Il Ministro degli Interni, uscendo assieme al Governatore Toti dall’ospedale San Martino dove sono ricoverati molti feriti della tragedia, ha attaccato ancora i vertici di Autostrade per l’Italia: «Mi aspetto che già da oggi Autostrade sospenda il pagamento dei pedaggi. Fossi stato il dirigente l’avrei deciso già un minuto dopo la tragedia». Dopo l’attacco di Di Maio questa mattina – che ha parlato di revoca concessioni e di Autostrade «vergognose, pensano solo ai profitti mentre ancora si scava tra le macerie» – anche l’altro vicepremier ritiene che i veri colpevoli siano proprio i gestori e manutentori di quel tratto autostradale. «Faccio un appello al buon cuore di Autostrade, dia sia un segnale concreto, tangibile, immediato, anche economico alle famiglie delle vittime. Fossi in loro farei un bagno di umiltà e metterei a disposizione tutto quello che ho per le famiglie e per chi è rimasto in vita. Se il governo ieri ha stanziato 5 milioni di euro, fossi in loro metterei sul tavolo 500 milioni. Mettano mano al cuore e al portafoglio», ha concluso Salvini. Intanto è tornato a parlare il Procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, con le ultimissime novità sugli scavi: «Ci potrebbero essere ancora 10 o 20 persone disperse. Di fronte a una tragedia del genere non voglio sentir parlare di limiti di spesa o di norma», avanzando anche un ultimo possibile reato ipotizzabile tra i tanti già formulati, l’omicidio stradale. FOCUS SU PONTE GENOVA: ULTIME NOTIZIE LIVE – CAUSE CROLLO – CHI SONO LE VITTIME



PROCURA GENOVA, “ATTENTATO A SICUREZZA TRASPORTI”

La Procura della Repubblica di Genova, in merito alle primissime indagini sul crollo del Ponte Morandi, starebbe indagando non solo per omicidio colposo plurimo e disastro colposo, ma anche per «attentato alla sicurezza dei trasporti». Lo ha appreso La Stampa su fonti della Procura stessa: mentre aumentano le fortissime polemiche sulle responsabilità della tragedia, con lo scontro accesissimo tra Autostrade e Governo, il Ministro degli Interni Matteo Salvini avanza un nuovo attacco formalizzato contro la holding che controlla Autostrade per l’Italia. Il pomo della discordia sono le dichiarazioni pubbliche delle società che controllano l’A10 dopo il disastro: «Atlantia (Autostrade) riesce ancora, con faccia di bronzo incredibile e con morti ancora da riconoscere, a parlare di soldi e di affari, chiedendo altri milioni agli italiani in caso di revoca della concessione da parte del Governo dopo la strage di Genova». Salvini va poi oltre e conclude, «Dall’alto dei loro portafogli pieni (e dei loro cuori vuoti) chiedessero scusa e ci dessero i nomi dei colpevoli del disastro che devono pagare. Il resto non ci interessa». 



NOTTE DI SCAVI, SI CERCANO ALTRI SUPERSTITI

Si continua a cercare sotto le macerie del ponte Morandi di Genova. Questa notte è stata la seconda di ricerche e scavi con l’obiettivo di trovare altre persone vive dopo il disastro della mattina di due giorni fa. I vigili del fuoco hanno continuano ad insinuarsi sotto i piloni e la carreggiata di quello che ormai è l’ex ponte genovese, senza però individuare alcun corpo, ne sopravvissuti ne tanto meno morti. Il bilancio ufficiale è quindi lo stesso comunicato ieri dalla Prefettura di Genova: 39 vittime, 15 i feriti, 9 di cui in codice rosso, quindi in condizioni molto gravi. La maggior parte dei sopravvissuti si trova attualmente presso l’ospedale San Martino dove è stata anche allestita la camera mortuaria, mentre gli altri si trovano ricoverati presso l’ospedale Villa Scassi. E’ probabile che nella giornata di sabato si tengano i funerali di Stato, e sarà lutto nazionale. Si attendono ulteriori aggiornamenti nel corso delle prossime ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“DAVA UN SENSO DI INSICUREZZA”

