Proseguono senza interruzione le operazioni di soccorso dopo il crollo del ponte Morandi, a Genova, con i vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile che continuano a cercare le 5 persone ancora disperse nella speranza di trovarle miracolosamente ancora in vita e per questo a spron battuto portano avanti le demolizioni e le rimozioni delle parti del viadotto crollato che ostacolano il loro lavoro. Rispetto alla situazione dei feriti, come riportato dall’Huffington Post, due sono ancora in gravi condizioni: nello specifico si tratta di una donna di 74 anni, nata a Sassari ma residente a Genova, e di un uomo di origini romene, attualmente in coma farmacologico. Angelo Gratarola, responsabile del Diar, Dipartimento Interaziendale Emergenze dell’ospedale San Martino di Genova, facendo il punto oggi in Regione Liguria, come riporta Il Messaggero ha dichiarato:”I feriti in totale sono stati 16 a vario titolo, ne sono rimasti 8 o 9 ormai, man mano che passano i giorni alcuni di loro potranno essere dimessi. Alla fine ne rimarranno 4 o 5 che avranno bisogno di più tempo per il recupero”. (agg. di Dario D’Angelo) FOCUS SUL PONTE GENOVA: CHI SONO LE VITTIME – REAZIONI POLITICA – CONCESSIONI AUTOSTRADE – ATLANTIA KO IN BORSA – CAOS FUNERALI DI STATO



ANCORA 5 DISPERSI

La notizia molto importante arriva dalla Protezione Civile e rivela quanto emerso nelle ultime ricerche svolte sotto il Morandi: «sono cinque le persone che mancano all’appello» e dunque non 10-20 come invece sembrava dalle prime notizie rilanciate la sera dopo la tragedia del viadotto crollato. Al numero, confermato dal Dipartimento della Protezione Civile pochi istanti fa, si è arrivati in seguito alle verifiche effettuate dalla Prefettura di Genova sulle segnalazioni delle persone scomparse che erano state fornite in un primo momento. Secondo le fonti di Rai News24, le 5 persone disperse sarebbero «tre componenti di una famiglia, un operaio e un cittadino di origine tedesca». Intanto si preparano per domani i Funerali di Stato, con la polemica che per tutto il giorno ha infiammato tra alcuni familiari delle vittime e le istituzioni (qui sotto tutti i dettagli): saranno 18 i feretri ai funerali di Stato indetti dopo il crollo di ponte Morandi che, al momento ha causato 38 vittime. In Fiera di Genova è giunto questo pomeriggio il Cardinal Bagnasco che ha detto il rosario con le famiglie presenti, in attesa delle esequie ufficiali di domani (ore 11). Sul fronte feriti, invece, vi sarebbe una significativa novità che riguarda una delle persone più gravi tra quelli ricoverati in codice rosso da tre giorni: «Una donna coinvolta nel crollo del ponte autostradale Morandi ricoverata all’ospedale Galliera e sottoposta a interventi chirurgici per lesioni all’addome stamani è stata risvegliata dal coma farmacologico. La prognosi resta riservata ma ci sono buone speranze che possa sopravvivere», spiega il responsabile del Dipartimento Interaziendale Emergenze Angelo Grattarola. 



CAUSE CROLLO: IPOTESI ROTTURA DI UN TIRANTE

La rottura di un tirante è ormai l’ipotesi principale del crollo del Ponte Morandi su quegli 80 metri di vuoto e terrore: Roberto Ferrazza, il capo dei tecnici della Commissione ministeriale voluto da Toninelli e dal Governo, ha appena confermato che proprio la rottura dello strallo potrebbe essere stata la causa ultima dello sbriciolamento sul torrente Polcevera. Ferrazza ha espresso un piena collaborazione con la Procura e tutti gli organi investigativi per provare a capire cosa davvero ha portato alla tragedia di Genova. «Il nuovo ponte non ci sarà fino a che non saranno chiarite tutte le cause del crollo», ha ultimato il tecnico mandato dal ministro Toninelli. Intanto la Procura ha sequestrato ogni parte rimasta del Morandi: il Mit, inoltre, si scaglia ancora contro Autostrade per l’Italia spiegando in una nota come «Qualsiasi verifica strutturale sulle opere in concessione è compito del concessionario: lo Stato demanda a un soggetto terzo le competenze legate alla gestione e manutenzione dell’infrastruttura». La polemica sulla Serie A intanto prosegue con la Lega calcio e la Figc che ancora non hanno risposto ufficialmente (e non è detto che lo faranno) alle varie richieste giunte, anche dal Governo, di stoppare la prima giornata del Campionato prevista per domani e domenica 19 agosto.



