Ogni storia è diversa dall’altra, ogni vita spezzata sul ponte Morandi di Genova reclama giustizia: un sentimento che animerà fino alla fine dei propri giorni chi è rimasto, gli darà un motivo (forse l’unico) per continuare a combattere per chi se n’è andato nello spazio di pochi secondi, magari senza neanche rendersi conto di quel che stava accadendo. E tra queste storie di vita spezzata c’è anche quella di Elena Bozzo, la ragazza di 33 anni che stava tornando a casa da lavoro, e che è morta per il fatto di essersi trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato. Come riportato dall’Huffington Post, a piangerla ci sono  mamma Anna e i parenti, che hanno deciso di celebrare dei funerali privati a Sarissola, rifiutando quelli di Stato:”Domani saremo ancora qui, non siamo interessati ai funerali di Stato. Staremo con la nostra famiglia e poi ci saranno tanti amici di Elisa”. Ed è proprio un’amica della famiglia di Elena, a spiegare il sentimento comune a tanti in queste ore:”Lo Stato vuole presenziare ai funerali, ma loro dovevano esserci prima”. (agg. di Dario D’Angelo)



UNA FAMIGLIA DI NOVARA MANCA ALL’APPELLO

All’appello purtroppo manca una famiglia originaria di Novara: se fosse confermata la loro presenza sul ponte Morandi nel momento del crollo, sarebbe il terzo nucleo familiare a perdere tragicamente la vita nella tragedia del viadotto sul Polcevera. Dopo i Robbiano (originari di Campomorone, Genova) e dopo i Vittore-Possetti-Bellasio (originari di Pinerolo, Torino), sono Cristian Cecala, la moglie Dawna e il figlio Kristal a mancare all’appello nel disastro genovese. Sono originari di Oleggio, nel Novarese, e secondo il fratello di Cristian «Erano su quella strada, diretti all’isola d’Elba ma non sono mai arrivati a destinazione. Dovevano imbarcarsi a Livorno alle 17». Le autorità sono state allertate ma della famiglia ancora non vi è traccia: di persona il fratello del padre di famiglia si è recato in tutti gli ospedali di Genova senza avere novità in merito, quello che è certo è che non rientrano fra i feriti registrati. Il che aumenta l’ansia e il terrore su cosa possa, molto probabilmente, essere successo. 



LA TRAGEDIA DEI 4 RAGAZZI FRANCESI

Nella tragedia del Morandi si iscrive anche la tragica sorte dei 4 ragazzi francesi, in viaggio da Montpellier verso la Sardegna per un importante concerto di musica techno: stavano quasi per raggiungere il porto di Genova per l’imbarco dei traghetti quando invece il ponte Morandi è crollato sotto di loro inghiottendoli, assieme agli altri 34 accertati per ora, mentre la Procura parla ancora di almeno «10-20 dispersi». Si chiamavano Nathan Gusman, 20anni, Melissa Artus, 21, William Pouza Doux, 22, Axelle Nèmati Alizee Plaze, 21 anni. Per poterli identificare sono stati fondamentali i tanti piercing e dilatatori che i ragazzi nelle foto su Facebook mostravano addosso: il che, tra l’altro, ci fa capire il livello di gravità delle condizioni in cui versano i corpi travolti dalle macerie del viadotto, oltre che i notevoli ritardi nel riuscire ad accertare tutti i nomi e le identità delle vittime. I due giovani albanesi invece che lavoravano in una ditta per pulizie stavano tornando dopo il turno di lavoro al Vte di Voltri da Rapallo, anche loro travolti dal tragico destino del Morandi: si chiamavano Marjus Djerri, 28 anni e Edy Bokrina e stavano tornando a casa, verso Rapallo. Sotto il ponte, ieri, per ore sono rimasti i parenti di Marjus: la speranza che il miracolo si avverasse è durata parecchio, poi la triste notizia..



