L’iter per la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia è stato avviato, ma nemmeno è escluso che da qui alle prossime settimane il governo e i vertici di Aspi non decidano di sedersi attorno ad un tavolo per discutere una soluzione che eviti la battaglia in tribunale. Intervistato dall’Huffington Post, il vicepremier Matteo Salvini indica però una condizione base per iniziare a parlare:”È doveroso a prescindere che Autostrade risarcisca tutti: i feriti, gli sfollati, i parenti delle vittime, la città e cos’ via, senza dimenticare – ovviamente – la ricostruzione. Penso che le loro casse siano forti e se lo possano permettere. Poi, certo, durante l’iter per la revoca della concessione sarà necessario discutere”. Secondo il leader della Lega, la revoca delle concessioni “è un giusto segnale di cambiamento rispetto al passato, così come lo spettro delle penali non sembra spaventare l’esecutivo:”Siamo fiduciosi. È un percorso che inizia e che durerà qualche mese”. Ma a chi gli chiede secondo lui quanto pensa di stanziare il Governo per questa emergenza nella prossima Legge di Bilancio, Salvini risponde:”Spero neanche un centesimo. Perché chi sbaglia paga, e quindi a pagare dovrà essere Autostrade”. (agg. di Dario D’Angelo) FOCUS PONTE GENOVA: ULTIME NOTIZIE LIVE – CRONACA DELLA CROLLO – CHI SONO LE VITTIME
CONTE E TONINELLI, “AL VIA ITER PER REVOCA CONCESSIONE AUTOSTRADE”
La svolta del Governo arriva in serata con l’annuncio del Premier Conte e del Ministro Toninelli: «Il governo tramite la competente direzione del ministero, ha formalmente inoltrato ad Autostrade per l’Italia la lettera di contestazione che avvia la procedura», afferma una nota ufficiale di Palazzo Chigi in merito alle conseguenze della tragedia di Genova. Il Governo gialloverde dunque prosegue nella linea durissima contro la concessionaria ritenuta responsabile del crollo, ovvero proprio Autostrade per l’Italia: «il concessionario avrà facoltà di far pervenire le proprie controdeduzioni entro 15 giorni, fermo restando che il disastro è un fatto oggettivo e inoppugnabile e che l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia. Si è diffusa la notizia che Autostrade per l’Italia sarebbe disponibile a ricostruire il ponte a sue spese. Se questa proposta verrà formalizzata il Governo la valuterà, ma non come contropartita della rinuncia a far valere la voce di tutte le vittime di questa immane tragedia», spiega in una nota il Presidente del Consiglio. Su Facebook poi il Ministro delle Infrastrutture Toninelli avanza, «ogliamo che la città torni alla sua quotidianità. E vogliamo anche giustizia. Il sistema delle concessioni autostradali deve essere ribaltato. E il Governo del cambiamento sente in modo profondo l’importanza di questa missione».
SALVINI VS PD: “MINISTRO CHE HA FIRMATO CONCESSIONE DISTRATTO O INCAPACE”
Parole di fuoco da parte di Matteo Salvini rispetto alla revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia. Il vicepremier a TgCom24 ha tuonato:”Qualcuno non ha rispettato il contratto e c’è qualche ministro precedente che ha firmato una concessione assurda ad Autostrade, dove i controllori erano i controllati che si facevano tutto in casa e dove paghi la penale non solo per i mancati utili, ma anche per i mancati pedaggi”. Il leader della Lega ha anche negato che all’interno del governo ci siano posizioni differenti: “Non c’è nessuna divisione. E’ il momento in cui ci stiamo occupando di continuare a scavare, mettere in sicurezza quel che è rimasto in piedi, dare assistenza ai feriti, alle famiglie, ai defunti, trovare una sistemazione il prima possibile ai 600 sfollati, cose importante in cui impegnati. Se uno guarda la stragrande maggioranza dei giornali e dei telegiornali c’e’ da vergognarsi, sono pieni di supposizione e sciaccallaggio: lo dico da giornalista, mi vergogno di alcuni colleghi”. Sulla firma delle concessioni in passato, Salvini ha chiosato:”Mi domando se chi ha firmato quegli atti lo abbia fatto per distrazione, incapacità o altro”. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI, “NON SIAMO AL MERCATO”
Da una parte Luigi Di Maio, che ribadisce la “volontà politica” del governo di non arretrare sulla revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia. Dall’altra Matteo Salvini, che con diverse sfumature lascia intendere che in ogni caso un dialogo con la società debba essere avviato, non fosse altro per le penali miliardarie che lo Stato si ritroverebbe a pagare con ogni probabilità recedendo dall’accordo. Come riportato dall’Huffington Post, però, dopo aver individuato nelle scuse pubbliche, nella ricostruzione del ponte, nel sostegno economico agli sfollati e ai familiari delle vittime, e nello stop ai pedaggi, il giusto prezzo per una “tregua”, il vicepremier leghista ha tenuto a precisare che non si tratterà di imbastire un accordo meramente economico:”Non siamo al mercato”, per cui “se facesse quello che ha detto di fare, Autostrade farebbe il minimo del dovuto per risarcire in minima gli italiani. Ma non siamo lì a contrattare a fronte di questa tragedia. Non cerco vendetta, ma l’atteggiamento del governo sarà rigoroso”. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO E SALVINI, POSIZIONI DIVERSE?
