che Tripoli non viene considerato un porto sicuro. Resta da capire, però, chi abbia coordinato la macchina dei soccorsi. Il ministro delle Infrastrutture, in linea col governo, contatto da Il Fatto Quotidiano, respinge ogni addebito:”Non si tratta di un respingimento collettivo. I circa cento migranti a bordo del gommone sono stati salvati e in tutto ciò l’Italia non c’entra, perché le operazioni sono state gestite dalla Guardia costiera libica. Noi non abbiamo mai avuto voce in capitolo”. Sulla questione di Tripoli “porto sicuro”, Toninelli ha polemizzato:”L’Unione europea ha dato mandato per la costituzione della Guardia costiera libica, il precedente governo ha dato una mano dando delle motovedette e noi faremo altrettanto. Il diritto del mare è stato rispettato. Altre versioni non esistono”. (agg. di Dario D’Angelo)



ORFINI ALL’ATTACCO:”GOVERNO MANDANTE DELL’ATTO ILLEGALE”

Il Presidente del Pd Matteo Orfini attacca a testa bassa contro il Ministro dei Trasporti, spiegando come «Toninelli dice che l’operazione dell’Asso 28 è stata eseguita nel rispetto delle leggi internazionali? È un incapace, ma questo lo sapevamo già. Se è così, il governo è il mandante dell’atto illegale che è stato commesso in mare», rilancia dalla Piazza San Silvestro a Roma dove è stato organizzato un presidio Pd per dire no al razzismo. Poco prima un’altra polemica, questa volta tra l’Eni e il segretario di Sinistra Italiana Fratoianni, aveva acceso il tema Asso 28 ancora di più: tutto parte dalla risposta che il deputato di LeU – a bordo della Open Arms in questi giorni – aveva dato a Salvini dopo la smentita della Guarida Costiera alla denuncia della Ong spangola. «L’ordine ad Asso 28 di riportare a Tripoli i migranti soccorsi a bordo di un gommone è arrivato dalla piattaforma per cui lavora il rimorchiatore, vale a dire dall’Eni»: l’azienda petrolifera internazionale però non ci sta e replica a muso duro, «Eni smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento nella vicenda” della Asso 28, che è stata interamente gestita dalla Guardia Costiera Libica», spiega il portavoce di Eni all’Ansa proprio questo pomeriggio. (agg. di Niccolò Magnani)



ESPERTO DI DIRITTO: “ITALIA RISCHIA LA CONDANNA”

L’Ansa ha contattato un esperto di diritto internazionale per provare a capirne di più in merito all’intricata vicenda Asso 28: «l’Italia rischia una condanna da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per la vicenda del rimorchiatore Asso 28», spiega Marina Castellaneta, ordinario di Diritto Internazionale all’Università di Bari. Secondo l’esperta quanto avvenuto nelle ultime ore, «in base a tutte le Convenzioni internazionali lo Stato» non poteva essere permesso. Bisogna infatti «fare in modo che chiunque faccia richiesta di asilo venga tutelato e seguito in questa richiesta. E dunque ha l’obbligo che le sue navi, quelle che battono la sua bandiera, non effettuino dei respingimenti», conclude la docente in linea, di fatto, con la Ong Unhcr che già in giornata aveva attaccato «la Libia non è un porto sicuro equesto atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale». Il Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, in merito al rischio di condanna replica in audizione al Senato «L’unica cosa che posso dire è che la Guardia Costiera italiana non è stata interessata al coordinamento e al salvataggio, perciò non ci ha fornito alcuna indicazione. Quindi il diritto internazionale non è stato violato», confermando di fatto le parole del collega Salvini. (agg. di Niccolò Magnani)

ASSO 28: “SIAMO STATI COORDINATI DALLA LIBIA”

