Dalla mattinata odierna, l’area rossa attorno al ponte Morandi crollato ieri a Genova si è ampliata ulteriormente. Secondo quanto riferito dall’inviato della trasmissione La vita in diretta, secondo le parole dei residenti si sarebbe trattato di una strage annunciata dal momento che già da tempo cadevano dal ponte dei calcinacci in strada. Per tale ragione era stato chiesto anche l’intervento ai dipendenti dell’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti Amiu, come testimoniato su Facebook anche dalla moglie di uno dei lavoratori dell’Azienda alla quale quasi certamente sarà reso conto dell’attendibilità di tali testimonianze. Da domani, intanto, inizierà ufficialmente la conta dei danni seri in contemporanea al lavoro della magistratura. E mentre il premier Conte ha informato di aver decretato lo stato di emergenza per 12 mesi, arrivano dal governo i primi stanziamenti pari a 5 milioni e destinati agli iniziali interventi urgenti. Intanto Autostrade per l’Italia ha annunciato in una nota di stare lavorando alla definizione di un progetto di ricostruzione del viadotto da completarsi in 5 mesi facendo sapere ancora che “continuerà a collaborare con le istituzioni locali per ridurre il più possibile i disagi causati dal crollo”. (Aggiornamento di Emanuela Longo) FOCUS SU PONTE GENOVA: CAUSE CROLLO – BOLLETTINO TRAFFICO – REAZIONI POLITICA – CHI SONO LE VITTIME
VDF “RICERCHE MAI SOSPESE”
A differenza di quanto emerso questo primo pomeriggio, i Vigili del Fuoco fanno sapere con una nota di non aver mai sospeso le ricerche e gli scavi sotto il Ponte Morandi crollato: «Le ricerche di vittime e dispersi non sono mai state sospese e continuano tuttora». Il “qui pro quo” sarebbe sorto in merito a quanto gli stessi vigili avevano spiegato ai cittadini fatti sfollare dalle case adiacenti al viadotto (qui sotto i dettagli): quel «non potete tornare in casa perché c’è un rischio crollo ulteriore», è stato letto come un fase di stallo e stop delle ricerche dei dispersi rimasti schiacciati sotto il ponte. Invece tutto il Comando Generale VdF sta continuando a lavorare sia nei pressi del pilone della parte crollata sia nella zona della ferrovia, quella più vicina alla porzione di struttura rimasta sospesa. Nel frattempo, riunione d’emergenza del Consiglio dei Ministri a Genova per poter iniziare a preparare quel “decreto Genova” che dovrà mettere a disposizione subito un importante sblocco di fondi straordinari per far fronte a tutte le emergenze presenti nella città colpita dalla tragedia. Continuano invece le tante testimonianze sulle condizioni molto poco “sicure” di quel ponte: in particolare, diventa virale quanto dichiarato dalla moglie di un lavoratore dell’Amiu impiegato nella sede proprio sotto il viadotto più importante di Genova, «I lavoratori dell’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti Amiu nel centro di via Argine Polcevera a Genova Campi avrebbero più volte segnalato all’azienda “la caduta di calcinacci” dal ponte autostradale Morandi prima del crollo», ha spiegato la donna sui social.
“PERICOLO ALTRI CROLLI SUI PILONI”
Appena dopo mezzogiorno sono state sospese per motivi di sicurezza le ricerche e gli scavi sotto il ponte Morandi: «Non si torna a casa. Il pilone si sta incrinando», con questo annuncio i vigili del fuoco hanno spiegato ai residenti di Via Fillak, nel quartiere Sanpierdarena, i motivi del continuo permanere dei sigilli vicino alle case sotto il viadotto mezzo crollato. Attorno all’ora di pranzo le ricerche sono dunque state bloccate per il rischio concreto di nuovi parziali crolli nelle strutture rimaste in piedi del ponte ideato dall’ingegner Morandi. Quanto poi affermato dal sindaco di Genova, Marco Bucci, non ha certo migliorato il “morale” delle quasi 700 persone coinvolte nello sfollamento: «Sarà difficile, quelle case non si possono salvare perché sono sotto un ponte che potrebbe essere abbattuto. Ho seri dubbi che le case sotto il ponte possano essere mantenute. Avremo cura degli sfollati, è la nostra priorità numero uno. Ai cittadini sarà data una casa nuova». Nel frattempo in una larga fetta della città, scatta l’emergenza rifiuti: come spiega l’Ansa, «L’unico compattatore dei rifiuti al servizio di quella zona della città è stato distrutto dal crollo del ponte insieme agli automezzi dell’azienda Amiu presenti nel deposito dove sono morti due lavoratori. La macchina serviva a compattare i rifiuti prima di andare in discarica».