Dopo l’annuncio-minaccia di Di Maio avvenuta ieri sera, nel Governo aleggia un generale “frenata” sull’attacco diretto contro Autostrade per l’Italia, forse pensando proprio a quelle penali che lo Stato dovrebbe pagare per contratto se dovessero essere imposte le revoche delle concessioni. Il Ministro degli Interni Salvini a margine della festa Lega a Pontida ha fatto sapere che di revoca delle concessioni «Ne parleremo più avanti, nell’immediato mi interessa ottenere fondi per il sostegno delle vittime. L’iter è partito, ma Genova non può aspettare, nell’attesa che gli avvocati e i giudici facciano il loro lavoro dobbiamo fare di tutto perché Autostrade apra il portafoglio». Come ha descritto brillantemente Nicola Porro nella sua “Zuppa” quotidiana su Facebook, il problema non è che vengano revocate le concessioni ma che si possa, anzi si debba, far pagare ad Autostrade “fino all’ultimo euro” i danni per la scarsa manutenzione fatta. Non solo, spiega Porro, «si dovrebbe far pagare anche tutto il piano di bonifica dell’area e magari anche contributi per ricostruire le case sottostanti il nuovo ponte Morandi che verrà ricostruito».
DI MAIO: “FRENARE? CHI VUOLE DOVRÀ PASSARE SUL MIO CADAVERE”
Nessun arretramento da parte del governo sulla volontà di revocare le concessioni ad Autostrade per l’Italia dopo il crollo del ponte Morandi a Genova: questo l’impegno preso dal vicepremier Luigi Di Maio, ospite a In Onda su La7, dopo che nel pomeriggio si era registrata una frenata nella maggioranza a fronte della presa di consapevolezza che recedere dall’accordo può essere complicato oltre che costoso (si parla di 20 miliardi di euro di penali). Il capo politico del M5s non pare disposto a venire a patti con soluzioni di compromesso:”Chi non vuole revocare le concessioni deve passare sul mio cadavere. C’è la volontà politica del governo: vogliamo revocare queste concessioni”, dice. Come riportato da Adnkronos, il ministro del Lavoro ha parlato a nome dell’intero esecutivo, lasciando intendere che la maggioranza su questo argomento non si dividerà:”Anche Salvini è d’accordo. C’è un impegno di tutto il governo. Non c’è Borsa che tenga o escamotage”. Di Maio ha aggiunto che da parte di Autostrade per l’Italia ricostruire il ponte Morandi “è il minimo sindacale”, rilevando che “se dovessimo dire ‘Se ci ricostruisci il ponte noi non ti revochiamo la concessione’ penso che gli italiani ci lincerebbero sulla pubblica piazza”. (agg. di Dario D’Angelo)
REVOCA CONCESSIONI COSTA 20 MILIARDI
20 miliardi di euro, o molto di più: è questa la stima fatta dall’avvocato Davide Maresca, genovese ed esperto di concessioni autostradali, raggiunto dal Messaggero per calcolare gli eventuali danni per lo stato con una revoca immediata delle concessioni ad Autostrade per l’Italia. «La disciplina è complessa, regolata dalla legge e dalla convenzione con Autostrade», spiega ancora Maresca nell’indicare i soldi che lo Stato dovrebbe versare nelle casse di Atlantia. Le possibili vie che il Governo ora può attivare sarebbero due: «decadenza della convenzione per grave inadempimento. L’inadempimento deve essere trovato e il governo deve averlo denunciato ad Autostrade», mentre la seconda strada vede, secondo Maresca, «la possibilità della revoca. Ma è qualcosa di enorme, anche da un punto di vista economico. La procedura, che per altro non può riguardare un singolo tratto, perché se revochi, revochi tutto, l’intera rete in concessione, può essere attivata se ci sono circostanze straordinarie ed eventi imprevedibili. Questo iter prevede, però, una proposta di indennizzo ad Autostrade in cui va calcolato il valore dei beni non ancora ammortizzati fino a fine concessione, ossia il 2038, più una percentuale sugli investimenti non realizzati che si aggira sul 20%. Quantificare la cifra esatta ora, è pressoché impossibile, ma meno di 20 miliardi credo sia impossibile», conclude l’esperto.
