Ancora un episodio di degrado a Roma dove i rom avrebbero trasformato in un bagno a cielo aperto il parco giochi di Largo Beltramelli, in zona Tiburtina. La notizia arriva per mezzo Facebook, tramite un video-denuncia, proprio da un residente indignato, Fabrizio Montanini, il quale ha filmato l’ennesimo episodio di degrado che si registra nel suo quartiere, lanciando un appello social molto forte. Proprio lì, dove lo scorso 21 aprile, insieme ai bambini della zona era stato piantato l’albero dei cittadini di Lardo Beltramelli, di recente è stata segnalata una scena, avvenuta in pieno giorno ed in presenza di minori e residenti, che contribuisce a gettare nuove ombre e indignazione sul quartiere che sembra essere sempre più abbandonato a se stesso. In una fontanella presente nel parco giochi, “un rom” – come viene definito dagli stessi residenti -, completamente nudo, si appresta a lavarsi. Il video con la scena di degrado è stato caricato dallo stesso Montanini sul suo profilo Facebook ricevendo un’ondata di commenti e condivisioni in breve tempo. Dal filmato si vede l’uomo togliersi i vestiti, appenderli ad alcuni rami e poi lavarsi con una bottiglietta d’acqua riempita dalla fontanella presente nel parchetto di via delle Cave di Pietralata.



LA DENUNCIA DI UN RESIDENTE ESASPERATO

Il video che immortala la scena di degrado – l’ennesima – con protagonista la Capitale e che ha già fatto il giro del web è stato realizzato dalle finestre delle abitazioni di alcuni residenti del quartiere. Fabrizio Montanini ha denunciato su Facebook l’accaduto postando il filmato e usando parole molto forti: “A questi impuniti, a questi arroganti, a questi zingari, non gli basta andare in giro quotidianamente a commettere furti, a rovesciare l’immondizia dai secchioni e lasciarla per strada”, dice indignato. “Ora vengono nei nostri parchi giochi a lavarsi, completamente nudi, sotto le nostre abitazioni, in questo che dovrebbe essere uno spazio per i nostri bambini!”, aggiunge sempre più stizzito. Il residente ormai esasperato si è quindi appellato “alle istituzioni, ai politici che dovrebbero amministrare e tutelare noi cittadini, alle forze dell’ordine che dovrebbero garantire la sicurezza” affinché possano intervenire il prima possibile.



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