632 SFOLLATI E 39 MORTI
Sono stati recuperati altri due corpi sotto le macerie del ponte, e purtroppo sono senza vita: «al momento possiamo confermare 39 vittime accertate nel crollo del ponte Morandi», spiega la Protezione Civile in un comunicato pochi istanti fa. A salire è anche il numero degli sfollati nelle zone attorno al viadotto sul torrente Polcevera: secondo quanto reso noto dalla Regione Liguria, si passa da 440 a 632 il numero delle persone costrette a lasciare la propria casa perché ritenuta troppo pericolosa nelle immediate vicinanze dei piloni rimasti in piedi sul viadotto. «Sono 311 le famiglie che hanno dovuto abbandonare la propria casa, al momento tutte sistemate per l’immediato grazie all’impegno del Comune di Genova», fa sapere il Governatore Toti in una nota. Sul fronte “polemiche”, la società di Autostrade per l’Italia ha fatto sapere che il viadotto Polcevera era monitorato dalle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Genova «con cadenza trimestrale secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche». Il premier Conte, trovando alcuni familiari dei feriti e delle vittime nell’ospedale San Martino, ha ricevuto un appello-sfogo di una donna parente di una vittima del crollo: «non doveva succedere Presidente, non doveva succedere».
3 MORTI SONO BAMBINI
La Prefettura di Genova ha purtroppo aumentato il bilancio delle vittime, salito fino a 37 di cui «5 ancora non sono stati identificati»: secondo fonti del Viminale, vi sarebbero anche 3 bambini in quella lunga lista di dolore e morte, per la precisione due adolescenti di 12 e 13 anni e un bimbo di 8 anni. Nel frattempo, sul luogo della tragedia sotto il Ponte Morandi si continua a scavare per le eventualità, residue, di trovare ancora dei dispersi. «Il bilancio delle vittime è sensibilmente superiore alle cifre fornite ieri sera. Quello definitivo verrà fornito quando i numeri saranno certi», lo ha appena detto il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, dopo la visita col premier Conte dell’ospedale San Martino dove sono ricoverati la maggior parte dei feriti. «Per la maggior parte dei feriti – ha aggiunto il Presidente ligure – secondo i medici ci sono buone speranze di salvezza». Nel frattempo però la Prefettura ha confermato che i feriti totali sono 16, di cui 12 sono ancora in codice rosso.
SALE IL BILANCIO DELLE VITTIME
Sale a 35 il numero di vittime a seguito del crollo del viadotto Morandi, in quel di Genova. Secondo gli ultimi dati del Viminale, 3 delle vittime non sono state identificate, e fra i deceduti vi sarebbero anche tre bambini di 8, 12 e 13 anni. In ospedale vi sono invece 15 persone, di cui 12 feriti in gravi condizioni, ricoverati in codice rosso, nel frattempo proseguono le operazioni di soccorso delle squadre dei vigili del fuoco, andate avanti tutta la notte, in particolare sui due lati del Polcevera, dove vi è la maggior parte delle macerie. Bonificate le aree dell’Amiu, l’azienda ambientale di Genova, e quella del centro del Polcevera, mentre si prosegue a ricercare eventuali superstiti nella zona della ferrovia. Oggi a Genova sono attesi i vice-presidenti del consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, nonché il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli. Il Premier Giuseppe Conte è rimasto nella notte nel capoluogo ligure. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE PAROLE DI MATTARELLA
