La bara di Rita Borsellino, sorella del giudice antimafia Paolo, si trova a soli pochi passi dalla ex villa nella quale abitò a lungo Totò Riina, nel complesso di via Bernini 52. Qui si trova la sua camera ardente come la stessa richiese nelle sue ultime volontà e che oggi rappresentano l’ultima sfida contro quella mafia che nel 1992 coinvolse nella strage di via D’Amelio il fratello Paolo. In queste ore sono numerosi i messaggi di cordoglio e tra i tanti spunta anche quello del prefetto di Palermo Antonella De Miro il quale, come riporta RaiNews, proprio arrivando alla camera ardente che resterà aperta anche domani, dalle 7 alle 9 prima dei funerali, ha detto, parlando di Rita Borsellino: “Era una donna schiva, una donna semplice e timida, che si è trasformata in una militante dell’antimafia vera. Dell’antimafia che significa ricordo, testimonianza dei valori per cui è morto suo fratello”. Quei suoi valori ben radicati, a detta del prefetto, la trasformarono in una paladina “per ricordare ai giovani quanto sono importanti questi valori per i quali bisogna fare tutti una scelta coraggiosa nella quotidianità. Una scelta coerente negli anni. Vale per tutti, per le istituzioni e i giovani che saranno i nostri testimoni nel futuro”. Quindi la De Miro ha voluto porgere i suoi più sentiti ringraziamenti alla donna scomparsa all’età di 73 anni dopo una lunga malattia, “perché lei non ha mai smesso di lottare, nemmeno in questi mesi di malattia. E’ andata via serena per aver combattuto la giusta battaglia”, ha chiosato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



I FIGLI “SEMPRE CERCATO LA VERITÀ”

E’ una folla particolarmente silenziosa e commossa quella che oggi si è radunata ancor prima dell’apertura della camera ardente allestita per Rita Borsellino, sorella del giudice antimafia Paolo ed anche lei grande combattente contro quella stessa mafia che uccise il magistrato. Oltre ai familiari della donna 73enne, è presente anche gente comune, molti ragazzi e scout ma anche alcuni rappresentanti delle istituzioni tra cui il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il sindaco Leoluca Orlando e l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso. Fino alle 20 di stasera, dunque, proseguirà il viavai che riprenderà anche domani mattina prima dei funerali che si terranno alle 11.30. Presso la camera ardente, a parlare come riporta RaiNews è stata anche Marta, figlia di Rita e presente insieme ai fratelli Cecilia e Claudio: “Mamma ha sempre dato tutto, non si è mai risparmiata né tirata indietro. Viveva in simbiosi con tutti. E così, anche consegnare un ricordo di lei, è difficile perché in mente ne affiorano tanti”. A loro ha lasciato il suo insegnamento più grande, ovvero quello di “essere veri e coerenti a qualsiasi costo. Non ha mai smesso di cercare la verità, diceva non mi interessa chi è stato, ma voglio sapere perché. La ricerca della verità penso sia utile non solo a noi ma a tutta la comunità nazionale”, ha concluso commossa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



DOMANI FUNERALI SORELLA GIUDICE

Domani si terranno i funerali di Rita Borsellino alle 11,30 nella chiesa “Madonna della Provvidenza-Don Orione” di via Ammiraglio Rizzo: i figli Cecilia, Marta e Claudio hanno lasciato un breve comunicato in cui spiegano il motivo di una camera ardente allestita proprio all’interno di un bene confiscato alla mafia, quella stessa mafia che lei e il fratello Paolo hanno strenuamente combattuto fino all’ultimo giorno della loro vita. «Consapevoli che il lungo ed instancabile impegno di Rita Borsellino verso una società di giustizia è stato riferimento per tante persone, soprattutto giovani ragazzi i figli Claudio, Cecilia e Marta rendono noto che per chi volesse lasciare un segno della propria vicinanza è possibile sostenere i progetti del Centro studi Paolo Borsellino, associazione che Rita ha fondato e della quale è stata presidente sino alla fine, affinché il suo impegno possa continuare ad essere operante. E’ possibile devolvere il contributo presso la camera ardente o tramite bonifico bancario all’iban IT57O0501804600000000152801, con la causale In memoria di Rita Borsellino», si legge nella nota del Centro Studi Paolo Borsellino.