SCONTRO DI MAIO-RENZI SUL “CASO BENETTON”
Lo scontro politico non si limita alle sole concessioni da revocare (nei limiti del possibile, il che al momento resta alquanto complesso) ad Autostrade per l’Italia, ma si allarga anche alla famiglia Benetton. Fin dalle prime ore dopo il disastro di Genova, il Governo ha attaccato i gestori responsabili di quel tratto di A10 dove è crollato il ponte: ovvero proprio Autostrade e Benetton, con parole molto dure «ello Sblocca Italia nel 2015 fu inserita di notte una leggina che prolungava la concessione a Autostrade in barba a qualsiasi forma di concorrenza. Si è fatta per finanziare le campagne elettorali. A me la campagna non l’ha pagata Benetton e sono libero di rescindere questi contratti», ha ribadito questa mattina Di Maio. In un lungo post su Facebook, gli risponde per le rime Matteo Renzi che durissimo replica «Chi dice che il mio Governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è tecnicamente parlando un bugiardo. Se lo dice per motivi politici invece è uno sciacallo. Chi ha sbagliato deve pagare. Dire: ‘Revochiamo la concessione’ fa aumentare i like, ma governare è più complicato».
DI MAIO, “AUTOSTRADE PER L’ITALIA SONO VERGOGNOSE”
Mentre Atlantia continua il “super-tonfo” in Borsa si accende nuovamente il livello dello scontro tra il Governo e Autostrade per l’Italia: in particolar modo, a Genova il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha attaccato «Confermo la revoca della concessione ad Autostrade», confermando la linea del Governo in merito, «non è possibile che in questo Paese si vada a morire pagando il pedaggio. Prima che il governo annunciasse il ritiro della concessione per Autostrade per l’Italia, già la Borsa aveva condannato Atlantia, proprietario di Autostrade per l’Italia. Era chiaro che chi doveva fare le manutenzioni non le aveva fatte». A livello politico e umano, Di Maio spiega che quanto detto da Atlantia e Autostrade dopo il crollo del ponte è qualcosa di assurdo e inaccettabile: «mentre stiamo ancora cercando di accertare il numero delle vittime, la salute dei feriti e lo stato delle aziende locali, Autostrade ci dice che gli spettano i proventi del contratto che gli taglieremo, questo è vergognoso. Non si può pensare anche in questi momenti al profitto», spiega il Ministro davanti alla Prefettura di Genova, prima di concludere con una promessa, «Adesso desecretiamo i contratti delle concessioni autostradali. I cittadini non lo sanno ma quei documenti sono secretati e anche noi facciamo fatica a conoscerli. Appena riusciremo capiremo i perimetri e i contorni di queste concessioni».
REVOCA CONCESSIONI AUTOSTRADE DOPO PONTE CROLLATO
L’annuncio di Conte, Toninelli e Di Maio dopo il disastro del ponte Morandi crollato a Genova è stato di quelli roboanti: «stiamo pensando alla revoca delle concessioni alla società che gestiva il tratto di autostrada interessa dal crollo», ovvero Autostrade per l’Italia. Polemiche a non finire non solo sul fronte politico – con le opposizioni che contestano al Governo di voler lanciare subito il dito contro il “primo colpevole” senza una seria analisi di responsabilità, cause e possibili colpe – ma anche sul fronte economico e finanziario. Per Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l’Italia, si preannunciano giorni di fuoco in Borsa con il titolo che perde quasi il 50% in avvio delle contrattazioni e non riesce perciò a fare prezzo a causa della iper pressione al ribasso. «L’annuncio da parte del governo del ritiro della concessione, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, è stato effettuato senza qualsiasi contestazione specifica e in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto», spiega la Atlantia in una nota questa mattina, sottolineando come «le modalità di tale annuncio possono determinare riflessi per azionisti e obbligazionisti». Secondo Autostrade per l’Italia, in caso di decisione sulla revoca della concessione «spetta alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili».
QUANTO COSTEREBBE ALLO STATO LA REVOCA?
Proprio le penali sono il fronte più spinoso per il Governo che invece intendeva risolvere “in breve” la questione delle responsabilità sul disastro del viadotto crollato su se stesso il 14 agosto alle ore 11.50. Secondo una prima stima la revoca della concessione ad Autostrade potrebbe avvenire soltanto in caso di gravi inadempienze da parte della società e fin qui lo Stato avrebbe anche di che contestare alla gestione di infrastrutture e ponti non solo dopo la tragedia del Morandi a Genova. Come ben spiega il Sole 24 ore, i veri problemi vengono dopo: «formulare un’accusa del genere nei confronti della società dovrebbe prevedere una formulazione completa di quest’ultima realizzata dalla Struttura di vigilanza sulle concessioni autostradali (Svca) che, notoriamente, ha carenza di mezzi e personale». Non solo, le operazioni di revoca costano tra i 15 e i 20 miliardi di euro, vista la clausola imposta nel contratto fra Autostrade e Stato: «Il concessionario ha diritto a un indennizzo/risarcimento a carico del concedente in ogni caso di recesso, revoca, risoluzione. L’indennizzo sarà pari ad un importo corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di recesso, revoca o risoluzione del rapporto, sino alla scadenza della concessione». Secondo Di Maio però, «Sulla revoca delle concessioni sono convinto che non pagheremo le penali»: insomma, la sfida è aperta, mentre intanto si continua a scavare per cercare le vittime e ancora si è sostanzialmente al “buio” sulle reali cause dietro all’improvviso e tremendo crollo. L’APPROFONDIMENTO DI SERGIO LUCIANO