«Sono un ragazzo fortunato». Così si definisce Niccolò Bettarini dopo l’uscita dall’ospedale, dove era finito in seguito all’aggressione di cui è stato vittima fuori all’Old Fashion. Il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini è ben consapevole che ha rischiato di morire. Lo ha spiegato nel primo post pubblicato su Instagram dopo il ritorno a casa. A lui ha dedicato un messaggio Gabriele Parpiglia, Il giornalista e autore tv ha pubblicato un altro scatto che immortala Bettarini jr prima di salire in auto. E poi ha scritto: «Questa vicenda non lascia e non lascerà solo cicatrici a Nick, a sua madre Simona, al papà Stefano e ai fratellini Jack e Caterina; ma è una vicenda piena, colma, di punti interrogativi». Parpiglia si interroga infatti sulla responsabilità di chi gestisce le discoteche: «C’è una netta e ferrea legge che regolamenta la funzione dei buttafuori? O quando ti buttano fuori dal locale, il loro compito la loro responsabilità è finita? Perché le discoteche non hanno telecamere ovunque… dai parcheggi (dove realmente accade di tutto) in poi?». Per Parpiglia è anche strano che non ci siano filmati dell’aggressione. «Niccolò si è salvato. Ma siamo sicuri che non succederà ancora? Personalmente ho ricevuto altre storie, altre risse, storie di mandibole rotte o denti saltati per motivi futili, motivi accaduti sempre di notte, la notte… quando il crimine colpisce senza regole». E quindi si rivolge al ministro dell’Interno Salvini: «Anche questa sarebbe una battaglia da medaglia sul petto che è sempre meglio di una coltellata come quella che ha rischiato di colpire Nick. Come il crimine “MA” con le regole! Sorridi Nick. La vita ti aspetta». (agg. di Silvana Palazzo)



GERÒ CARRARO: “PIÙ UNITI DI PRIMA”

Niccolò Bettarini sta bene ed ha lasciato l’ospedale dopo l’aggressione subita la scorsa domenica. Insieme a lui mamma Simona Ventura, papà Stefano Bettarini e Gerò Carraro, nuovo compagno della conduttrice italiana. Gerò ha pubblicato poco fa un messaggio sul proprio profilo Instagram con una foto che lo ritrae insieme alla compagna e a Niccolò, con il braccio ingessato ma sorridente dopo il pericolo scampato. Ecco quanto scritto da Carraro: “Ciao Niki ringrazio il Signore per averci fatto superare tutti insieme questo momento difficilissimo della vita unendoci ancora più di prima. Welcome home”, ‘taggando’ anche Stefano Bettarini e Simona Ventura. Un bel messaggio al termine di una storia che si è conclusa con l’epilogo migliore possibile, una vicenda che ha rafforzato l’unità della famiglia e ha ricordato a tutti il valore della stessa. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



NICCOLO’ TORNA A CASA

Niccolò Bettarini questa mattina è uscito dall’ospedale per tornare a casa. Con un lungo sfogo tramite social, ha voluto ringraziare gli amici e la sua famiglia per la vicinanza. Confidando di non essere mai stato bravo con le parole, ha tranquillizzato i followers dicendo di migliorare giorno dopo giorno. La famiglia per Niccolò è stata fondamentale per non mollare, anche – e soprattutto – in questa occasione che l’ha messo a durissima prova. Il giovane figlio di Simona Ventura ha confidato anche di sentirsi un ragazzo fortunato perché sa perfettamente di poter contare anche sugli amici. “Sono cresciuto credendo nell’amicizia, è un valore fondamentale nella mia vita e farei qualunque cosa se degli amici fossero in difficoltà”. Anche la sanità questa volta si è comportata bene ecco perché, il buon Niccolò ha voluto ringraziare anche l’Ospedale Niguarda di Milano. “Da questa esperienza esco più forte di prima, con la consapevolezza di aver rischiato tanto”, conclude. Tanti i commenti di stima e affetto per lui: “Un abbraccio Niccolò! Sono molto contenta che tu stia meglio! Sei un ragazzo coraggioso”, “Complimenti Niccolò per i tuoi principi!!! In bocca al lupo per tutto”, “Sei un ragazzo veramente coraggioso”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)



“GLI AMICI MI HANNO SALVATO LA VITA!”