CAMERA ARDENTE ALLESTITA IN UN BENE CONFISCATO ALLA MAFIA

La camera ardente di Rita Borsellino sarà allestita stamattina a Palermo, in via Bernini 52 in un bene confiscato alla mafia e assegnato dal Comune al Centro studi Paolo Borsellino. “Con Rita Borsellino scompare una figura simbolo di testimonianza antimafia e di impegno della società civile” ha detto ieri il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Dello stesso identico pensiero, anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè: “Una donna straordinaria che si è contraddistinta per l’impegno profuso contro tutte le mafie e le ingiustizie”. “Con Rita Borsellino si è spenta una luce dell’antimafia vera” dice il Centro Studi Pio La Torre, mentre per il segretario Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, Rita Borsellino è “simbolo della Palermo che ricorda il passato e le azioni dei grandi protagonisti della lotta alla mafia, per cambiare il presente”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)

LE PAROLE DI PIETRO GRASSO

Sono moltissimi quelli che hanno voluto esprimere un loro personale ricordo per Rita Borsellino morta a Palermo. Tra chi ha voluto salutare la sorella di Paolo Borsellino c’è anche l’ex Presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso. Questi su Twitter ha postato una sua foto, sottolineando: “Rita Borsellino ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca di verità e all’educazione civica dei più giovani. Ha rappresentato un punto fermo per migliaia di cittadini con tenacia, passione e grande eleganza. Ciao Rita, abbraccia Paolo e Agnese, e rassicurali che non ci fermeremo mai“, clicca qui per la foto e per i commenti dei follower. Un messaggio importante che oltre a citare ovviamente Paolo Borsellino ci porta anche la sua splendida moglie Agnese. La morte di Rita è sicuramente il segnale di un’Italia che se ne va e che ci lascia un vuoto incolmabile all’interno di una cultura atta a respingere ogni tipo di mafia. (agg. di Matteo Fantozzi)

GLI ESORDI DELLA SUA BATTAGLIA

Si è spenta, dopo una lunga malattia, Rita Borsellino, sorella del ben noto Paolo. Farmacista forte e determinata, sulle spalle portava il peso di una ribalta alla quale era “costretta” in virtù del sangue familiare. Un percorso, il suo, iniziato sicuramente dall’indimenticata strage che ha portato alla morte suo fratello Paolo, simbolo della lotta alla mafia. “Andai a trovare mia madre a casa del suo cardiologo – ricordava Rita qualche tempo fa – e lei mi disse: “Vai dalle mamme degli agenti che sono morti con Paolo e cerca di capire di cosa hanno bisogno”. Io sono sempre stata timidissima, ma da quel momento ho cominciato a partecipare ai dibattiti, ad andare nelle scuole, per non disperdere un messaggio”. Il messaggio, appunto, contenuto in parole semplici: memoria, coerenza. “E quando, a fine 1994, mi chiamò don Ciotti per aderire a Libera – rammentò un giorno – cambiò la mia vita. Io, che non avevo viaggiato mai da sola, cominciai un lungo giro d’Europa per parlare di legalità” (Aggiornamento di Anna Montesano)

IL TOCCANTE ADDIO DI LIBERA

Un’ondata di commozione in seguito alla notizia della morte di Rita Borsellino è giunta dalla città di Palermo che, attraverso il sindaco Leoluca Orlando, ha manifestato il “grandissimo dolore” per la scomparsa della sorella del giudice antimafia Paolo Borsellino, ucciso nell’agguato del luglio 1992. Parlando di Rita, Orlando ha ricorda che “con la sua dolce determinazione ha combattuto tante battaglie non solo di legalità e civiltà nella nostra Isola e nel nostro Paese”. A detta del primo cittadino palermitano, Rita ha saputo trasformare la tragedia e la violenza che hanno colpito la sua famiglia in impegno civile; un impegno che ha contribuito a trasformare Palermo e che rimarrà scolpito nella storia e nella memoria di questa città. In questo momento triste sono vicino alla sua straordinaria famiglia, cui va un caloroso abbraccio”. A commentare la triste notizia anche l’associazione Libera, della quale Rita ne fu vicepresidente e che l’ha salutata con un commovente messaggio: “Ciao Rita è stato bello camminare insieme, grazie per la tua gentilezza, per il tuo coraggio, per la tua voglia di combattere. Ci mancherai molto. Ci mancheranno le tue parole, la tua passione, il tuo impegno civile e politico e la tua sete di vita. E, ricordandoti, cercheremo di essere anche noi, un po’ più vivi”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

