Non è piaciuto a Parigi il vertice tenutosi negli scorsi giorni tra Donald Trump e Giuseppe Conte: non tanto per i “risultati” ottenuti, che in termini pratici non sono certo trascendentali e “clamorosi”, ma per il grado di appoggio che gli Usa concedono e concederanno all’Italia. È l’unico governo in Europa che vede Trump non come il demonio ma come una possibile “gallina dalle uova d’oro” e alla Casa Bianca serve avere qualcuno in Ue che possa non essere del tutto “succube” del duopolio Merkel-Macron tanto in politica estera quanto soprattutto sul fronte economico. La “cabina di regia” promessa da Trump a Conte spaventa Macron (e l’Ue) per una possibile nuova sfida in Libia tra Italia e Francia, come del resto già avvenuto in passato durante il regno-dittatura di Gheddafi. « Il duello diplomatico tra Francia e Italia per imporsi come mediatore nella transizione della Libia, ed eventualmente raccoglierne in futuro i frutti (anche economici), rischia di aprire un pericoloso vuoto di potere in cui a perdere potrebbero essere tutti. Primi fra tutti gli stessi libici», spiega il collega del Sole 24 ore Roberto Bongiorni in un lungo editoriale sui rischi del duello in Libia tra Roma e Parigi.



IL TIMORE DELLE ELEZIONI

La presenza degli Usa alla Conferenza sulla Libia, organizzata dall’Italia, mette Macron su una fase delicata e pericolosa: l’Italia infatti con Trump in sella acquisisce peso e Parigi non può così mettere in atto la sua politica di dominio e influenza allargata sui territori complessi della Libia. Con le bilaterali fatte da Macron con Haftar e Al Serraj nel 2017 si pensava che la Francia potesse aver messo le mani definitivamente sul futuro libico, così però non è stato e l’approccio ora rilanciato da Conte – con sponsor Usa – che mira alla stabilizzazione e ritorno di una tentata unità nazionale non può che dar fastidio a Parigi. A Bruxelles intanto temono per le prossime elezioni in Libia: «Un presidente eletto in un vuoto legale potrebbe essere pericoloso», aveva detto mesi da la Mogherini (responsabile politica estera Ue): si terranno il 10 dicembre prossimo ma il caos diplomatico tra Italia e Francia potrebbe non aiutare un percorso già parecchio “caotico” per il ritorno, parziale, alla democrazia nel Nord Africa.

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