Sono le prime parole dedicate ai followers sui social di Niccolò Bettarini dopo la settimana oggettivamente più brutta della sua vita: solo 6 giorni fa rischiava la sua stessa esistenza con quelle 11 accoltellate subite fuori dall’Old Fashion a Milano: «Non sono mai stato bravo a raccontarmi. Ma, ora che sto migliorando, sento che sia giusto e doveroso dire diverse cose. Innanzitutto voglio in questo momento ringraziare la mia famiglia che mi è sempre stata vicino, nei momenti felici come in quelli brutti. Nessuno come lei ha saputo trasmettermi quella forza che mi ha permesso di non mollare mai», scrive sul proprio profilo Instagram, con tanto di foto dall’ospedale che evidenza serenità ma anche i segni delle aggressioni subite dal ragazzone figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini. Dedica poi il primissimo pensiero ai suoi amici che, secondo i report della Procura di Milano, gli hanno letteralmente salvato la vita proprio come lui stava facendo “frapponendosi” nella furiosa lite: «Sono un ragazzo fortunato e, mai come ora, sento veramente di esserlo, non solo per il fatto di essere qui a scrivervi questo post, ma anche perché so di avere degli amici che mi hanno salvato la vita. Sono cresciuto credendo nell’amicizia, è un valore fondamentale nella mia vita e farei qualunque cosa se degli amici fossero in difficoltà». 

STEFANO BETTARINI: “PERCHE L’AGGRESSORE ERA LIBERO?”

Come vi abbiamo già spiegato nelle scorse ore, Niccolò Bettarini, figlio di Stefano e di Simona Ventura, ha lasciato l’ospedale ed è tornato a casa. Dopo il terribile accoltellamento avvenuto nella notte fra sabato e domenica, il ragazzo è finalmente fuori pericolo, e il peggio sembrerebbe essere passato. Il padre ha voluto dedicargli un post su Instagram, con una foto e le parole “Bentornato a casa leone”, e si è poi sfogato sempre sul noto social delle fotografie. Come riferisce l’edizione online de Il Messaggero, attraverso alcune stories l’ex calciatore ha esternato la propria rabbia, rivolgendosi in particolare alle autorità e chiedendosi «Ma se sapevano già, perché era fuori?». Il riferimento è ovviamente agli aggressori del figlio, ed in particolare ad un paio di ragazzi che erano già ben noti alle forze dell’ordine, ma che giravano liberamente e che hanno potuto introdurre un coltello di ben 20 centimetri all’interno dell’Old Fashion. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

USATA LAMA DA 20 CM

Una situazione che poteva avere dunque conseguenze gravissime per Niccolò Bettarini, anche perché dai particolari che stanno emergendo, l’accanimento avuto dai suoi aggressori non lascia dubbi riguardo alla volontà di voler far male, fuori controllo. E anche perché l’arma usata è stata una lama di 20 centimetri, sicuramente in grado di uccidere: finito nel mezzo di una lite, il figlio di Stefano Bettarini e Simona Ventura pensava di potersi ritrovare al massimo al centro di una blanda colluttazione, qualche buffetto sul viso come inizialmente aveva denunciato di aver subito. Invece, è arrivata una ferocia incredibile, che non ha portato conseguenze più gravi delle ferite che hanno comunque costretto il ragazzo a 4 giorni di ricovero, solo grazie al fatto che non sono state recise parti vitali. Per il momento, gli aggressori si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. (agg. di Fabio Belli)

“SI E’ MESSO IN MEZZO”

