Il Procuratore Capo di Genova, Francesco Cozzi, al termine di un sopralluogo questa mattina sotto le macerie del ponte Morandi, ha detto senza mezzi termini: «Non è stata una fatalità, ma un errore umano». È stato aperto, come ampiamente previsto, un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo, con il magistrato che ha sottolineato «Noi dobbiamo rispondere a una sola domanda: perché è successo? Questo è il nostro compito e per trovare una risposta faremo tutto quello che è necessario». Il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi ha fatto sapere che proprio sul crollo del ponte verrà istituita «una commissione d’inchiesta all’interno del ministero. Verificheremo tutto fino in fondo e non lasceremo nulla al caso», dopo aver annunciato inoltre che vi saranno «verifiche puntuali su tutti i pareri che sono stati dati sull’adeguatezza dei lavori». In merito alle tante critiche giunte da esperti ingegneri, urbanisti e specialisti delle costruzioni – che in maniera condivisa ritengono che a crollare sia stato uno stralo nel pilone, causando poi un “scoppio” a catena fino al crollo finale (ma le vere cause verranno comprese e studiare a partire dalle prossime settimane) – Autostrade per l’Italia ha risposto con un’altra nota: «l viadotto Polcevera, crollato a Genova, era monitorato dalle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Genova con cadenza trimestrale secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche». (agg. di Niccolò Magnani)
“QUANDO SI PERCORREVA NEGLI ANNI ’80 TREMAVA”
Perché è crollato il viadotto Morandi a Genova? Una domanda a cui gli esperti cercheranno di dare a breve una risposta, fatto sta che sono svariate ormai le testimonianze circa l’instabilità dello stesso viadotto costruito negli anni ’60, e nato male fin da subito. Un tratto di strada genovese che spesso e volentieri percorreva anche il noto cantante Francesco Baccini, che intervistato dai microfoni di Leggo ammette: «Quel ponte è nato male – spiega – sin dai primi anni aveva avuto dei problemi. E’ un viadotto degli anni 60 ma dopo quindici anni già davi dei problemi, quando lo percorrevi negli anni ’80 tremava. Poi avevano addirittura cambiato le corde che lo tenevano in piedi». Baccini racconta che ogni volta che percorreva il ponte sperava di riuscire ad arrivare dall’altra parte: «Ogni volta che lo percorrevo dicevo tra me e me ‘speriamo bene’, mi dava insicurezza, un senso di precarietà. Appena lo finivo pensavo ‘è andata’». (aggiornamento di Davide Giancristofaro) TUTTI I FOCUS SU GENOVA: CROLLO PONTE – BOLLETTINO TRAFFICO – REAZIONI POLITICA
IL COMMENTO DI RENZO ROSSO
Tra i vari esperti interpellati riguardo il crollo del Ponte Morandi a Genova, è stato interpellato anche Renzo Rosso è professore ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia nel Politecnico di Milano. L’accademico, ai microfoni del Fatto Quotidiano, concorda sul fatto che a neanche 24 ore dalla tragedia non si possa essere precisi, ma analizzando le prime informazioni trapelate, Rosso ritiene di poter escludere cause idrauliche: “Non è colpa del fiume, nel senso che la pila non è stata scalzata. Il crollo del Ponte Morandi non è dovuto all’erosione o a una ragione idraulica. Costruire in quel modo il ponte era l’unico modo per passare in quota, a un’altezza di 50 metri, su un fiume che è largo 100 metri per evitare di mettere i piloni in mezzo al fiume. Un fiume che nel 1970 esondò e fece un sacco di morti. E’ una grande opera di ingegneria, ma oggi probabilmente non verrebbe costruito più così.” (agg. di Fabio Belli)
ESPERTI ESCLUDONO FULMINE
“Una tragedia immane. Avrà un grave impatto su tutta la logistica del porto e della città. Stiamo lavorando per affrontare sul piano logistico l’emergenza dei prossimi mesi “. Con queste parole il governatore Giovanni Toti ha parlato ai media dopo la riunione straordinaria in protezione civile per il tragico crollo del Ponte Morandi a Genova. Cause che sono ancora tutte da verificare: “Non posso dir nulla se non che le verifiche sono già state avviate”. Poi ha aggiunto. “Chiederemo un sostegno straordinario per risolvere il problema delle infrastrutture a Genova. E sono certo che ci sarà”. Dal commento del governatore Toti alle poche ma significative parole del sindaco Bucci: “Questa situazione creerà evidenti problemi alla nostra città, ma dobbiamo reagire da subito con forza e orgoglio”. (Aggiornamento Jacopo D’Antuono)
TOTI NON GIUNGE A CONCLUSIONI AFFRETTATE