In tantissimi, oggi, hanno espresso cordoglio per la catastrofe avvenuta a Genova causata da un cedimento strutturale del ponte Morandi sulla A10. Sergio Mattarella ha pubblicato una sua lettera in cui sottolinea il fatto di quanto sia fondamentale prendersi cura della prevenzione e dei controlli. “Questo è il momento dell’impegno comune, per affrontare l’emergenza, per assistere i feriti, per sostenere chi è colpito dal dolore, cui deve seguire un esame serio e severo sulle cause di quanto è accaduto. Nessuna autorità potrà sottrarsi a un esercizio di piena responsabilità: lo esigono le famiglie delle tante vittime, lo esigono le comunità colpite da un evento che lascerà il segno, lo esige la coscienza della nostra società nazionale. Gli italiani hanno diritto a infrastrutture moderne ed efficaci che accompagnino con sicurezza la vita di tutti i giorni. I controlli, la cultura della prevenzione e l’intelligente ammodernamento del sistema delle comunicazioni, devono essere sempre al centro dell’azione delle istituzioni pubbliche e dei concessionari privati, a tutti i livelli”. Intanto si continua a parlare dei corpi ritrovati sotto le macerie: in totale si conterebbero 26 morti, tra cui anche un bambino di 10 anni, e 15 feriti di cui 9 in codice rosse. (Agg. Camilla Catalano)
“IL VIADOTTO ANDRA’ DEMOLITO”
Il conto delle vittime (in cui risulta anche un bambino di 10 anni) ancora non è possibile farlo con certezza dato i numeri differenti forniti da più fonti dei soccorritori impegnati negli scavi: la tragedia è «immane e spaventosa», come hanno detto sia Mattarella che il premier Conte, giunto poco fa sul luogo del crollo. «Opereremo un’enorme fase di monitoraggio di tutte le infrastrutture a rischio di questo Paese, non è possibile che avvengano altre tragedie di questo tipo in Italia». Nel frattempo la città è divisa in due con problemi e caos della viabilità che potrebbero durare anche diversi anni prima di ristabilirsi appieno; «Autostrade per l’Italia è alacremente impegnata in queste ore a valutare le soluzioni migliori per ricostruire il viadotto nel minor tempo possibile in modo efficiente e sicuro», fa sapere la società in una nota ufficiale. Intanto il viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, fa sapere che «Tutto il ponte Morandi andrà demolito con gravi ripercussioni al traffico e problemi per i cittadini e le aziende». Non solo, secondo il leghista un ponte del genere «non crolla né per un fulmine, né per un temporale, vanno trovati i colpevoli». I Vigili del Fuoco in un Tweet fanno qualche numero dei soccorsi in corso d’opera sotto il Ponte Morandi: «Sono più di 300 i vigili del fuoco che stanno operando con 92 mezzi sulle macerie del viadotto crollato. Inviate sezioni operative, personale usar e unità cinofile da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana». In tutto, al momento, gli sfollati sono 440 negli 11 palazzi evacuati perché a rischio vicini al “cratere” del crollo tremendo sul torrente Polcevera.
ALLARME NUOVI CEDIMENTI
Sarebbero 35 i morti accertati finora secondo fonti dei Vigili del Fuoco: la Protezione Civile con il responsabile Luigi D’Angelo aveva parlato nel punto stampa di “20 vittime e 16 feriti, ma i numeri sono destinati a salire”, ma i pompieri hanno comunicato nuovi numeri che andranno ufficializzati e confermati nelle prossime ore. Il senso della tragedia purtroppo non cambia, nonostante i numeri siano sempre parziali e “ballerini”: «c’è il rischio che altre parti del ponte possano crollare, per questo motivo abbiamo sfollato le persone da tutti gli edifici circostanti», spiegano i soccorritori prima di sottolineare come il difficile viene ora, visto che ancora non si è cominciato a scavare. «Le operazioni di recupero hanno riguardato finora solo la parte degli occupanti delle macchine non schiacciate dalle macerie. Adesso comincia la parte probabilmente più difficile». Il recupero di feriti e vittime è tuttora in corso e potrebbe andare avanti per tutta la notte: mentre il premier Conte è giunto ora a Genova, si temono nuovi cedimenti e problemi strutturali anche in altri punti rimasti in piedi del viadotto Morandi. «Le operazioni sono molto complesse per la presenza di travi di grandi dimensioni che rendono più complicato l’intervento», ha spiegato il prefetto Bruno Frattasi, capo del dipartimento dei vigili del fuoco.