SINDACO BUCCI: “CASE AGLI SFOLLATI ENTRO NOVEMBRE”

Il sindaco di Genova Marco Bucci ha parlato alla città, ancora scossa dalla terribile tragedia del 14 agosto: parlando con le famiglie sfollate fuori dalla zona rossa le rassicura, «Ora arrivano le case, state tranquilli. Lunedì saranno pronte le prime 45», ha spiegato il primo cittadino genovese, confermato anche dal Governatore della Liguria Toti pochi minuto dopo. «Poi si procederà al ritmo di 30 alla settimana. Lunedì avremo elenco delle persone, in base alle priorità, e degli alloggi. Ce ne sono già altri 40 pronti, delle 350 che dobbiamo ristrutturare, le prime saranno pronte a settembre. Insomma andiamo avanti», spiega Bucci che lascia anche intendere un possibile sostegno iniziale agli affitti delle famiglie rimaste senza case sono il ponte Morandi. Polemica invece che non si placa quella sul campionato di Serie A che dovrebbe partire domani, nonostante la giornata di lutto nazionale. Dopo le parole dell’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri – «Ci sono organi che hanno la competenza, credo che sia stata giusta la decisione di non fare giocare Genoa e Samp . Noi ci adeguiamo, giocheremo sabato nel giorno del lutto nazionale, lo dobbiamo fare, così hanno deciso, lo faremo nel rispetto e nella vicinanza a chi ha subìto la tragedia» – è il ministro Salvini a rinfocolare la critica alla Lega calcio, secondo cui «arebbe doveroso, per rispetto e vicinanza a Genova e ai parenti delle vittime, che il campionato di calcio sabato e domenica si fermasse. Non lasciamo sole le squadre genovesi: business e interessi televisivi possono attendere».

FAMIGLIA SALVA PER UN TIR NON SORPASSATO

Mentre le fiamme sono state domate, viene data notizia di una donna di 74 anni rimasta intossicata dopo l’incendio divampato sotto il ponte Morandi questa mattina: si tratta di Angela Fiori, sassarese di nascita ma residente a Genova, residente a Certosa (quartiere sotto il viadotto mezzo crollato). È al momento ricoverata in rianimazione al Monoblocco dell’ospedale San Martino, ma non è in gravi condizioni. Sul fronte indagini, intanto, la Procura di Genova ha eseguito il sequestro dei due tronconi dell’autostrada rimanenti del ponte Morandi e dei manufatti crollati. «I pubblici ministeri Walter Cotugno e Massimo Terrile hanno decido in questo modo di cristallizzare la scena del crimine», riporta il Secolo XIX. Le polemiche politiche proseguono senza sosta, ma sono le storie legate alle vittime a impressionare questi primi giorni post tragedia: una famiglia di Mondovì, ad esempio, è scampata al disastro per un miracolo incredibile e apparentemente “banalissimo”. «Non è il caso di superare il furgone. C’è una lunga coda: aspettiamo. Arriveremo un po’ più tardi, ma non importa: siamo in vacanza»: così disse il marito Alfio alla moglie Agnese – secondo quanto riportato da “L”Unione Monregalese” – mentre si stava formando la coda per il temporale. Dopo qualche secondo il marito ha sentito l’asfalto che tremava e ha urlato, «sta crollando il ponte!»: a quel punto la moglie racconta, «io ho guardato fuori dal finestrino e ho visto i tiranti che si sganciavano. In quell’istante non so cosa ho pensato. Non c’era spazio per fare retromarcia. Ho staccato il bambino dal seggiolino e ci siamo messi a correre». Si sono salvati e hanno aiutato altri a scappare dalle macchine per mettersi in salvo ad inizio ponte: è incredibile, ma è successo anche questo in quegli attimi di panico mentre tutto stava crollando.

INCENDIO NEL CAPANNONE SOTTO IL VIADOTTO

Questa mattina attorno alle ore 7,30 un incendio è divampato all’interno di uno dei capannoni sottostanti al ponte Morandi mezzo crollato: per il momento non si conoscono le cause del rogo che ha spaventato e non poco i Vigili del Fuoco, dato che in un primo momento si pensava ad un altro crollo dell’area rimasta in piedi del viadotto. Al momento la situazione è del tutto sotto controllo anche perché in quel luogo era già pieno di pompieri per gli scavi che continuano, incessanti, alla ricerca dei dispersi sotto le macerie: pare, dalle prime info riportate dall’Ansa, che l’incendio possa essere stato originato da alcune scintille provocate per tagliare i cavi d’acciaio che penzolano nel vuoto nel punto in cui è crollato il Morandi. Secondo quanto riporta Tg Com24, «In due punti si stanno concentrando le ricerche delle persone che ancora mancano all’appello: il basamento del pilone crollato, all’altezza dell’argine sinistro del Polcevera, e il blocco di ponte lungo una ventina di metri precipitato dopo essersi cappottato sulla ferrovia». Nel frattempo il Ministro degli Interni Matteo Salvini ha lodato su Twitter l’opera degli eroi presenti a Genova: «Altra notte di soccorsi e di ricerche. A Genova i Vigili del Fuoco stanno lavorando senza sosta per demolire e rimuovere le macerie. Grazie, eroi, siete l’orgoglio dell’Italia». 