Una testimonianza importante, quella raccolta dalla giornalista de La vita in diretta in riferimento all’aggressione subita da Niccolò Bettarini, figlio di Simona Ventura. Si tratta di un giovane che ha assistito a tutta la scena, fino all’accoltellamento con undici colpi al giovane 19enne. “Hanno esagerato”, ha ribadito il giovane intervistato. Il testimone dà la sua versione parlando di una rissa iniziata già all’interno della nota discoteca milanese. A sua detta già in inverno era avvenuta un’altra lite scatenata da uno degli organizzatori di un altro locale. Un suo amico, tre mesi fa, ricevette uno schiaffo da lui. Nel caso di Bettarini, ha ammesso: “Sì, è volato uno schiaffo, sono usciti fuori”, ha spiegato, raccontando che proprio i buttafuori dell’Old Fashion avrebbero portato il ragazzo fuori dal locale. “Si sono presi fuori, uno contro uno, poi è arrivato il figlio di Simona Ventura. Si è messo in mezzo ed ha provato a dare 2 o 3 pugni al nostro amico, provato… glieli ha tirati”. Quindi, a sua detta, i suoi amici avrebbero assistito alla scena ed intervenuti “il primo di loro è scappato ed ha lasciato lì il figlio della Ventura, loro erano in 10, tutti fermi a guardare”. In merito ai responsabili, infine, ha aggiunto che “chiunque gliele abbia date deve pagare, a prescindere che sia un mio amico o no, a prescindere da tutto è giusto che paghi”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

RICOSTRUITA AGGRESSIONE

I quattro fermati per l’aggressione a coltellate ai danni di Niccolò Bettarini restano in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Lo ha deciso il gip di Milano Stefania Pepe dopo la richiesta di convalida dei fermi e di custodia cautelare in carcere formulata dal pm Elio Ramondini. Uno degli amici che, in particolare, ha salvato il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini ha raccontato a verbale «di aver visto una decina di persone» che «circondavano e percuotevano con mani e piedi l’amico Niccolò», il quale era «totalmente in balia degli aggressori e non riusciva a difendersi» e a quel punto è intervenuto «in soccorso». Quando il ragazzo è intervenuto in difesa di Niccolò Bettarini «un soggetto di circa 30 anni» con «braccia interamente ricoperte di tatuaggi» che, stando alle testimonianze, sarebbe Davide Caddeo, «vibrava un fendente verso l’addome del Bettarini» e poi, però, «il gruppo ha alleggerito la propria furia aggressiva». Così l’amico è riuscito a spostare Niccolò Bettarini «completamente imbrattato» di sangue dalla strada. Il giovane che ha salvato Bettarini ha riconosciuto nelle foto tre dei quattro fermati. (agg. di Silvana Palazzo) 

GIP, “AMICO LO HA SALVATO DA MORTE”

Il gip Stefania Pepe nell’ordinanza in cui ha confermato l’arresto dei 4 sospettati, ha scritto che il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini «è riuscito a salvarsi grazie all’intervento di un amico. Per questo non è morto a causa della brutale aggressione. Gli aggressori hanno cercato di ucciderlo»: la conferma arriva ora ufficiale, dopo che l’ordinanza di custodia in carcere è stata firmata dal gip di Milano. Secondo quanto raccolto finora dall’accusa, i 4 fermati hanno tentato di uccidere Niccolò Bettarini perché «si erano certamente prefigurati che il pestaggio e soprattutto le coltellate avrebbero potuto produrre conseguenze mortali, anche in considerazione della loro superiorità numerica e della violenza della loro azione». Il termine utilizzato dal gip Pepe è «dolo alternativo», ovvero il fatto che i 4 avevano previsto la possibilità che Niccolò potesse morire in quel raid allucinante. Sono stati confermati/assegnati gli avvocati che difenderanno i 4 accusati: come riporta il Messaggero, «Davide Caddeo, il 29enne accusato di aver sferrato gli otto fendenti (difeso dal legale Antonella Bisogno), Alessandro Ferzoco, difeso dall’avvocato Mirko Perlino, e gli albanesi Andi Arapi (con l’avvocato Simona Uzzo) e Albano Jakei (con il legale Daniele Barelli)». Ricordiamo che tutti hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai giudici negli interrogatori. 