TRA LE VITTIME IL BIKER MENTORE DI BRUMOTTI

Purtroppo si aggiungono “nuovi” nomi alla lunga lista di vittime del ponte Morandi: tra questi spicca il nome di Giorgio Donaggio, 57 anni e imprenditore nautico ma soprattutto un campione italiano di trial che è stato da giovane il mentore del biker più famoso d’Italia, Vittorio Brumotti (genovese anche lui, nonché inviato di Striscia La Notizia). Oltre a Donaggio, la Prefettura ha confermato anche altri nomi: Alessandro Robotti, 50 anni, imprenditore con la passione per l’astronomia e la sua fidanzata Giovanni Botteri, di 45, entrambi di Serravalle Scrivia nel basso Piemonte. Abbiamo invece già parlato della seconda famiglia trucidata dal crollo del viadotto, proveniente da Pinerolo nel Torinese: con loro anche una giovane coppia, Stella Boccia, di 23 anni residente a Viciomaggio e il fidanzato Carlos Jesus Eraso Trujillo, 24, anni, residente a Capolona (Arezzo). Tutte vittime che sabato nei funerali di Stato verranno ricordati non solo da Genova, ma dall’Italia intera.

FUNZIONARIA REGIONE LOMBARDIA TRA I MORTI

Tra le vittime del disastro di Genova purtroppo si aggiungono altri nomi, altre storie, altre tragedie: Angela Zerilli è tra le 39 vittime (ma il bilancio è ancora purtroppo provvisorio, tanti ancora pare sotto le macerie) del ponte Morandi. Lei aveva 58 anni ed era una funzionaria delle Regione Lombardia, residente a Corsico alle porte di Milano. Da quanto riportano le cronache del Secolo XIX, la donna era in vacanza ad Uscio in una struttura termale vicina al capoluogo ligure: era data per dispersa dal giorno del crollo e purtroppo ieri sera è stato diffuso anche il suo tra i nomi accertati delle vittime del viadotto. Sabato intanto sono stati fissati e decisi i funerali di Stato in Fiera a Genova, dove verrà reso onore e preghiera a tutte le vittime di questa terribile e immane strage: saranno officiati dal Cardinale Angelo Bagnasco, alla presenza molto probabile del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

LA LISTA DEI NOMI

La Prefettura ha fornito un primo elenco ufficiale – purtroppo ancora parziale, dato che mancano ancora molti dispersi, secondo fonti dell’Ansa di questo pomeriggio – delle vittime causate dal crollo del viadotto sull’Autostrada A10. Alcuni nomi li avevamo già inseriti questa mattina, altri sono stati confermati solo poco fa: ecco la lista completa, «Andrea Vittone 49 anni di Venaria Reale (Torino), Manuele e Camilla Bellasio 12 e 16 anni, di Pinerolo, Claudia Possetti 47 di Pinerolo (nucleo familiare), Andrea Cerulli 48 di Genova, Stella Maria Boccia 24, nata a Napoli e residente ad Arezzo; Samuele e Roberto Robbiano 8 e 44 anni e Ersilia Piccinino 41 (Fersale, Catanzaro), residenti a Campomorone (nucleo familiare), Marta Danisi 29, di Sant’Agata di Militello (Messina) e Alberto Fanfani 42, di Firenze (fidanzati); Juan Ruben Figeroa Carrasco, cileno di 68 anni, Elisa Bozzo 33, di Genova, Francesco Bello, 41, di Serra Ricco’ (Genova), Luigi Matti Altadonna 34 di Genova, Gennaro Sarnataro 43 di Volla (Napoli), Bruno Casagrande 57, di Antoninina (Reggio Calabria), Antonio Stanzone 29 e Gerardo Esposito 26 di Torre del Greco, Vincenzo Licata 57 di Grotte (Agrigento), Alessandro Campora 55 di Genova». In particolare, straziante è la storia di una seconda famiglia sterminata dopo i Robbiano su quella strada maledetta. Si tratta di Andrea Vittone e della moglie Clauda Possetti, che viaggiavano in auto con i figli adolescenti della donna, Camilla e Manuele Bellasio, di 12 e 16 anni: erano partiti da Pinerolo (Torino), per andare in vacanza. Non è invece chiaro se i due ragazzini siano quelli identificati questa mattina dai primi soccorsi.