TUTTE LE INFO SU PORTO E AEROPORTO

Come si entra ed esce da Genova dopo il crollo del ponte Morandi? Questa è forse la domanda più ricorrente insieme a quella su chi siano i responsabili di una strage che per il momento ha provocato un bilancio di 39 vittime. Si è detto in queste ore di come il ponte fosse un punto di snodo fondamentale della città, un collegamento sulla carta imprescindibile, ma di cui adesso si dovrà fare a meno, volenti o nolenti. In questi casi si è soliti dire “show must go on”, ed è anche per questo motivo che la Polizia Stradale in queste ore di grande caos e scoramento si è preoccupata di fornire le indicazioni necessarie per gli spostamenti interni ed esterni alla città di Genova. Informazioni fondamentali sono quelle riguardanti il traffico da e per il porto e l’aeroporto. Per chi proviene da Ventimiglia, l’indicazione è quella di “percorrere la A10 ed uscire allo svincolo di Genova Aeroporto”. Chi proviene da Milano o Livorno deve invece “procedere lungo a A7 Milano–Genova e uscire a Genova Ovest”, mentre chi fa il percorso inverso “può prendere la A7 in direzione nord”. Per quanto concerne invece chi viene dal porto o dall’aeroporto di Genova e deve raggiungere Savona o Ventimiglia, il passaggio obbligato è la “A7 al casello di Genova Ovest e poi la diramazione D26 Predosa – Bettole e infine la A26 direzione sud fino alla interconnessione con la A10”. (agg. di Dario D’Angelo) 

LE INDICAZIONI DELLA POLIZIA STRADALE

Il traffico a Genova sarà l’elemento che da qui per un indefinito lasso di tempo nei prossimi mesi sarà il vero tratto drammatico – ovviamente inteso come conseguenza e impatto sulla società, nulla di paragonabile con il dramma umano della morte di quasi 40 persone – in tutta la regione Liguria: la Polizia e Autostrade per l’Italia ha provveduto in questi giorni ad informare dettagliatamente tutti gli utenti su come entrare ed uscire da Genova in tutte le direzioni possibili. «Interruzione del traffico nel tratto compreso tra il bivio per la A7 Milano-Genova e Genova Aeroporto in entrambe le direzioni; sulla A12 Genova-Rosignano Marittima tra Genova Est e il bivio per la A7 verso Genova; sulla A7 tra Bolzaneto e la A10»: le alternative di percorso sono molto più lunghe ma soprattutto in questi primi giorni si tenta di tenere il traffico il più possibile fuori dal nodo di Genova. Dalla Francia verso l’Adriatico, tratta molto battuta durante il mese di agosto, vede come nuovo percorso «Ingresso dal confine di Stato di Ventimiglia – A10 fino interconnessione con A6 e, successivamente, A6 – A21 – A1 – A14». Da Ventimiglia invece verso Milano, Torino e Piacenza vede il percorrimento della A10 fino interconnessione con A6 Torino-Savona, poi seguire le indicazioni per la A4 o A21. «Chi è diretto a Milano può proseguire fino a Genova Voltri e imboccare la A26 quindi lo svincolo di Tortona», conclude il comunicato sul traffico. In merito invece ai paralleli, instancabili, soccorsi dei Vigili del Fuoco e delle autorità sul viadotto crollato, la Prefettura fa sapere che nella ricerca dei dispersi sono impegnati 380 pompieri. 

GRILLO, “BASTA CRESTE DEI PRIVATI SUI BENI PUBBLICI”