«Sulle cause del crollo non posso dire nulla»: il Governatore Toti prende “tempo” spiegando che la magistratura dovrà svolgere il proprio lavoro, di certo individuando dove e chi sarebbe dovuto intervenire nel recente passato. Di conto suo, il Ministro degli Interni Salvini in un messaggio video attacca: «andrò fino in fondo, non esiste che siccome piove allora cade un ponte a 50 metri sull’autostrada». Di fulmine, di maltempo e di scarsa manutenzione ha parlato nuovamente l’esperto Antonio Brencich – lo stesso che anni fa aveva criticato l’opera del Ponte Morandi – in una intervista ad Askanews: e smonta tutte queste “teorie” spiegando che «quel viadotto è stato progettato male. È un fallimento dell’ingegneria». Secondo l’ingegnere e professore di costruzioni in cemento armato all’Università di Genova, gli interventi in passato sono stati fatti alla torre est, ma oggi è crollato il pilone ovest: «Il mio è un giudizio tecnico dall’esterno; quello è un intervento pesantissimo su un ponte, fatto dopo vent’anni di vita. Il collasso di oggi ragionevolmente, lo diranno le indagini, ha un’origine simile». Brencich ha poi concluso dicendo che le vittime sarebbero potute essere di più se non fosse per il “santo delle strutture”: «C’era un mio vecchio professore di cemento armato che diceva che esiste un santo per le strutture, e il santo oggi ha fatto crollare la torre più lontana dalle abitazioni, per fortuna». Inutile dire, che se bisogna “affidarsi” ai santi e non alla affidabilità delle costruzioni, un problema serio in questo Paese esiste. (agg. di Niccolò Magnani)
BORRELLI, “FULMINE? IPOTESI NON VERIFICATA”
Non sono ancora note le cause del crollo del ponte Morandi a Genova su A10, ma le ipotesi si susseguono. Dal fulmine che avrebbe colpito un tirante ad un manutenzione evidentemente non efficiente. Intanto oggi a Genova è atteso l’arrivo del presidente del consiglio Conte, mentre ai microfoni di Sky ha parlato poco fa il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli a Sky: “La responabilita della manutenzione ordinaria sono del concessionario autostradale (Autostrade per l’Italia). Chi ha sbagliato pagherà tutto. Il ministero si costituirà parte civile” ha detto il ministro dopo il tragico avvenimento di questa mattina con il crollo del Ponte Morandi. (Aggiornamento Jacopo D’Antuono)
UN FULMINE HA PROVOCATO IL DISASTRO?
Il crollo del ponte Morandi sull’autostrada A10 di Genova è stato provocato da un fulmine che ha colpito un tirante, provocando il cedimento strutturale? Al momento ad allontanare quest’ipotesi, ma più in generale a prendere tempo sulla ricerca delle cause di quanto accaduto, è stato il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Intervenuto in una conferenza stampa dettata dalla volontà di informare l’opinione pubblica sullo stato dei soccorsi, Borrelli ha detto:”Ho letto anche io quest’agenzia rispetto all’intervento di un fulmine. Per il momento questa ipotesi non è stata verificata, non l’abbiamo accertata”. Il capo dei soccorritori, ha anche risposto ad una domanda sul ponte crollato:”Non risultano lavori in corso, su quelle che erano le attività del ponte lo vedremo nelle prossime ore. Sarà accertato quanto prima, noi adesso ci preoccupiamo di garantire le attività di soccorso e poi di capire com’è successo”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PONTE MORANDI
E’ crollato il viadotto Morandi, quello che tecnicamente è noto come Polcevera, sull’autostrada A10 all’altezza di Genova. Intitolato all’ingegnere italiano Riccardo Morandi, attraversa il torrente Polcevera del capoluogo ligure, superando inoltre i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano. Una tragedia immane, usando le parole del ministro delle infrastrutture Toninelli, visto che sarebbero diversi i veicoli coinvolti, almeno una ventina, con i morti accertati che per ora dovrebbero essere 7. Superato il momento di cordoglio per le vittime, si aprirà il processo, alla ricerca di eventuali responsabili della caduta del ponte.
L’OPERA REALIZZATA FRA IL ’63 E IL ‘67
Progettato da colui che ha dato poi il nome al ponte stesso, venne costruito in quattro anni, fra il 1963 e il 1967, dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua, ed anche per questo è noto come il ponte delle condotte, ma anche come ponte di Brooklyn vista la forma simile al viadotto di New York. Il viceministro Rixi ha parlato di opera con problemi già esistenti, e a conferma di ciò le molteplici operazioni di manutenzione a cui lo stesso ponte è stato sottoposto negli ultimi anni. Lo scorso 19 luglio del 2016, ad esempio, venne intervistato l’ingegner Antonio Brencich, professore associato di Costruzioni in cemento armato all’Università di Genova.
IL LIVELLAMENTO DEGLI ANNI ‘80
Le sue parole rilasciate in un articolo a Ingegneri.info, sono da brividi se rilette oggi: «Il Viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l’aumento dei costi di costruzione preventivati». E ancora: «Nei primi anni ’80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità». Un ponte nato quindi male, o probabilmente, costruito non secondo i crismi più rigidi. Le indagini faranno chiarezza su quanto sia accaduto, ma non è da escludere che il maltempo che ha imperversato in queste ore sulla Liguria, abbia aggravato la situazione generale, andando a logorare una struttura già appunto “provata” da numerosi interventi. In particolare, alcuni testimoni riferiscono di un fulmine che avrebbe attraversato un tirante, provocando poi il cedimento strutturale.