Ad Ischia è un’autentica celebrità e ora, dopo l’intervista a Repubblica, si affaccia anche sugli scenari nazionali: si chiama Don Carlo Candido, è il parroco di Santa Maria Assunta nel Santuario di San Giovan Giuseppe della Croce, e ha lanciato i “WhatsApp di Dio”. Cosa sono? Semplice, delle “pillole-social” del Vangelo che intendono combattere la dipendenza ormai maniacale dagli smartphone e dalle chat: il sacerdote lascia i brevi messaggi stampati in un cestino all’interno della Chiesa dello Spirito Santo di Ischia Ponte e tutti, dai giovani fino ai meno “social” si fermano per scegliere uno dei cosiddetti “WhatsApp di Dio”, come li definisce lo stesso Don Carlo. «Arrivano i ragazzi che finiscono il turno in albergo o le ragazzine che tornano dal mare. Sono tutti qui per scegliere uno dei “Whatsapp di Dio”, come da cartello d’ordinanza: da Sant’Agostino al Vangelo, una citazione può illuminare la giornata», spiega il giovane sacerdote campano ai colleghi di Repubblica. Tali “WhatsApp” non sono altro che «piccole pillole del Vangelo, brevi estratti, per carità, che quasi sempre c’azzeccano, fornendo insegnamenti e consigli a chi li pesca».
LA “GUERRA” AGLI SMARTPHONE
Piace ai giovani proprio per questa “trovata” social che sottende un’altra battaglia ben più importante: «alleiamoci con l’oggetto dal potenziale demoniaco, utilissimo, sia chiaro, ma invadente e pericolo nelle relazioni», per poter così arrivare alla possibile “conversione” dei più giovani, e non solo. Fa running, scherza con i parrocchiani e i turisti e fa battute: inutile dire che il prete social ma anti-smartphone ha conquistato un po’ tutti, arrivando a quelle “periferie del cuore” che tanto Papa Francesco richiama nelle proprie omelie. «Ho educato tutti i fedeli: una volta capitava squillasse durante l’omelia, oggi non più»: oltre ai messaggini, virali sono diventati anche i vocali da meno di 3 minuti dove Don Carlo racconta piccole parabole e storielle. «Li ho chiamati “Tre minuti per il Signore” e li registro tutte le mattine: piccole storielle dall’evidente morale”. Parabole 2.0 a uso social, iniziano tutti con un “Carissimi, pace bene”». Alcuni lo chiamano addirittura “influencer”, una sorta di Chiara Ferragni della fede, ma lui ovviamente allontana ogni possibile paragone: «i miei fedeli, soprattutto i più giovani, non mi chiedono l’assoluzione via Whatsapp, ma qualche consiglio sì. E rispondo sempre io, magari con un pochino di ritardo ma rispondo». Una battaglia contro la schiavitù-social utilizzando le stesse “armi” del nemico: il “Candido” Don Carlo, va detto, ha fatto breccia.