In un lungo post sul suo blog, Beppe Grillo parla per la prima volta della “sua” Genova attaccando anch’egli Autostrade per l’Italia e non solo sul fronte concessioni: «Fosse pure uno stuzzicadenti pubblico da ora in poi dovrà essere valutato e concesso solo a condizioni vantaggiose per i cittadini. È per questo che in casi come questi il percorso politico e quello della giustizia devono essere diversi! Sono imprenditori oppure parassiti del denaro pubblico?», si chiede il fondatore del Movimento 5 Stelle. Grillo poi attacca a tutto spiano i “privati” come Autostrade per l’Italia, responsabili secondo lui di “creste pazzesche” sulle costruzioni di beni pubblici: «in un paese davvero civile, se lo Stato concede (si chiamano concessioni) la gestione della salute, dell’acqua e delle sue infrastrutture non dovrebbe limitarsi a scrivere montagne di carte su controlli e altra burocrazia. Lo Stato deve, anche e sopratutto, decidere quale percentuale dei profitti è giusto che rimanga nelle tasche di quel privato. I controlli saranno molto più semplici e la selezione del futuro concessionario quasi automaticamente virtuosa. Per quale ragione, con i nostri soldi, questa gente deve comprarsi aeroporti in Francia o gli stessi giornali che ci accusano di essere noi i colpevoli dei disastri?». Nel frattempo sul fronte soccorsi nella zona rossa, continuano gli scavi per cercare quei 10-20 corpi che ancora mancano all’appello tra i tanti dispersi della tragedia sul ponte Morandi.

CROLLO PONTE MORANDI: GENOVA SOTTO CHOC

Il disastro a Genova per il crollo del ponte Morandi dello scorso 14 agosto, purtroppo, andrà avanti per diversi mesi se non anni: lo stato comatoso della viabilità, del traffico e dei quartieri sottostanti l’area del viadotto venuto giù sul torrente Polcevera sono elementi che daranno tensioni, ansie e preoccupazioni per il popolo genovese e ligure per molto tempo ancora. Per di più, dentro al disastro immane e alla tragedia delle vittime ancora in parte sotto le macerie, aleggia la “burrasca politica” dello scontro tutto politico tra Autostrade per l’Italia (e la holding Atlantia, in pieno crollo in Borsa da due giorni) e il Governo. Conte e Di Maio hanno dato la colpa del tremendo crollo alla mancanza di manutenzione di Autostrade per l’Italia in quel tratto di A10, snodo cruciale del traffico tra Levante e Ponente ligure oltre che per porto e Aeroporto Cristoforo Colombo. Non solo, il Governo Lega-M5s ha in mente di revocare le concessioni per il futuro e di aprire una inchiesta parlamentare per accertare le vere responsabilità del fatto. L’immediata risposta della società – che ha suscitato altre polemiche per la mancanza di “cuore” e di “scuse per le vittime” come detto Salvini – è stata un comunicato in cui afferma: «Autostrade per l’Italia ha speso negli ultimi 5 anni 2,1 miliardi di euro per “manutenzione, sicurezza e viabilità” dei 3.020 chilometri di rete autostradale in gestione. Sempre nel periodo 2013-2017, risulta dai bilanci, la capogruppo Autostrade per l’Italia ha generato utili pari a 4,05 miliardi di euro, distribuendone 3,75 miliardi, pari a quasi il 93%, in dividendi all’azionista Atlantia e ai fondi esteri che nella seconda metà del 2017 ne hanno rilevato il 12% pagando alla holding circa 1,7 miliardi di euro». 

TOTI, “ENTRO TRENTA GIORNI LE CASE PER GLI SFOLLATI”

La prefettura di Genova intanto ha confermato da un lato il numero delle vittime – 38 morti, 15 feriti di cui 9 in codice rosso – e purtroppo ha fatto sapere che i dispersi sotto le macerie, dove ancora si scava senza sosta incessantemente da tre giorni, potrebbero essere ancora «10 o 20». Al momento le ipotesi di reato «sono tutte a carico di ignoti perché bisogna individuare prima le possibili cause», lo ha spiegato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che sovrintende le indagini sul crollo di ponte Morandi. Dopo la sollecitazione di Salvini di questa mattina («Faccio un appello al buon cuore di Autostrade, dia sia un segnale concreto, tangibile, immediato, anche economico alle famiglie delle vittime. Fossi in loro farei un bagno di umiltà e metterei a disposizione tutto quello che ho per le famiglie e per chi è rimasto in vita») Autostrade per l’Italia ha fatto sapere «le ambulanze non pagheranno più il pedaggio sulla propria rete. La decisione ha effetto immediato». Infine, resta il caos degli sfollati – quasi 700 nelle 300 famiglie evacuate vicino al ponte mezzo crollato – con la difficile gestione per i prossimi mesi di case che, stando a quanto detto dal Governo dopo il Consiglio dei Ministri, verranno demolite perchè vicine al ponte pericolosamente incrinato dopo il crollo del pilone. Il Governatore Toti ha fatto sapere, mentre incontrava i familiari delle vittime e i feriti all’ospedale San Martino, che «già nei prossimi giorni ci saranno trenta case disponibili per gli sfollati a causa del ponte Morandi. Altre cento arriveranno più tardi ma l’impegno è di dare una casa a tutti entro la fine dell’anno». QUI IL VIDEO DEGLI ATTIMI APPENA PRIMA IL CROLLO DEL PONTE