CONTE, “IN CONTATTO CON TUTTI I SOCCORSI”
Dopo le dichiarazioni del ministro Toninelli sul crollo del ponte Morandi a Genova, arrivano le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in un post si dice “profondamente colpito dalla tragedia che ha interessato Genova” esprimendo “vicinanza di tutto il Governo alle vittime di questa tragedia e ai loro familiari”. Il Premier ha voluto ringraziare anche le autorità competenti, operative e tempestive negli interventi: “Ringrazio la macchina dei soccorsi che, come sempre, si è attivata prontamente e continua a operare con grande umanità e professionalità”. Il presidente del Consiglio ha poi proseguito: “Mi sono messo immediatamente in contatto con il ministro Danilo Toninelli, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e le autorità competenti”. Infine ha confermato di essere “in costante aggiornamento con i responsabili dei soccorsi e tra qualche ora mi sposterò a Genova per seguire direttamente in loco il coordinamento delle attività e per portare la vicinanza di tutto il Governo alle vittime di questa tragedia e ai loro familiari”. (Aggiornamento Jacopo D’Antuono)
LE PAROLE DI TONINELLI
È un Danilo Toninelli costernato ma allo stesso tempo deciso a chiarire le cause del disastro quello che poco fa, nel corso di una intervista, ha commentato la vicenda del crollo del ponte Morandi a Genova, mentre fonti vicine alla Protezione Civile fanno sapere che il numero delle vittime aumenterà in maniera considerevole. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ricordando che tanti ponti lungo la penisola sono stati costruiti negli Anni Cinquanta e Sessanta e avrebbero bisogno di manutenzione straordinaria, ha spiegato che “queste tragedie non possono e non devono capitare in un Paese civile come l’Italia” dato che la manutenzione viene prima di ogni cosa e “chi sarà verificato come responsabile dovrà pagare fino all’ultimo”. Parole che hanno sollevato le proteste di alcuni esponenti dell’opposizione anche perché Toninelli pare aver puntato direttamente il dito contro la società Autostrade che, tra l’altro, è finita nell’occhio del ciclone per via di un tweet in cui parla della tragedia senza fare nemmeno una menzione alle già numerose vittime del crollo del ponte. “L’ente concessionario che gestisce l’autostrada ha la responsabilità della manutenzione ordinaria” ha ricordato il Ministro che ha aggiunto come il suo dicastero potrebbe costituirsi parte civile nel caso in cui fossero rilevate delle responsabilità in relazione a una manutenzione carente. (agg. di R. G. Flore)
TOTI, “22 MORTI AUMENTERANNO DI MOLTO”
Un bilancio provvisorio di 22 morti, tra i quali un bambino, 13 feriti, di cui 5 in codice rosso e 4 in codice giallo, e dieci dispersi: questo il risultato delle prime ore di soccorso dopo il crollo del Ponte Morandi, il viadotto dell’autostrada A10 che collega Genova al suo ponente cittadino e poi a Savona e Ventimiglia. Come riportato da La Repubblica, a confermare il fatto che il bilancio è destinato ad aggravarsi è stato il capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli:”Temiamo che il numero delle vittime e dei feriti sia destinato ad aumentare perché sono ancora in corso le operazioni di rimozione dei detriti della parte del ponte caduto”. Sempre il capo dei soccorritori ha confermato che in questo momento non c’è alcuna emergenza riguardante le strutture ospedaliere, in grado di gestire una mole di feriti di poco superiore alla decina. A livello di soccorsi sono state attivate le stesse procedure che entrano in funzione dopo i terremoti mentre i tecnici di autostrade stanno verificando la tenuta del resto del ponte. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha detto di aspettarsi che il numero delle vittime “aumenterà sensibilmente”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL RACCONTO DEI TESTIMONI
«Erano da poco passate le 11,30 quando abbiamo visto il fulmine colpire il ponte e abbiamo visto il ponte che andava giù»: un testimone tra i tantissimi che stanno raccontando quanto visto poco prima del crollo a Genova, dà una possibile spiegazione che, se fosse confermata, darebbe un senso di ulteriore tragica fatalità – da un lato – e di enorme criticità di una infrastruttura con enormi problemi. Secondo l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, «non mi risulta vi fossero particolari pericolosità sul ponte Morandi dell’A10», ma diversi esperti narrano come proprio su quel viadotto vari erano state le segnalazioni nel recente passato per l’usura e l’estremo utilizzo di un ponte presente dagli Anni Sessanta in pieno centro della viabilità genovese. È intanto di almeno 11 morti e di 7 feriti gravi, 5 dei quali in codice rosso, il primo bilancio ufficiale sul crollo del ponte Morandi: purtroppo sono tutte cifre parziali mentre i soccorritori continuano senza sosta per estrarre le persone sotto le macerie. «Qui c’è l’inferno», ripetono Vigili del Fuoco e soccorritori da ogni parte della Liguria, anche se qualche persona viva è stata estratta in queste prime ore: «Il fatto che abbia smesso di diluviare per fortuna ora può rendere più agevoli le ricerche e i soccorsi». QUI LE PRIME IPOTESI SUL CEDIMENTO DEL VIADOTTO
