Resta in carcere Paolo Zoni, l’uomo di 64 anni e marito di Rita Pissarotti, la 60enne di Parma uccisa in hotel a Santa Cristina in Val Gardena la vigilia di Ferragosto. Questa mattina, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, si è tenuta nel carcere di Bolzano dove l’uomo è detenuto con l’accusa di omicidio volontario l’udienza di convalida del suo arresto. Zoni si è avvalso della facoltà di non rispondere ed il giudice per le indagini preliminari, dopo una breve udienza, ha deciso di confermare il fermo disponendo così una ulteriore detenzione presso la casa circondariale di Bolzano. Secondo gli atti ci sarebbero fondati dubbi sulla capacità di intendere e volere dell’uomo, indagato per il delitto della moglie. Come spiegato in una nota diffusa dalla procura di Bolzano, nei prossimi giorni sarà acquisita la cartella clinica dell’indagato e della vittima e successivamente sarà fatta richiesta al giudice di una istanza di incidente probatorio che stabilirà se il marito è in grado o meno di prendere parte ad processo a suo carico. Intanto ieri erano emersi i primi risultati dell’autopsia che avevano stabilito le modalità di uccisione di Rita, con 19 coltellate di cui due al cuore, mortali. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DONNA UCCISA CON 19 COLTELLATE
Assassinata con 19 colpi di arma da taglio, due dei quali fatali. Così è morta la 60enne di Collecchio, Rita Pissarotti, trovata senza vita due giorni fa in una camera d’albergo a Santa Cristina in Val Gardena. Qui stava trascorrendo le sue vacanze in compagnia del marito Paolo Zoni quando, proprio la vigilia di Ferragosto è stata brutalmente uccisa come rivelato nelle passate ore dai risultati dell’autopsia. Secondo quanto emerso dall’analisi eseguita dal patologo incaricato dalla procura di Bolzano, spiega La Gazzetta di Parma nell’edizione online, due in particolare sarebbero state le coltellate mortali: entrambe avrebbero raggiunto il cuore della donna. Rinvenuti anche due importanti tagli sulla mano che lascerebbero pensare a un tentativo della vittima di difendersi dal suo assassino. La morte sarebbe sopraggiunta nel giro di pochi minuti per choc emorragico. Per il delitto di Rita Pissarotti si trova in stato di fermo proprio il coniuge, 4 anni più anziano della vittima, il quale domani prenderà parte all’udienza di convalida dell’arresto che si svolgerà presso il carcere di Bolzano dove è attualmente detenuto con l’accusa di omicidio volontario.
I DUBBI SUL MARITO PAOLO ZONI
Tutti i sospetti degli inquirenti che indagano al caso di omicidio in Val Gardena sin dall’inizio si erano concentrati proprio sul marito 64enne di Rita Pissarotti. Paolo Zoni si era allontanato dall’albergo in cui è stata rinvenuta senza vita la donna prima che le forze dell’ordine. L’uomo fu poi fermato da una pattuglia dei carabinieri nei pressi del casello di Bolzano Nord dell’autostrada del Brennero, forse intenzionato a darsi alla fuga. Stando alle ultime indiscrezioni, proprio in base a quanto accadrà nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo saranno disposti ulteriori accertamenti anche se attualmente sul delitto della 60enne indagano anche i Ris di Parma. L’arma usata per uccidere Rita potrebbe già essere stata ritrovata. Nel lavabo della stanza d’albergo dove la donna è stata trovata morta, infatti, era stato trovato un coltello da cucina solo parzialmente ripulito con una spugna, anche quest’ultima ritrovata e non si esclude che il marito e presunto assassino lo abbia usato per infliggere sul corpo della congiunta le 19 coltellate emerse dall’autopsia. Questi reperti importantissimi saranno ora analizzati così come i capi di vestiario a caccia di possibili tracce di sangue ed impronte utili alla soluzione definitiva del caso.