Dopo la precisazione della Guardia Costiera italiana arrivano due altre importanti comunicazioni che contribuiscono a rendere ancora più intricata la vicenda della Asso18: in primis, l’armatore di quella nave che ha soccorso in migranti al largo della Libia, ha emesso un comunicato in cui si dice chiaramente «l’intervento di soccorso di 101 migranti da parte della nave Asso 28 si è svolto «sotto il coordinamento della Coast Guard libica», spiega la società Augusta Offshore di Napoli. L’armatrice della nave di fatto conferma quanto detto da Salvini e dalla Guardia Costiera italiana, mentre l’Ong da cui è partita l’intera denuncia – la Open Arms, ormai in aperta sfida su tutti i fronti alle politiche del governo italiano – interviene con il Capo missione Roberto Gatti. «Sappiamo come sono andate le cose in merito ai 108 migranti soccorsi dalla nave italiana Asso 28, abbiamo ascoltato le conversazioni con la Guardia Costiera libica, e a noi non è stato dato modo di prestare soccorso», attacca il responsabile della Ong catalana raggiunto dal The Post Internazionale in esclusiva. «Purtroppo l’Italia non esiste più a livello di coordinamento di soccorsi perché si sta cercando di dare autorità alla guardia costiera libica, e loro non ci passano nessuna informazione, non coordinano nessuna operazione di salvataggio, tentano di tenerci fuori da tutto», sottolinea ancora Gatti, aggiungendo altro fuoco alla già turbolenta situazione della nave italiana. (agg. di Niccolò Magnani)

FRATOIANNI: “ABBIAMO LE PROVE”

E’ un vero è proprio caso quella della Asso Ventotto, la nave italiana che avrebbe soccorso e riportato in Libia 108 migranti. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha “scagionato” la Guardia Costiera italiana, “non è coinvolta”, ma continuano le polemiche. Amnesty Italia ha ribadito su Twitter: “In #Libia rifugiati e migranti sono incarcerati, torturati, sfruttati nei campi e violentati. Quello della #AssoVentotto non è solo una violazione del diritto d’asilo, è un atto disumano nei confronti di quelle 108 persone”. Ed è giunta la controreplica di Nicola Fratoianni di LeU, che ha risposto a Salvini dopo l’attacco delle scorse ore: “L’unico disinformato è il ministro Salvini. Abbiamo denunciato un caso di palese violazione delle norme internazionali da parte di una nave mercantile italiana, Asso 28. E di questo abbiamo le prove. Abbiamo detto che ‘SE’ lo facesse su indicazione della guardia costiera italiana sarebbe ancora più grave’. Ma già che ci siamo, vorrei chiedere a Matteo Salvini se è in grado di rispondere a qualche domanda: se l’indicazione al mercantile italiano non è arrivata dalla guardia costiera italiana, da chi è arrivata?…”, le sue parole riportate da Repubblica. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

GUARDIA COSTIERA: “OPERAZIONE GESTITA DA TRIPOLI”

Interviene a cercare di mettere ordine tra rumors, accuse e smentite, la Guardia Costiera italiana: con un comunicato ufficiale viene spiegato che le attività di soccorso del rimorchiatore italiano Asso Ventotto «si sono svolte sotto il coordinamento della Guardia Costiera libica che ha gestito l’intera operazione». Viene così smentita la denuncia di Open Arms, confermando invece le parole di Salvini che fin dal principio aveva escluso l’intervento “ordinato” da Roma di soccorrere e riportare in Libia il carico di 108 persone alla deriva nel Mar Mediterraneo. A stretto giro arriva la replica della Commissione Europea, con la portavoce Natasha Bertaud che fa sapere «Siamo in contatto con gli italiani per saperne di più. La Libia non può essere considerata porto sicuro, viste le diffuse e gravi violazioni dei diritti dei migranti, regolarmente sollevate dalle organizzazioni dei diritti umani, nazionali e internazionali». (agg. di Niccolò Magnani)

È TUTTA UNA FAKE NEWS?