“DECINE DI MORTI SOTTO IL VIADOTTO”
«Ci sono decine di morti tra chi è precipitato dal viadotto e chi è rimasto incastrato sotto le macerie»: a dirlo in una nota choc è il direttore del 118 di Genova dopo le primissime fasi di soccorso che Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Croce Rossa e moltissimi volontari stanno effettuando sotto quel che resta del Ponte Morandi sull’Autostrada A10 genovese. «Oddio, oh mio Dio, oh mio Dio»: è invece tutto quel che resta dell’unico video che abbiamo a disposizione sui vari canali social che stanno rimbalzando sulla tragedia di Genova. Si tratta di un testimone che nel momento esatto del crollo filma quanto stava accadendo, poco prima di sentirsi male e interrompere le immagini: «sarebbero almeno una ventina i mezzi coinvolti nell’incidente», spiega la funzionaria dei Vigili del Fuoco Amalia Tedeschi in collegamento con Tg Com24. Se da un lato sotto il Ponte Morandi vi sono anche case e parte della ferrovia Genova-Milano, pare che il crollo abbia interessato “solo” il letto del torrente Polcevera. La situazione è critica e in continuo divenire e purtroppo ogni singola notizia è frammentaria e non definitiva, specie per il conto di vittime e feriti: una piccola ma significativa notizia è data dai Vigili in questi istanti che hanno estratto due persone vive sotto le macerie. QUI IL VIDEO CHOC DURANTE IL CEDIMENTO
LE PRIME UNITÀ DI CRISI
Drammatico quanto accaduto questa mattina attorno alle ore 11:50, in quel di Genova, dove il viadotto autostradale Morandi, sull’A10, è crollato a seguito di un cedimento strutturale. Al momento non è ancora chiaro se vi siano delle persone coinvolte, ma in base alle ultime indiscrezioni pare che vi siano delle persone intrappolate sotto le macerie, che potrebbero essersi trovate sullo stesso ponte al momento del crollo, o eventualmente sulla sottostante via Fillak. Un’unità di crisi è stata allestita a Villa Scassi, e la circolazione ferroviaria è stata sospesa. Sul posto sono intervenute anche le unità cinofile, nonché gli esperti di ricerca e soccorso fra le macerie urbane, quelli di solito utilizzati in caso di terremoto. Sono attese novità nei prossimi minuti, soprattutto per capire con certezza se vi siano feriti o addirittura dei morti. (aggiornato da Giancri)
IL CROLLO DEL VIADOTTO MORANDI
Un enorme incidente è avvenuto attorno alle 11.50 sull’Autostrada A10 che passa in mezzo ai quartieri di Genova Sampierdarena e Cortigiano: il ponte Morandi è parzialmente crollato sul torrente Polcevera, con la forte e quasi certa ipotesi che numerose auto e persone siano coinvolti nel maxi incidente. «Ancora non si conoscono dettagli. Ma l’infrastruttura è sicuramente piombata in parte sulla sottostante via Fillak a Rivarolo», spiegano i colleghi del Secolo XIX tra i primi rumors e testimonianze dal luogo del disastro autostradale, una sola settimana dopo la maxi esplosione sull’autostrada A1 presso la tangenziale di Bologna. Secondo GenovaPost, il ponte si è spezzato praticamente a metà ed è caduto sull’autostrada, con numerosi veicoli in transito: in attesa di informazioni e dettagli maggiori, le prime immagini che scorrono sui social network sono impressionanti.
RISCHIO CATASTROFE SU AUTOSTRADA A10
Il viadotto che passa sul torrente Polcevera dell’Autostrada A10 è stato dedicato a Riccardo Morandi e riguarda uno dei ponti più famosi e importanti dell’area autostradale di Genova. Secondo quanto spiega l’Ansa, il cedimento strutturale è al momento l’ipotesi più probabile dietro al disastro avvenuto in piena emergenza meteo nel capoluogo ligure: «Il ponte, progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi, fu costruito tra il 1963 e il 1967 dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua ed è l’opera più importante dell’autostrada; ha una lunghezza di 1.182 metri, un’altezza al piano stradale di 45 metri e 3 piloni in cemento armato che raggiungono i 90 metri di altezza; la luce massima è di 210 metri», riporta la sezione sul Ponte Morandi del portale di Wikipedia. Stando a quanto riportato dal Secolo XIX, sarebbero cedute entrambe le parti della carreggiata dell’A10 piombando a terra per oltre 100 metri: si teme un enorme disastro e sicuramente vari veicoli sono stati coinvolti. QUI IL VIDEO DEL PONTE CROLLATO A GENOVA