È uno dei principali protagonisti del piccolo schermo e con i suoi programmi dedicati alla divulgazione scientifica continua a collezionare un successo dopo l’altro; ma oggi è anche un’icona sui social network, dove a prevalere, nelle numerose fan page nate a suo sostegno, è soprattutto il suo fascino. Alberto Angela, però, non ama particolarmente l’etichetta da sex symbol e la conseguente notorietà 2.0, e ai gruppi di Facebook affollati di fan continua a preferire gli scavi archeologici impregnati di storia. “Il brivido di un sito archeologico non è paragonabile a nulla”, ha infatti rivelato Angela nel corso di un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, nella quale ha ripercorso i suoi dieci anni nei “luoghi più sperduti del pianeta”, dove ha scavato, quando necessario, anche a mani nude: “lì c’è il fascino, mistero, attesa; c’è la sensazione di ritrovare un percorso momentaneamente sepolto – ha ricordato il celebre divulgatore scientifico – tu sei il ricercatore in grado di ricollegare il passato al presente”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
“PER UNA VOLTA LA CULTURA HA BATTUTO IL POP 1-0”
“Quando la cultura ha battuto il pop”. Si potrebbe riassumere così l’intervista di Alberto Angela a “Il Fatto Quotidiano”: il popolare divulgatore scientifico della Rai ha raccontato di poche settimane fa, quando a Beyoncé sono state preferite le riprese di un suo documentario al Colosseo. “Facciamo così, per una volta la cultura ha battuto il pop 1-0”, ha scherzato, anche se è stato un segnale evidente della sua grande popolarità, capace anche di farsi preferite ad una star di livello mondiale. Chiamarsi Angela non è sempre stato facile, ma lui ha saputo ripercorrere le orme paterne senza dubbi sul fatto di essere agevolato dal chiamarsi Angela. Un cognome che, ha spiegato ricercandone le origini, viene da sud di Ivrea, in Piemonte, dove ci sono moltissime persone col cognome Angela.
QUELLA VOLTA CON UN CANNIBALE…
Ma per Alberto Angela aver portato la cultura in casa di tanta gente, significa anche aver rischiato spesso in prima persona. Come in Niger, per 15 ore condannato a morte da sequestrato, derubati di tutto assieme alla sua troupe, ma alla fine lasciati liberi in una zona in cui i sequestratori non hanno remore a uccidere gli occidentali. E poi il ricordo di quando, attraversando un fiume in Africa, si è ritrovato al fianco di un cannibale: un ragazzo definito “dolcissimo”, ma che mostrando i suoi denti affilati e levigati, aveva svelato di quale tribù facesse parte. Ma Alberto Angela ha anche sottolineato come la politica sia un ambiente che non lo attira affatto: “Sono distante dalla politica e dunque anche da una qualsivoglia idea di candidatura: e poi mi occupo solo di politica antica”. E girando le nuove puntate della stagione di “Ulisse”, ha lanciato un monito: “Il Louvre dovrebbe restituire le opere sottratte ai tempi di Napoleone con i fucili spianati: quando leggo il cartello “Campagna d’Italia” girando per quelle sale, ho fastidio nel pensare alle razzie che sono state perpetrate”.