Un giornalista, di più, un direttore, di più, un “tuttologo”: Enrico Mentana sta portando a livelli insperati il Tg La7, conquista le elezioni politiche in tv con le sue Maratone, fonda un quotidiano online e si “permette” di criticare Salvini senza allinearsi alla masnada del pol.corretto di Saviano, Rolling Stones & Co. Il tutto con la sapiente e furba intelligenza che lo contraddistingue e lo tiene “personaggio” amatissimo ma mai per questo banale o “asservito” al pubblico: nella lunghissima intervista su Libero Quotidiano, il direttore “sfonda” definitivamente la fantomatica petizione di Rolling Stones contro Salvini e la politica sui migranti. Quel “chitaceècomplice” non solo non ha convinto Mentana ma è stato immesso come firmatario dopo che invece lui stesso aveva detto al direttore della rivista di non condividere per nulla l’operazione. «L’adesione contro Salvini non l’ho mai data, le parole sono importanti. Se devo esprimere una opinion lo faccio in tv o via Facebook. Sono un direttore di tg, via, petizioni di questo genere oltre che stupide sono controproducenti, a meno che l’oggetto non sia Hitler, ma non mi pare questo il caso. E bada, non ho mai lesinato critiche a Salvini», spiega Mentana al collega Specchia di Libero. Le critiche poi le lancia al Ministro, ma non per quello che sostengono gli intellò di sinistra: «Perché Salvini non pensa alla priorità, stroncare il traffico della droga che ingrassa il fenomeno dei clandestini galoppini degli spacciatori? Quella sarebbe una battaglia culturale di cui si è persa traccia..».
IL FENOMENO “MARATONAMENTANA”
L’attacco alle opposizioni è ben noto da parte di Mentana e nell’intervista viene nuovamente riproposto, alla luce del maggiore consenso di Lega e M5s e della perdita quasi totale di fiducia dei partiti meno populisti: «manca totalmente l’opposizione sia di Forza Italia che del Pd. Sono fermi, intorcinati su loro stessi: e questo fa delineare all’interno del Governo sempre più due divisioni: Lega a destra e M5s a Sinistra. Il che significa che nel caso saltasse tutto, la vera sfida futura sarà tra loro due e non ce ne sarà per nessuno». Passando a temi più “soft” viene ribadita la straordinaria fortuna della sua “MaratonaMentana” sempre più appuntamento cult di ogni elezione/fatto importante che accade nel mondo: «è la passione che me lo fa fare. Soprattutto, non sono soggetto ad ansie. Ma tieni conto», risponde ancora il direttore del Tg La7, «le maratone di 10 ore le faccio, ma c’è chi le segue tutte, che è più difficile. Eppoi è divertente perché ormai sono un genere in cui sai perfettamente che registro usare: sai quando accendere, sedare, far riflettere e accelerare. E in questo contesto le figure possono diventare personaggi da commedia dell’arte, che prescindono anche dal tema in discussione». Per Mentana la maggior parte degli spettatori non fregava un ca…o della Brexit, ma si sono sciroppati il modo in cui l’abbiamo confezionata».