È una fake news? Ancora nessuno se l’è chiesto ma la vicenda della nave Asso Ventotto assume dettagli sempre più misteriosi: Salvini ha smentito su tutta la linea le denuncia partita da Open Arms e dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ma soprattutto la Guardia Costiera non c’entrerebbe nulla con la decisione, presunta, dello Asso Ventotto di tornare in Libia con i migranti salvati al largo del Mediterraneo. Secondo l’UNHCR «Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie sul caso del rimorchiatore italiano Asso Ventotto che avrebbe riportato in Libia 108 persone soccorse nel Mediterraneo. La Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale». Al momento però non vi sono conferme e il mistero attorno alla nave italiane e ai porti della Libia – considerati non sicuri – aumenta sempre di più, incrociando polemiche politiche e reali emergenze sociali. (agg. di Niccolò Magnani)

SALVINI, “LA GUARDIA COSTIERA NON C’ENTRA”

Si parla apertamente di una possibile violazione del diritto internazionale per quanto riguarda la Asso 28, la nave italiana di supporto a una piattaforma petrolifera che ha soccorso 108 migranti su un gommone nel Mediterraneo e li ha riportati a Tripoli, in Libia, un porto non considerato “sicuro” come invece sancisce la convenzione di Ginevra. A prendere le distanze da quanto accaduto è stato Matteo Salvini, che sui social ha negato il coinvolgimento della Guardia Costiera italiana nell’operazione. Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’interno, la nostra guardia costiera “non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato”. Come riportato da La Repubblica, come avviene ormai da settimane, la sala operativa di Roma avrebbe dato indicazioni alla Asso 28 di coordinarsi con la Guardia costiera libica. L’imbarcazione italiana a quel punto avrebbe seguito le indicazioni e sbarcato i migranti nel porto di Tripoli, in Libia. (agg. di Dario D’Angelo)

LE PROTESTE DI OPEN ARMS

Sono diversi coloro che hanno alzato la voce per commentare la notizia della nave italiana Asso Ventotto, che ha soccorso 108 migranti nel Mediterraneo, per poi riportarli in Libia. Il porto di Tripoli non è considerato sicuro e di conseguenza tale manovra violerebbe il regolamento internazionale. Oscar Camps, fondatore della organizzazione non governativa spagnola Proactiva Open Arms, ha commentato la notizia attraverso il proprio profilo Twitter: «La barca battente bandiera italiana Asso Ventotto ha salvato 108 persone in acque internazionali e ora le sta deportando in Libia, un paese in cui i diritti umani non sono rispettati. Nessuna possibilità di dare asilo o rifugio». L’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, ha fatto sapere che nella notte fra il 30 e il 31 luglio, circa 350 migranti sono stati riportati in Libia dopo essere intercettati in mare. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL CASO DELLA NAVE ITALIANA

Una nave italiana ha riportato il Libia dei migranti soccorsi nel mar Mediterraneo. Come sottolineato dai colleghi de La Repubblica, si tratta della prima volta che un’imbarcazione del Bel Paese riporta nel territorio libico i profughi. Nel dettaglio, la nave che ha operato è la Asso Ventotto, imbarcazione di supporto ad una piattaforma petrolifera, che ha soccorso un gommone con ben 108 persone a bordo. Una volta aiutati, i profughi sono stati riportati in Libia e fatti sbarcare presso il porto di Tripoli. Stando a quanto spiegato dal regolamento internazionale, si tratterebbe di un’azione non consentita, come ha ricordato nelle scorse settimane la portavoce del Consiglio d’Europa: «Nessuna nave europea può riportare migranti in Libia perché contrario ai nostri principi». La Libia non è considerato un porto sicuro, e di conseguenza nessuno può riportare o far sbarcare delle persone in quella nazione.

L’INDIGNAZIONE DI FRATOIANNI

La legislazione internazionale garantisce il diritto d’asilo a chi non riconosce la Libia come un porto sicuro, ma ciò non è stato permesso ai 108 profughi di cui sopra. Sulla questione è intervenuto Nicola Fratoianni, deputato di Liberi e Uguali, che ha ammesso: «Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera Italiana, ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia e il comandante della nave risponderanno davanti a un tribunale». Si attende una giornata infuocata da questo punto di vista.