La lunga lettera-appello dello scrittore Sandro Veronesi a Roberto Saviano, nella quale torna prepotentemente sul tema dei migranti e delle politiche messe in atto dal nuovo Governo e invita il collega a salire sulle navi delle Ong a fare da “scudi umani” non poteva lasciare indifferente il mondo politico come quello intellettuale. E se Salvini ha scelto l’arma dell’ironia per replicare, chiamato in causa dallo scrittore vincitore del Premio Strega, usando un emoticon che qualcuno ha comunque giudicato di dubbio gusto, in rete sono diversi coloro che hanno rilanciato la lettera di Veronesi, tra cui la stessa rivista Rolling Stone che alcuni giorni fa aveva deciso di andare al “corpo a corpo” col Ministro dell’Interno lanciando un appello con tanto di firmatari: ad ogni modo, non tutti in Rete hanno apprezzato l’iniziativa di Veronesi, tanto che qualcuno la definisce “folle” e anzi, come nel caso del contestatissimo video di Gad Lerner, a finire alla berlina è il modo in cui il mondo della cultura de dei VIP affronta queste tematiche, e non sono pochi coloro che invitano lo scrittore ad attivarsi anche per altre iniziative umanitarie. (Agg. di R. G. Flore)



LA REPLICA IRONICA DI SALVINI

Vi abbiamo riportato la lettera scritta da Sandro Veronesi a Roberto Saviano sul tema migranti, con l’invito di andare sulle navi delle Ong che salvano vite. Con tono filosofico, Veronesi ha esortato lo scrittore di Gomorra ad usare “i corpi contro la propaganda razzista e infame nel Mediterraneo”. Non sono mancate le repliche e, ovviamente, non poteva esimersi Matteo Salvini, protagonista di un duello a distanza con Saviano. Tramite Facebook, il ministro dell’Interno ha brevemente ironizzato: “Ottima idea: buon viaggio!”, con tanto di emoticon sorridente. Questo, invece, il commento del filosofo Diego Fusaro: “Veronesi: «Caro Saviano, mettiamo i nostri corpi sulle navi che salvano i migranti». Scender dal sontuoso attico, affrancarsi dalla patrizia noia e prender congedo dalle titillevoli aragoste e dagli inebrianti tartufi? Forse su un panfilo fastoso, con equipaggio e mozzi etiopi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SANDRO VERONESI SCRIVE A SAVIANO

Sul Corriere della Sera di questa mattina il caso “migranti” vede una nuova tappa nell’ampia discussione culturale e sociale che verte da mesi su questa grave emergenza, non tanto “numerica” ma certamente “umana” e anche “politica”. Lo scrittore Sandro Veronesi, romanziere e saggista, ha preso una figurata carta e penna e ha scritto ad un altro scrittore protagonista di numerosi appelli e querelle sul fronte migranti con il Ministro degli Interni Matteo Salvini: stiamo ovviamente parlando di Roberto Saviano. Non è una lettera di insulti e nemmeno di critiche, ma è un tentativo di trovare una “sponda” per unire una elite culturale da pochi giorni “simbolizzata” dalle “magliette rosse” di Libera ma ancora troppo “staccata” dalla vera emergenza in mezzo al Mar Mediterraneo. «Ciò che sta accadendo nel Mediterraneo è inaccettabile. è inaccettabile non perché i barconi colmi di persone partono dalle coste libiche verso il nostro Paese: questo è un fenomeno comune, si chiama migrazione – anche poco significativo, in termini strettamente numerici-, che nel mondo è sempre esistito», scrive il romanziere, attaccando direttamente la politica senza però mai fare nomi (anche se i riferimenti alla Lega e al M5s sono evidenti), «naccettabile perché inaccettabile è la propaganda che l’accompagna, e che rovescia la realtà chiamando “pacchia” o ” crociera” la tortura cui quegli esseri umani sono esposti, e li vuole lasciare in balia distorce la realtà definendo “crociera la tortura cui quegli esseri umani sono esposti».



LA LETTERA A SAVIANO E L’APPELLO

La lettera di Veronesi viene scritta a Saviano perché lo scrittore partenopeo sarebbe il simbolo di una battaglia che nelle opposizioni politiche finora è mancata: «Scrivo a te perché in questa condizione hai certamente sperimentato una certa solitudine» e propone di mettere letteralmente il proprio corpo sulle navi che salvano i migranti, visto che i veri trafficanti di uomini per Veronesi sono solo gli scafisti e la stessa guardia costiera libica, non le Ong. «Andare laggiù, dove lo scempio ha luogo, e starci, col proprio ingombro, le proprie necessità vitali, la propria resistenza, lì. Il corpo, il mezzo più estremo di lotta nella tradizione della non violenza», richiamando una antica “forma di protesta” della sinistra italiana e non. «Penso che debbano esserci per forza persone influenti, non necessariamente legate alla tradizione delle battaglie civili, che dinanzi a questo madornale inganno si sentono eccezionalmente tirati in ballo. Non pensi che sarebbe decisivo se qualcuna di queste persone sentisse lo stimolo di metterci il proprio corpo», conclude Veronesi in questa lunga e “strana” lettera-appello a Saviano e a simbolicamente tutta la sinistra pro-migranti. QUI LA LETTERA INTEGRALE