Emergono nuovi dettagli in merito alla reazione avuta da Veronica Panarello dopo la condanna a 30 anni in secondo grado. A raccontare qualche interessante retroscena è stato l’avvocato Francesco Villardita, suo difensore, a Fanpage.it. “Quando si è riavuta da quel momento di rabbia, Veronica è scoppiata in lacrime: ‘Come fa il mio ex marito a sedere vicino all’assassino di suo figlio?’ si chiedeva”, ha raccontato il legale. Le immagini e le parole di Veronica contro il suocero, tirato in ballo nel caso del delitto del figlio primogenito Lorys Stival hanno fatto il giro dei media. “Sei contento ora? Prega Dio che ti trovo morto quando esco”, ha detto in preda ad uno scatto d’ira la Panarello, rivolgendosi ad Andrea Stival, prima di minacciarlo di morte. E su quella reazione choc, spiega il suo avvocato: “Non giustifico ciò che ha fatto Veronica […] La reazione di Veronica non è quella di una madre assassina, che avrebbe chinato la testa dopo la lettura della sentenza, ma quella di una donna che si sente tradita”, principalmente proprio dall’ex marito Davide. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MELUZZI: “DUBBI SU ‘LUCIDITÀ’”

Intervistato da “Lo Speciale Giornale”, il celebre psichiatra Alessandro Meluzzi ha commentato la sentenza d’Appello che ha confermato i 30 anni a Veronica Panarello: e i dubbi, specie sul movente affermato dalla Corte d’Appello di Catania, restano eccome. «La pena tutto sommato mi sembra giusta. Penso che comunque l’intera indagine e i successivi risvolti penali, avrebbero dovuto tenere conto con più profondità della struttura psichica della donna», spiega Meluzzi ai colleghi, sottolineando come «E’ stato riconosciuto che la Panarello era portatrice di sicure fragilità e disturbi della personalità, ma senza recepire nel contempo una visione della psicopatologia forense per la quale anche i disturbi strutturali della personalità possono essere considerati un fattore che inficia  la capacità di intendere e di volere. […] Credo che sarebbe stato necessario un diverso taglio psicanalitico nella lettura della personalità». I motivi sono rilevanti rispetto alla posizione di Andrea Stival, sempre secondo l’analisi di Meluzzi: «andava approfondito e badi bene che non sto dicendo che lui sia colpevole, me ne guarderei bene. Se è vero però come uscito sui giornali che esisterebbero numerosi sms e scambi telefonici in un periodo ristretto fra i due prima dell’omicidio, questi aspetti a mio giudizio avrebbero meritato indagini più accurate. Non sono in grado di dire se fra suocero e nuora vi fosse effettivamente una relazione sentimentale, ma penso sarebbe necessario indagare a fondo anche nel pieno interesse dello stesso Andrea Stival», conclude lo psichiatra e consulente processuale in tanti altri casi celebri del passato.



ANDREA STIVAL VERSO ARCHIVIAZIONE FASCICOLO

Per Andrea Stival, minacciato e insultato da Veronica Panarello in aula ieri sera, è ora molto probabile che l’archiviazione del fascicolo sia prossima alla chiusura: concorso in omicidio e occultamento di cadavere, le accuse “di rito” contro di lui per le accuse fatte dalla mamma di Lorys negli anni scorsi, dovrebbero decadere con la conferma della sentenza in Corte d’Appello. «Sarà interessante leggerle per vedere perché non hanno concesso le attenuanti generiche, né una sorta di semi-infermità, né una nuova perizia psichiatrica e il confronto col suocero», ha spiegato l’avvocato Villardita che attenderà le motivazioni della sentenza per capire come fare ricorso in Cassazione. Il pm Rota ieri ha riaperto il discorso sulla «plausibilità del movente legato alla relazione fra Veronica e il suocero», definito «potenzialmente probabile, ma non provato», viene riportato dal quotidiano La Sicilia, con un’inviata presente appena all’esterno dell’aula a porte chiuse.



DAVIDE STIVAL: “ENNESIMO SHOW DAVANTI ALLE TELECAMERE”

30 anni di carcere. E’ questa la sentenza nei confronti di Veronica Panarello da parte della Corte d’Assise di Catania, in merito alla morte del figlio Loris, bimbo di 8 anni ucciso il 29 novembre del 2014. Presente in aula anche il marito della donna, Davide Stival, che ha commentato lo sfogo della Panarello mentre lasciava l’aula: «L’ennesimo show che Veronica – dice l’uomo, come riportato dai colleghi dell’agenzia Ansa – fa davanti ai giornalisti e alle telecamere». Davide ha quindi aggiunto, commentando la conferma della sentenza di primo grado: «La riconferma della sua condanna non mi ridarà mio figlio. Ma Loris un minimo di giustizia doveva averla, lui rimane sempre nel mio cuore». Non si sono invece pronunciati il procuratore generale Maria Aschettino, e il pubblico ministero Marco Rota, coloro che hanno rappresentato l’accusa. Per entrambi, la Panarello è una “lucida assassina e mendace”, che ha agito in solitario, e raccontando diverse bugie per coprire il proprio gesto, come ad esempio le accuse nei confronti del suocero Andrea Stival. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL COMMENTO DEL SUOCERO

