San Gimignano, agente penitenziario si suicida in carcere: ennesimo tragico episodio di un poliziotto che si toglie la vita. Come sottolineano i colleghi di Adnkronos.com, la notizia è stata direttamente dal segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe Donato Scapece. L’uomo, un agente scelto sui 30 anni, si è suicidato nel parcheggio del carcere, sparandosi con la pistola di ordinanza nella tarda serata di ieri, domenica 12 agosto 2018. “Sembra davvero non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato italiano”, il commento di Capece, che ha evidenziato che il poliziotto prima di togliersi la vita si è premurato di chiudere le porte dell’autovettura. Capece ha poi evidenziato: “Siamo sconvolti. Sono ancora oscure le cause che hanno portato l’uomo al tragico gesto, ma se è importante evitare strumentalizzazioni è fondamentale e necessario è comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l’attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere dal poliziotto”.
POLIZIA PENITENZIARIA, TRAGEDIA A SAN GIMIGNANO
Un altro episodio che fa riflettere per il mondo della Polizia penitenziaria, con il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe che ha evidenziato qualche dato a tal proposito per lanciare l’allarme: “Non può essere sottaciuto ma deve anzi seriamente riflettere la constatazione che negli ultimi 3 anni si sono suicidati più di 55 poliziotti e dal 2000 ad oggi sono stati complessivamente più di 110, ai quali sono da aggiungere anche i suicidi di un direttore di istituto e di un dirigente generale”. Donato Capece poi punta l’indice contro l’Amministrazione della Penitenziaria: “Quel che è certo è che sui temi del benessere lavorativo dei poliziotti penitenziari l’Amministrazione Penitenziaria continua ad essere in grave affanno e in colpevole ritardo, senza alcuna iniziativa concreta. I poliziotti continuano a suicidarsi, l’Amministrazione Penitenziaria non mette in campo alcuna concreta iniziativa per contrastare il disagio lavorativo e dare un sostegno a chi è in prima linea nelle carceri”.