DIVERSI OPERAI TRAVOLTI DALLE MACERIE

Restano 39 le vittime provvisorie del terribile crollo del ponte Morandi a Genova e in queste ore sono emersi i nomi ufficiali dei numerosi morti di questa tragedia nazionale. Tra famiglie distrutte e tanti giovani ci sono anche svariati operai che proprio nella giornata di ieri stavano svolgendo il proprio lavoro prima di finire seppelliti tra le macerie, dalle quali sono stati purtroppo estratti senza vita. Come riporta Il Fatto Quotidiano, Bruno Casagrande e Mirko Vicini erano due operai dell’Amiu, l’azienda comunale dell’ambiente, i quali al momento del crollo stavano lavorando a bordo di un furgoncino nell’isola ecologica sotto il viadotto. I due non hanno avuto neppure il tempo di accorgersi di ciò che stava accadendo, restando sepolti sotto i grandi massi di asfalto, cemento armato e piloni. Anche il 46enne Alessandro Campora e il 43enne Gennaro Sarnataro, stavano lavorando al momento del crollo. Il primo era un operaio di una ditta privata, la Aster, mentre il secondo era un autotrasportatore napoletano, di rientro dalla Francia dopo aver trasportato il suo carico di ortofrutta. Tra i morti anche due uomini albanesi, il 22enne Marius Djerri e Edy Bokrina entrambi sul furgone della EuroPulizia: si stavano dirigendo verso Rapallo per alcunu lavori ed erano in ritardo di alcuni minuti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

STELLA DI SOMMA, GENITORI “NOSTRO CUORE SOTTO MACERIE”

Tra le vittime del ponte crollato a Genova c’è anche la giovane Stella Bocca, di appena 23 anni, estratta senza vita da sotto le macerie insieme al fidanzato 27enne Carlos Jesus Trujillo di origine dominicana. Stella era originaria di Somma Vesuviana e da qualche tempo si era trasferita in provincia di Arezzo. Come riporta Repubblica.it, era nipote vicecomandante della polizia municipale Gennaro Vitagliano. Ad esprimere tutto il suo cordoglio per la morte della ragazza e del suo giovane compagno è stato il sindaco di Somma, Salvatore Di Sarno, che su Facebook ha scritto: “La nostra città piange una delle vittime del crollo del ponte Morandi di Genova […] Tutta la nostra comunità abbraccia la famiglia e inoltre si stringe alla città di Torre Del Greco, al sindaco Palomba, che su quel maledetto ponte hanno perso altre 4 giovani vite: Antonio, Giovanni, Matteo e Gerardo”. Il sindaco ha poi aggiunto: “Il Signore avrà certo accolto tra le sue braccia questi angeli bellissimi e possa dare conforto ai loro cari”. Ad intervenire sui social, anche i genitori di Stella, tramite la pagina Facebook del loro ristorante con un messaggio toccante e comprensibile: “Un pezzo del nostro cuore è  rimasto sotto le macerie del ponte di Genova”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