“BENTORNATO A CASA”: NICCOLÒ È USCITO DALL’OSPEDALE

E’ tornato a casa Niccolò Bettarini. Il figlio di Stefano e Simona Ventura inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, e il peggio sembrerebbe essere passato. Meno di una settimana fa, nella notte fra sabato e domenica, è stato accoltellato fuori dall’Old Fashion di Milano, rischiando di morire. Oggi ha finalmente rimesso piede nella sua abitazione, e per l’occasione il padre ha voluto pubblicare una foto sul proprio Instagram (qui il post), uno scatto che ritrae lo stesso ex calciatore con Niccolò quando era piccolo, con aggiunta la didascalia “Bentornato a casa”. Nel frattempo il Gip di Milano, Stefania Pepe, ha deciso che i quattro ragazzi attualmente in carcere con l’accusa del tentato omicidio di Niccolò, debbano restare dietro le sbarre. La decisione è giunta dopo la richiesta di convalida dei fermi e di custodia cautelare, da parte del pubblico ministero, Elio Ramondini, titolare delle indagini. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

4 FERMI PER TENTATO OMICIDIO

La Procura di Milano è stata chiara nell’emettere l’ufficiale accusa per convalidare l’arresto dei 4 fermati già domenica pomeriggio per l’accoltellamento di Niccolò Bettarini (qui tutti i dettagli): si parla di tentato omicidio aggravato dai motivi abietti e futili per l’accoltellamento del giovane figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini. Ieri pomeriggio, nel primo interrogatorio dei pm milanesi, i 4 fermati – Davide Caddeo, il presunto esecutore materiale, Alessandro Ferzoco e i 2 albanesi Albano Jakei e Andi Arapi – si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Al momento i 4 sono rinchiusi nel carcere di San Vittore in attesa delle prossime evoluzioni del complesso caso dove nessuno parla – a parte la vittima e i pochi testimoni presenti fuori dall’Old Fashion di Milano quella dannata notte tra sabato e domenica scorso – e nessuno confessa la propria responsabilità. Alcuni testimoni spiegano che Caddeo e gli altri avrebbero litigato con un amico di Bettarini il quale si è poi frapposto per difenderlo, assieme alla sua ragazza Zoe Esposito: a quel punto però, accortisi di chi fosse il giovane 19enne, lo hanno accoltellato brutalmente urlandogli “sei il figlio di Bettarini!”. Al momento, nessuno dei 4 risponde in merito ma rischiano forte: infatti, oltre al tentato omicidio, sono accusati di lesioni ai danni di una ragazza (Zoe) e di porto abusivo di armi. 

LE PRIME PAROLE DEL FIGLIO DI SIMONA VENTURA

In realtà tanto i due italiani quanto i due albanesi respingono tutte le accuse ma al momento preferiscono prendere tempo per attendere con gli avvocati la linea difensiva migliore contro le accuse di Niccolò Bettarini e degli amici presenti all’Old Fashion tre notti fa. Il giudice Pepe si pronuncerà nelle prossime ore sulla convalida o meno dei fermi: chiaro che, dopo la scelta di non collaborare e non parlare, appare abbastanza scontato come esito del provvedimento la scelta di convalidare il fermo. In attesa delle ultime novità, ieri Niccolò Bettarini ha parlato per la prima volta poco prima di essere dimesso dall’ospedale, raccontando nel dettaglio quanto successo quella drammatica notte fuori dalla discoteca. «Un ragazzo albanese mi ha dato alcuni buffetti sulla faccia cercando di provocarmi, io ho provato a respingerlo, ma mi sono trovato immediatamente in mezzo a più di dieci persone e non ho capito più nulla»: si tratterebbe del 23enne Jakei, a cui poi hanno continuato gli altri arrivando anche alle coltellate, «Sono caduto a terra e quando Zoe è venuta a soccorrermi le è arrivato un calcio in faccia. Subito dopo sono scappati tutti». Intanto ieri pomeriggio l’uscita finalmente dall’ospedale Niguarda e l’inizio della riabilitazione per riprendere la piena funzionalità – ci vorrà del tempo ancora – del nervo lesionato sull’arto superiore.