Quanto accaduto a Genova è stato definito a gran voce una “strage annunciata” da più fronti, in ultimo dai dipendenti Amiu, la municipalizzata dei rifiuti di Genova, da anni al lavoro proprio sotto il ponte Morandi crollato lo scorso 14 agosto. Una situazione pericolosa ormai da anni ma che, nonostante i dovuti avvertimenti, era rimasta inascoltata. E così, mentre residenti e dipendenti Amiu attendevano invano un intervento, i calcinacci ed i pezzi di ferro continuavano a cadere dal viadotto. Episodi, questi, che si rincorrevano quasi quotidianamente almeno dal 2015 e che per questo l’azienda aveva deciso di proteggersi con reti metalliche e pensiline per poi rivolgersi direttamente anche ad Autostrade mettendola al corrente di quanto stava accadendo. Oggi, a far giungere forte e chiara la denuncia sono i rappresentanti sindacali Usb dell’Amiu a Ilfattoquotidiano.it: “Non avremmo mai potuto pensare che venisse giù, eppure negli ultimi anni c’era un certo senso di insicurezza”, dicono. Stando a quanto assicurato al quotidiano, l’azienda aveva scritto sia ad Autostrade che a Spea, società della stessa Autostrade che si occupa della manutenzione e i tecnici erano arrivati nella rimessa per fare delle ispezioni e tentare di capire cosa fosse accaduto. “Se il ponte fosse venuto giù mezz’ora prima sarebbero morti 30 colleghi che erano a lavoro dove ora sono solo macerie e capannoni sfondati. Oppure pensate se non ci fosse stato l’acquazzone, che ha allontanato le persone dall’isola ecologica per il conferimento rifiuti ingombranti”, commentano oggi ancora sconvolti. La sensazione è quella di aver lavorato fino alle passate ore “in una zona sensibile, in un posto infausto” perché l’incidente “è stato tutto fuorché una fatalità”. A ciò si aggiunge un’altra emergenza per l’Amiu, quella legata ai rifiuti della zona di Ponente a causa della distruzione dei mezzi di raccolta e delle presse in seguito al crollo del Morandi. (Agg. di Emanuela Longo)

MATTEO SALVINI: SARANNO DEMOLITE LE CASE SOTTO IL PONTE

Il Ministro degli Interni Matteo Salvini, in un punto stampa allestito vicino al ponte Morandi, ha dovuto a nome di tutto il Governo dire l’amara verità sul prossimo futuro di quell’area dove sono presenti numerose abitazioni “in mezzo” alle due parti di Genova oggi spezzate a metà. «Le case sotto il ponte verranno demolite tutte e l’impegno è di ridare entro la fine dell’anno un’abitazione a tutte le persone che per motivi di sicurezza le hanno dovute abbandonare», ha spiegato Salvini al termine del sopralluogo sotto il viadotto, di fatto confermando i timori del sindaco Marco Bucci che già oggi aveva rilanciato la possibilità forte che quelle case non potessero salvarsi. «Alcune decine di appartamenti sono già stati recuperati da Comune e Regione», ha poi aggiunto ancora il vicepremier della Lega lasciando l’area dove continuano gli scavi per cercare altri dispersi. Intanto molto importante l’avviso lanciato da Autostrade per l’Italia, che in tutta la giornata ha dovuto difendersi dagli attacchi durissimi del Governo Conte e degli stessi familiari delle vittime del Morandi: «Autostrade per l’Italia sta lavorando alacremente alla definizione del progetto di ricostruzione del viadotto, che completerebbe in cinque mesi dalla piena disponibilità delle aree. Continueremo», conclude la nota della società concessionaria, «a collaborare con le istituzioni locali per ridurre il più possibile i disagi causati dal crollo». 

CONTE, “STATO D’EMERGENZA PER 12 MESI”

Il Premier Conte e i Ministri Salvini, Toninelli e Di Maio hanno concluso il CdM d’emergenza a Genova e hanno spiegato in una rapida conferenza stampa i contenuti principali dei primissimi provvedimenti presi dopo la strage del ponte Morandi: «abbiamo decretato lo stato di emergenza a Genova per 12 mesi. Preso nomineremo il Commissario Straordinario per la gestione della crisi ligure», fa sapere il Presidente del Consiglio. Il Governo ha poi annunciato di aver stanziato i primi 5 milioni di euro per gli interventi urgenti, cui dovranno ovviamente seguire altri fondi da sbloccare in Manovra e nei piani dell’immediato futuro. Sul tema più spinoso, quello delle responsabilità, arriva la conferma del Premier dopo gli attacchi durissimi di Di Maio e Toninelli: «Avvieremo la procedura per la revoca della concessione a società Autostrade» nel tratto dell’A10. In particolare, riportano fonti Agi, la polizia acquisirà il contratto di servizio che impegnava Autostrade per l’Italia per la manutenzione del ponte. Conte ha poi aggiunto di aver deciso di «proclamare una giornata di lutto nazionale. Dobbiamo ancora individuare il giorno, che coinciderà con la giornata della cerimonia funebre delle persone defunte». A chi chiedeva quando potevano essere rimosse tutte le macerie sul luogo della tragedia, il Premier ha spiegato che dovrà avvenire tutto «al più presto andranno rimosse le macerie per costruire dei percorsi di viabilità alternativi». 