MATTARELLA “FU TESTIMONE DELL’ANTIMAFIA”

Aveva 73 anni Rita Borsellino, sorella del giudice antimafia Paolo, ucciso nella strage di via D’Amelio del ’92, ma da tempo combatteva contro una malattia che, ultimamente, aveva portato ad un sempre più vistoso peggioramento delle sue condizioni di salute. Come spiega RaiNews, la donna si trovava ricoverata in terapia intensiva ma nel pomeriggio è stato confermato il decesso, presso l’ospedale Civico del capoluogo siciliano. Proprio qui, molto probabilmente, verrà allestita la camera aderente. Rita, farmacista di professione, era la minore di quattro fratelli e madre di tre figli. Fino alla fine si è battuta affinché potesse conoscere la verità sulla morte del fratello Paolo ucciso dalla mafia. Subito dopo la notizia della sua morte non è mancato il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in una nota ha fatto sapere: “Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Rita Borsellino, alla quale mi legavano sentimenti di vera amicizia e di condivisione. Con coraggio e determinazione, ha raccolto l’insegnamento del fratello Paolo, diventando testimone autorevole e autentica dell’antimafia e punto di riferimento per legalità e impegno per migliaia di giovani”. Il capo dello Stato ha espresso quindi la sua forte vicinanza alla famiglia di Rita. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

MORTA SORELLA DEL GIUDICE UCCISO DALLA MAFIA

Era purtroppo malata da tempo Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo trucidato dalla Mafia, quando un mese fa partecipò per l’ultima volta alla commemorazione della Strage di Via D’Amelio. Non ce l’ha fatta e oggi è morta nella sua Palermo, a 73 anni dopo aver combattuto a lungo una brutta malattia. «La memoria è vita che si coltiva ogni giorno»: lo aveva detto proprio Rita nella sua ultima uscita pubblica il 18 luglio scorso, da una sedia a rotelle ma ancora straordinariamente lucida. Dalla morte dell’amato fratello Paolo, ucciso dai Boss della Mafia corleonese appena tre mesi dopo la Strage di Capaci dell’altro magistrato e amico Giovanni Falcone, Rita Borsellino era divenuta una dei simboli e testimonial dell’Antimafia in tutta Italia. Con quella frase pronunciata aveva anticipato quell’ultima corona di fiori depositata, con sguardo commosso, davanti all’ulivo in Via D’Amelio, sostenuta dalle ipotesi Fiammetta e Lucia. «Non vogliamo una verità ma la verità sulla morte di Paolo», aveva continuato a ripetere fino ai suoi ultimi giorni in terra.

SFIDÒ CUFFARO PER LA GUIDA DELLA REGIONE SICILIA

«Con grande dolore rendiamo noto che Rita Borsellino, presidente di questa associazione, è tornata alla casa del Padre.. Abbracciano i figli e le nipoti», hanno annunciato nel pomeriggio i componenti del Centro studi Paolo Borsellino. La morte appena sei mesi dopo la scomparsa del partito amatissimo, Renato Fiore: bene 23 anni fa Rita Borsellino divenne vicepresidente di Libera, l’associazione Antimafia fondata da Don Luigi Ciotti, fino a quando nel 2015 provò a candidarsi alla guida della Regione Sicilia contro Totò Cuffaro. Perse, ma volle lo stesso diversi anni dopo – nel 2012 – candidarsi a sindaco di Palermo, perdendo per pochi voti le primarie del Centrosinistra, sostenuta anche dall’attuale primo cittadino Leoluca Orlando. Simbolo della sinistra radicale, testimone incessante della lotta contro la mafia in tutte le sue pieghe, Rita Borsellino scompare quando ancora i processi sulla trattativa Stato-Mafia e sulla stessa Strage di Capaci ancora non hanno raggiunto una conclusione definitiva, ben 26 anni dopo quella terribile stagione.