Confermata la condanna a 30 anni di carcere a Veronica Panarello per l’omicidio del figlio Lorys. I giudici della Corte d’Assise di appello di Catania hanno ribadito la sentenza di primo grado che alcuni mesi fa emise la Corte d’Assise di Ragusa. Non sono state concesse le attenuanti generiche alla donna, che così avrebbe visto scendere a 16 anni la condanna. Dura la reazione di Veronica dopo la lettura del dispositivo nei confronti del suocero Andrea Stival. Nonostante l’invettiva della nuora, si è detto soddisfatto della sentenza. «È emerso lo schifo che ha fatto Veronica Panarello, non c’è alcunché che potrei dire di lei che ha tolto la vita a un bambino e alle persone che stanno accanto a me. Non ci sarà mai giustizia per mio nipote, perché non tornerà più». Il nonno del piccolo Lorys ha poi parlato del suo rapporto con il figlio, incrinatosi dopo le false accuse di Veronica, che aveva detto di aver avuto una relazione con il suocero. «Con mio figlio ho ricucito, con un figlio si risolve sempre». La vicenda però è tutt’altro che chiusa: dovrà pronunciarsi la Corte di Cassazione. La difesa di Veronica Panarello aspetta le motivazioni per valutare il ricorso. «Sarà interessante leggere le motivazioni e in particolar modo per vedere perché non hanno concesso le circostanze attenuanti generiche, una sorta di semi infermità, di non dovere rifare la perizia psichiatrica e il confronto col suocero». Clicca qui per vedere il video dell’aggressione verbale di Veronica Panarello dopo la sentenza.

DIFESA DI VERONICA PANARELLO: “VALUTEREMO RICORSO”

Nessuno, forse, si attendeva una reazione così violenta di Veronica Panarello, dopo la lettura del dispositivo con il quale sono stati confermati, anche nel secondo grado, i 30 anni di reclusione per l’omicidio del figlio Lorys Stival. La donna, rivolgendosi al suocero, lo ha minacciato di morte pubblicamente, senza riuscire a trattenere la sua rabbia. Rabbia esplicitata anche da Andrea Stival che, intervistato a caldo dai microfoni de La vita in diretta ha espresso tutto il suo rancore nei confronti della Panarello nonché l’amarezza per il fatto di non poter più riabbracciare il nipotino. “Noi non la condividiamo questa sentenza, così come non avevamo condiviso la sentenza del primo grado”, ha spiegato l’avvocato Villardita ai medesimi microfoni. Uno sfogo comprensibile, a sua detta, nonostante le pesanti minacce. “Non è una giustificazione ma è comprensibile se la verità sostanziale differisce da quella che i giudici hanno ritenuto la verità processuale”, ha ancora aggiunto l’avvocato. “Valuteremo ricorso in Cassazione”, ha poi aggiunto non prima della lettura delle motivazioni dei giudici dell’Appello. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SCATTO D’IRA IN AULA CONTRO IL SUOCERO

L’avvocato Francesco Villardita, difensore di Veronica Panarello, subito dopo il duro sfogo in aula della donna in seguito alla lettura del dispositivo con il quale veniva confermata anche in Appello la condanna a 30 anni di reclusione, ha rilasciato un primissimo commento a caldo alla trasmissione La Vita in Diretta. Lo stesso ha ritenuto “comprensibile” il suo comportamento spiegando che, quasi certamente, la presunta assassina di Lorys Stival si sarebbe rivolta proprio al suocero Andrea. Alla trasmissione sono state riferite le parole testuali pronunciate dalla Panarello in aula: “E’ colpa tua, ti ammazzo con le mie mani, sei contento adesso?”, rivolgendosi al nonno del bambino ucciso. In realtà, l’avvocato Villardita ha rivelato che Veronica aveva già ripetuto più volte le stesse parole: “Ha ripetuto ‘lo ucciderò, lo ucciderò, quando uscirò mi farò giustizia da me medesima considerato che nessuno mi ha voluto ascoltare e che la giustizia non me l’hanno voluta dare'”. A detta del legale, quello scatto di ira sarebbe comprensibile nonostante le pesanti minacce di morte rivolte all’uomo tirato in ballo dalla stessa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SENTENZA APPELLO: CONFERMATA CONDANNA A 30 ANNI

E’ stata confermata a 30 anni la condanna a carico di Veronica Panarello, anche al termine del processo d’Appello che si è concluso oggi in merito alla morte del piccolo Lorys Stival. Subito dopo la lettura del dispositivo, alla quale ha assistito la stessa imputata, presente in aula, la stessa Veronica ha avuto uno scatto d’ira. “Difficile capire quello che ha urlato”, ha commentato la giornalista de La vita in diretta. “E’ un comportamento anomalo, la sentenza è stata emessa e mio figlio merita la giustizia”, ha commentato a caldo Davide Stival, marito di Veronica Panarello e papà del piccolo Lorys. Ad intervenire è stato l’avvocato Davide Scrofani che ha spiegato: “Non credo che l’avesse con Davide, perché lei ha accusato apertamente il papà di Davide”. A commentare lo scatto di rabbia e le urla della donna, appena condannata per la seconda volta a 30 anni di reclusione, anche Andrea Stival, principale accusato di Veronica: “Lei pensa che erano rivolte a me? Eravamo in tanti no?”, ha spiegato alla giornalista con grande rabbia. Una rabbia che ha confermato alla stessa cronista alla quale ha aggiunto: “non ho più nulla da dire di Veronica Panarello perché non ci sarà mai giustizia per mio nipote”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