L’ALLARME INASCOLTATO NEL 2016

«Certamente il ministero si costituirà parte civile»: così ha confermato il Ministro dei Trasporti Toninelli in merito al crollo del ponte, sottolineando ancora la responsabilità gravissima che avrebbe Autostrade per l’Italia. «Chi ha sbagliato deve pagare fino alla fine. La prima cosa che faremo è andare a guardare la convenzione con Autostrade per l’Italia e revocarla, e sanzionare pesantemente coloro che non hanno adempiuto a obblighi contrattuali chiarissimi, quelli della manutenzione», ha concluso il ministro che chiede, assieme a tutto il Governo, che la concessionaria paghi tutti i danni dell’immane tragedia avvenuta in Liguria. Nel frattempo l’Agi oggi ha intervistato l’ex senatore Maurizio Rossi (Scelta Civica e Gruppo Misto) che nel 2016 fece una interrogazione parlamentare sui cedimenti del ponte Morandi, rimasta del tutto inascoltata: «davanti al ministro Delrio denunciai il cedimento dei giunti sul ponte Morandi», due anni dopo è caduto tragicamente. «Non ho mai ricevuto risposta a quella interrogazione.

Il tema del ponte è sempre stato all’attenzione di tutti i genovesi: il traffico enorme, i centinaia di tir spesso fermi in coda, destavano preoccupazione. La mia interrogazione partiva dalla paura che il ponte venisse bloccato, come ho scritto, mai avrei pensato che potesse collassare, è una cosa impensabile», spiega Rossi ai colleghi dell’Agi, che poi riportato ampi stralci di quel documento presentato in Parlamento. Quanto si scorge è pazzesco, letto il giorno dopo la tragedia del Morandi: «recentemente il ponte è stato oggetto di un preoccupante cedimento dei giunti che hanno reso necessaria un’opera straordinaria di manutenzione senza la quale è concreto il rischio di una sua chiusura. Se non si predispone immediatamente una nuova strategia stradale di più ampio respiro del capoluogo ligure, i mancati lavori di realizzazione della Gronda sommati alla possibile futura chiusura totale o parziale del Ponte Morandi, determinerebbero inevitabilmente il collasso dell’intero sistema viario genovese».

DI MAIO, “NOI NON SIAMO PAGATI DA BENETTON”

Giunti sul posto del crollo, dopo un breve giro di ricognizione sopra l’elicottero nella larga zona del viadotto crollato, i ministri Toninelli e Di Maio hanno rilanciato ancora una volta il loro obiettivo principale e responsabile: «Il problema del crollo del ponte dipende dal fatto che quando paghiamo un pedaggio immaginiamo che quei soldi siano reinvestiti in manutenzione ma invece si dividono gli utili e i ponti qui crollano». Nell’attaccare Autostrade per l’Italia, che al momento ha risposto con una breve nota in cui prova a difendersi dalle prime accuse giunte, il vicepremier Di Maio aggiunge una stilettata fortissima contro la famiglia Benetton: «Per la prima volta c’è un governo che non ha preso soldi da Benetton, e siamo qui a dirvi che revochiamo i contratti e ci saranno multe per 150 milioni di euro. Autostrade ha poi la sede finanziaria in Lussemburgo, quindi manco pagano le tasse. Se il ponte era pericolante dovevano dire che andava chiuso». Di contro, il Governatore della Liguria Giovanni Toti attacca il Ministero delle Infrastrutture (attuale e passato): «Il ministero delle Infrastrutture è l’organismo di controllo sugli investimenti di concessione e sul regolare svolgimento di quel contratto. Quindi sono gli uffici del Mit che devono verificare insieme alla concessionaria. Noi come Regione e come territorio aspettiamo delle risposte. Le responsabilità andranno certificate con grande rigore e con grande fermezza e ove vi fosse perseguite con durezza». 

