Considerato il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud è stato uno dei pionieri dello studio della mente alla fine del 1800. Il suo interesse per la mente umana si sviluppa fin dalla tenera età, quando inizia a studiare il libro sacro per capire meglio gli ebrei, la loro storia e tradizione. Il suo primo e brillante lavoro riguarda però lo studio della cocaina, che individua come principale causa di forti cambiamenti sulla psiche. Nel suo “Osservazioni sulla dipendenza e paura da cocaina”, il giovane ricercatore analizza tutti gli aspetti della sostanza e dopo averla prescritta all’amico Ernst Fleischl come cura per la sua dipendenza da morfina, sperimenta in prima persona conseguenze ed effetti, fino a quelli più dannosi. Motivo che lo spingerà a smetterne l’assunzione e la prescrizione ai suoi pazienti. Si concentra poi sull’isteria grazie alla collaborazione parigina con Charcot e alla pratica dell’ipnosi, che intende portare con sé a Vienna. Partendo dagli studi di Joseph Breuer, Freud metterà l’accento sul celebre caso di Anna O., riconosciuta poi come Bertha Pappenheim, una paziente che lo aiuterà a dimostrare che l’isteria è un disturbo reale della psiche e che gli permetterà a delineare alcuni dei principi base della psicoanalisi. Come ricorda State of Mind, Freud si concentra sulla possibilità di rendere coscienti contenuti che si trovano nello strato sottostante, grazie a lapsus, associazioni libere e interpretazione dei sogni. 



Sogni e inconscio

Il sogno dell’iniezione di Irma sarà basilare per il contributo geniale di Sigmund Freud nel trattamento delle nevrosi. Sarà il primo testo, scritto alla fine del 1800, che segnerà la nascita ufficiale della psicoanalisi. È in questo contesto infatti che Freud usa per la prima volta il termine da lui stesso coniato e che dimostra il suo abbandono dell’ipnosi, per dirigersi verso un’indagine dei processi mentali ed un approccio terapeutico per la cura delle nevrosi. Inizia così a delinearsi il concetto di inconscio, ovvero dello strato più profondo della mente ed allo stesso tempo causa dei comportamenti dell’essere umano. Nella distinzione di Freud esistono due tipi di inconscio, uno descrittivo, in cui le rappresentazioni della realtà non sono disponibili in seguito ad una rimozione ed uno topico, un sub-strato che si unisce a coscienza e preconscio che viene definito da leggi e processi. Uno degli elementi cruciali della teoria di Freud riguarda la rimozione, ovvero la volontà della mente di cancellare alcune esperienze dolorose che il soggetto non potrebbe sopportare e che formano alla fine l’inconscio. 



La figlia Anna

La vita di Sigmund Freud è costellata non solo dalle sue brillanti scoperte sulla psiche e nel mondo della ricerca. Al suo fianco si uniranno nel tempo diversi personaggi e figure, fra cui il prediletto Carl Gustav Jung, uno dei suoi discepoli. Dopo aver appreso le basi della psicoanalisi dal maestro, il futuro psichiatra elabora la sua psicologia analitica in cui mette l’accento sull’inconscio collettivo che va al di là dell’inconscio individuale e che si basa sugli archetipi. La vita di ogni individuo, come scrive in “La libido: simboli e trasformazioni”, viene vista così come un percorso in cui il sé personale riesce a completare la propria realizzazione solo grazie ad un confronto fra l’inconscio collettivo e quello individuale. Padre di sei figli, Freud potrà proseguire i suoi studi anche grazie al testimone lasciato alla figlia Anna Freud, l’ultima nata dal matrimonio fra il genitore e Martha Bernays. Se Freud è considerato il padre della psicoanalisi, Anna diventerà conosciuta in tutto il mondo come la madre della psicoanalisi infantile. Si concentrerà in particolare sul ritardo psichico e fisico dei bambini, che secondo la sua teoria venivano causati da tre punti cardine: la repressione, la proiezione e l’identificazione. Alla base di tutto, ricorda Focus, una relazione instabile creata fra la mamma ed il bimbo. Così come nel caso del padre, che sperimentò su se stesso diversi studi e analizzò per prima la sua psiche per individuare alcuni tipi di disturbi, così anche Anna Freud partirà dal proprio vissuto in famiglia per poter esporre la sua teoria. Amplierà inoltre alcuni dei meccanismi di difesa già elaborati dal padre, aggiungendone di nuovi come l’identificazione con l’aggressore, come strada di uscita per allontanare una paura e la rinuncia altruistica, ovvero interessarsi ai desideri degli altri per gratificare se stessi. 

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