CORTE IN CAMERA DI CONSIGLIO

E’ attesa per questo pomeriggio la sentenza di secondo grado nell’ambito del processo per la morte del piccolo Lorys Stival e che vede imputata la giovane madre di Santa Croce Camerina, Veronica Panarello. Nell’ambito dell’ultima udienza, come riporta Leggo.it, il pm ha ribadito la richiesta di conferma della sentenza di primo grado che aveva condannato la donna a 30 anni di reclusione, il massimo della pena prevista dal rito abbreviato. La sua difesa rappresentata dall’avvocato Francesco Villardita, di contro, ha sollecitato una improbabile assoluzione “per non aver commesso il fatto”, ribadendo come “se ci fosse stata una partecipazione sarebbe un concorso anomalo”. Il legale di Veronica ha anche chiesto le “attenuanti generiche anche per il tratto di personalità disarmonica emerso dalle perizie psichiatriche”. Da qualche minuto la Corte d’Assise s’Appello di Catania si è ritirata in Camera di Consiglio in vista della sentenza che potrebbe arrivare entro le 17.00 di oggi. Il piccolo Lorys, ricordiamolo, fu ucciso il 29 novembre 2014 nella sua abitazione di Santa Croce Camerina e il suo corpicino occultato in un canalone poco distante. Veronica Panarello ha ammesso l’occultamento ma ha sempre negato di essere stata lei l’autrice del delitto del figlio primogenito. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

VERSO LA SENTENZA D’APPELLO

Potrebbe già arrivare oggi in serata la sentenza sul processo d’Appello per il caso di Lorys Stival, il bimbo ucciso e poi occultato il cadavere lo scorso 29 novembre 20014 nella sua casa di Santa Croce Camerina (Ragusa). È cominciata davanti alla Corte di Assiste d’Appello di Catania l’ultima udienza del processo che dovrebbe appunto portare a sentenza per la mamma di Lorys, Veronica Panarello già condannata a 30 anni in Primo Grado e reclusa nel carcere siciliano da due anni dal Gup di Ragusa. L’imputata è presente in aula assistita dal suo legale, l’avvocato Francesco Villardita e per la prima volta da quando è iniziato il processo, ci sarà anche Davide Stival, il padre di Lorys e l’ex marito di Veronica. Secondo quanto riporta La Sicilia, «Sono previste eventuali repliche da parte della Procura generale e della difesa»: a quel punto la Corte si ritirerà in camera di consiglio e nel giro di qualche ora, tra stanotte e al massimo domani mattina, dovrebbe arrivare la seconda sentenza sul caso Panarello-Stival che ha per così tanto tempo impegnato le cronache nazionali su quelle maledette fascette usate per uccidere il piccolo Lorys. Le numerose versioni cambiate da Veronica, che prima nega, poi confessa, poi accusa il suocere, poi ri-confessa e alla fine nega in parte la propria colpevolezza, hanno infastidito e inquietato l’ex marito che non si è mai presentato in aula, fino ad oggi.

LE ULTIME “MOSSE” DELLA DIFESA

«Oggi è un giorno importante e sono qui per sentire la sentenza. Veronica? Spero che dica la verità.Quale? Lei sa quello che è successo»: questo ha detto Davide Stival ai cronisti entrando nel tribunale di Catania dove si tiene l’ultimo atto del Secondo Grado d’Appello per l’ex moglie Veronica. Nell’ultima udienza tenutasi prima di oggi, la difesa ha provato con una requisitoria di oltre 5 ore a mostrare la propria strategia che si regge tutta sulla assenza, ancora oggi, di un movente dietro il delitto. La mamma di Santa Croce Camerina, secondo il suo avvocato, non avrebbe avuto alcun motivo per uccidere il figlio di 8 anni, Loris Stival. Ed anche a proposito della sua piena capacità di intendere e di volere, insiste Villardita, Veronica avrebbe bisogno realmente di un serio movente, a sua detta assente, per compiere un gesto simile: proprio per questa tesi, l’avvocato ha cercato di convincere fino ad oggi la Corte d’Assiste d’Appello della reale innocenza della sua assistita. «Se non c’è un movente più che forte, una madre non può uccidere un figlio», aveva detto Villardita a Mattino Cinque lo scorso 6 giugno. Sono state le ultime mosse per cercare di convincere i giudici chiamati oggi a stabilire chi e come abbia ucciso Lorys ormai 3 anni fa.

VERONICA PANARELLO: VIDEO SENTENZA, CONDANNA A 30 ANNI