LE POLEMICHE SULLA “FAVOLETTA”

Dopo il crollo del viadotto Morandi di Genova, in rete è iniziato a circolare un comunicato risalente al 2013, in cui si sosteneva quanto fosse sicuro lo stesso ponte situato nel capoluogo della Liguria. In particolare erano esponenti del Movimento 5 Stelle a ribellarsi all’abbattimento del viadotto in favore di una nuova rete autostradale. I pentastellati parlavano di “favoletta”, come si legge in questo passaggio: «Ci viene poi raccontata, a turno, la favoletta dell’imminente crollo del ponte Morandi, come ha fatto per ultimo anche l’ex Presidente della Provincia, il quale dimostra chiaramente di non avere letto la Relazione Conclusiva del Dibattito Pubblico». Il comunicato è stato tempestivamente rimosso da parte dei grillini, ovviamente imbarazzati, ma la rete è riuscita a catturarlo e a pubblicarlo online, come fatto da Il Foglio. (aggiornato da Giancri)

IL COMMENTO DI SALVINI

Torna a parlare del crollo del viadotto Morandi, il vice presidente del consiglio, Matteo Salvini. Intervistato dai microfoni di Radio 24 stamane, il leader del carroccio si è soffermato in particolare sui vigili del fuoco, che in queste ore stanno svolgendo un lavoro delicato quanto prezioso, per estrarre i feriti dalle macerie dopo il crollo del ponte genovese: «Ho ereditato un piano di assunzioni di 1.600 unità nei vigili del fuoco – spiega – stiamo lavorando per assumerne 1.500 in un anno, e quindi raddoppiare quel piano che stava fermo sulla scrivania». Il ministro dell’interno ha quindi aggiunto: «I 12 milioni tolti alla mafia andranno ai vigili del fuoco per acquistare mezzi». Salvini si è detto quindi d’accordo con Di Maio e Toninelli circa la revoca della concessione ad autostrade per l’italia. Infine, ha mandato un messaggio all’Europa circa i fondi destinati alla sicurezza: «Gli investimenti che salvano vita, lavoro e diritto alla salute – ha concluso – non devono essere calcolati dalle rigide e algide regole imposte dall’Europa. I sindaci hanno fondi che potrebbero essere usati domani». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

TONINELLI E DI MAIO CONTRO AUTOSTRADE

Genova, il giorno dopo: i morti ancora si contano (la Prefettura racconta questa mattina di 37 vittime, di cui 5 non identificati) e la rabbia per i genovesi sale visti i tanti problemi e le critiche che quel Ponte Morandi aveva suscitato fin dalla sua nascita nel 1967. In particolare è la politica che prova a prendere “la scena” con dichiarazioni del Governo alquanto “roboanti” che mirano verso un unico obiettivo ritenuto completamente responsabile: Autostrade per l’Italia. «I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto. E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro. Se non sono capaci di gestire le nostre Autostrade, lo farà lo Stato», ha scritto su Facebook il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. Non solo, il grillino ha poi aggiunto in un’altra nota come le colpe per il crollo del viadotto sul torrente Polcevera fanno provare rabbia e dolore, con diversi responsabili: «Oggi sarò tra le macerie macchiate di sangue e provo rabbia perché in un Paese civile non si può morire per un ponte che crolla. Lo voglio ribadire con ancora più forza: chi ha colpe per questa tragedia ingiustificabile dovrà essere punito. Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d’Europa mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi. Incassano miliardi, versando in tasse pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari».

LE REAZIONI DELLA POLITICA

Il “ponte malato”, così viene definito oggi quel viadotto crollato ieri alle 11.50 sotto il peso ancora non si sa di cosa, avvolto nelle macere inghiottendo circa 30 autovetture di diverso tipo (con già 3 bambini morti nella lunga conta delle vittime). Proprio quella “malattia” viene pesantemente attaccata anche dai vicepremier nei primi interventi della mattinata: Matteo Salvini in una intervista a Radio 24 attacca, «La revoca delle concessioni è il minimo che ci si possa aspettare. Nostro dovere sarà controllare tutte le opere pubbliche segnalate da sindaci e cittadini, e individuare i colpevoli di questo disastro che non resterà impunito». Per Luigi Di Maio invece l’affondo è ancora più duro e sposta la “barra” ancor più contro la gestione “privata” della società autostradale: «Non è stata una fatalità. I responsabili hanno un nome e cognome, e sono Autostrade per l’italia. Per anni si è detto che fare gestire ai privati sarebbe stato meglio che farlo fare allo Stato. Oggi così abbiamo uno dei più grandi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza e non c’era niente che facesse immaginare il crollo. Autostrade doveva fare la manutenzione e non l’ha fatta. Incassa i pedaggi più alti d’Europa e paghe tasse bassissime peraltro in Lussemburgo. Bisogna ritirare le concessioni e far pagare le multe». In merito ai fondi per la viabilità, il Governo gialloverde assicura con il premier Conte e i vice Di Maio e Salvini la possibilità di attingere dai fondi straordinari per poter dare a Genova al più presto una viabilità “sostenibile”: la città è spezzata in due e questo, purtroppo, rimarrà un fatto per probabilmente diverso tempo.