MORTI 4 GIOVANI DI NAPOLI

Sono stati resi noti altri 4 nomi delle vittime rimaste sotto le macerie del ponte: da ieri sera a Torre del Greco (Napoli) si è sparso l’allarme, alimentato anche dal sindaco in prima persona, sulla sparizione di 4 ragazzi giovani che avrebbero dovuto trovarsi a Genova durante l’orario della tragedia. Purtroppo poco fa l’amarissima scoperta: si stavano dirigendo a Ventimiglia e poi a Nizza, da lì poi sarebbero andati a Barcellona per le vacanze. Ma purtroppo Matteo Bertonati, Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione – tutti tra i 19 e i 30 anni – sono morti schiacciati dalla fragorosa caduta del viadotto sul Polcevera. A bordo della loro Gold stavano attraversando la Liguria per raggiungere la sorella di uno di loro, poi invece in Catalogna li attendeva la ragazza di un altro del gruppetto: alle undici di ieri l’ultima telefonata ai familiari, tutti parenti fra loro. Solo 50 minuti prima della tragedia: «Stiamo entrando a Genova», poi il vuoto, il silenzio. E purtroppo la morte incombente.. 

STERMINATA FAMIGLIA ROBBIANO

Sono al momento 37 le vittime accertate dalla Prefettura di Genova, ma di questi 5 non sono ancora stati identificati, mentre solo alcuni sono stati anche stati diffusi con nome e generalità a mezzo stampa. La tragedia del ponte Morandi crollato a Genova non sembra “fermarsi” con i soccorritori che ancora scavano sotto le macerie per trovare ancora alcuni dispersi che si trovavano nelle 30 autovetture presenti sul viadotto Polcevera durante i secondi tragici del crollo. Su tutte, fa impressione la storia di una famiglia che stava andando a pranzo dal nonno a Genova Voltri: un tragitto brevissimo dalla loro abitazione, lo facevano chissà quante volte ogni giorno, ma ieri è stato fatale. In un primo momento ieri pomeriggio il giornalista di Sky Sport Alessandro Alciato ha diffuso sui social un appello che ricercava appunto questi tre nomi: Roberto e Samuele Robbiano, ed Ersilia Piccinino, «pensiamo possano essere stati coinvolti nel crollo del ponte». Dopo qualche ora l’amarissima e triste scoperta: erano proprio loro quella famiglia che andava verso il nonno a Voltri e che invece ha trovato la morte nel crollo del Ponte Morandi. Il piccolo figlio di 8 anni, Samuele, era con Papà Roberto e Mamma Ersilia: non si sarebbe mai immaginato nulla di tutto ciò. Come riporta Repubblica, un amico di famiglia visto che non rispondevano al telefono si è recato sul luogo del disastro: «si è fatto largo tra i soccorritori e ha riconosciuto l’auto. Marca, modello, colore e quel pallone di Spiderman con cui aveva visto giocare Samuele durante i viaggi con mamma e papà». 

LE ALTRE VITTIME IDENTIFICATE

All’ospedale San Martino poi la grafica conferma con i parenti accolti dai medici per annunciare la morte terribile di quella bella famiglia che ora non c’è più. Come loro, anche tanti altri nomi, storie, esistenze spezzate come quel pilone genovese che ieri ha “deciso” di venire giù. Tra le altre vittime causate dal crollo di ponte Morandi ci sono, confermati dalla Prefettura di Genova: Vincenzo Licata, 58 anni, nato ad Agrigento; Andrea Cerulli, 48 anni, portuale della Compagnia unica del Porto di Genova; Gianluca Arpini, 29 anni, di Genova; Alberto Fanfani, 32 anni, nato a Firenze e anestesista all’ospedale Cisanello di Pisa; Elisa Bozzo, 34 anni di Busalla (Genova); Bruno Casagrande, 35 anni, di Genova. Mirko Vicini, 31enne dipendente Amiu. Oltre a due ragazzi albanesi dipendenti di una ditta di pulizie morti mentre andavano al lavoro, ci sono poi anche tre vittime cilene: Juan Figueroa, 60 anni, residente a Genova da oltre quarant’anni e con lui anche Nora Aravena e Juan Pastenes, un’altra coppia che vive in Italia da molti anni. Il bilancio, purtroppo, è ancora terribilmente parziale e si teme che possa alzarsi “sensibilmente” il conto finale di quelle vittime rimaste schiacciate dalle macerie del ponte.