L’ordigno esploso la scorsa notte all’esterno della sede storica della Lega a Treviso, il K3, nella zona industriale di Villorba è da considerarsi a tutti gli effetti un atto di terrorismo. Lo ha spiegato senza usare mezzi termini il Procuratore della Repubblica di Treviso, Michele Dalla Costa, a proposito del fallito attentato sventato dal Nucleo Artificieri, dichiarando che l’azione rivendicata dalla sedicente cellula anarchica “Haris Hatzimihelakis /Internazionale” altro non è che “terrorismo e gli atti sono arrivati senza esitazione alla Procura distrettuale di Venezia”. Intanto, come riferito da Il Sole 24 Ore emergono ulteriori dettagli rispetto alla potenziale pericolosità della seconda bomba, quella fatta brillare dagli artificieri dopo il ritrovamento della prima bomba carta esplosa. L’ordigno, infatti, era costituito da una pentola a pressione riempita con chiodi e un innesco a tensione, che avrebbe potuto scoppiare nel momento in cui qualcuno avesse fatto scattare il filo di nylon rasoterra cui la bomba era collegata. Per fortuna l’abilità degli artificieri ha evitato il peggio. (agg. di Dario D’Angelo)



POLIZIA “SCOPRE” ORDIGNI SUL WEB

Le due bombe piazzate all’esterno della storica sede della Lega di Villorba (Treviso) sono il primo atto di una strategia della tensione invocato dagli anarchici di Cellula Haris Hatzimihelakis/Internazionale nera (1881-2018)? La speranza è ovviamente di no, ma è chiaro come in questo senso le attività di monitoraggio delle forze dell’ordine risulteranno fondamentali nei prossimi mesi e nei prossimi anni ad assicurare che la democrazia venga rispettata e la sicurezza della popolazione garantita. E proprio nel solco di un’opera di prevenzione che è tra le principali eccellenze delle forze dell’ordine nostrane si è potuti arrivare alla scoperta dei due ordigni di fronte alla sede del Carroccio. Come riportato da Il Corriere della Sera, infatti, lo scoppio della prima bomba carta non è stato avvertito da nessuno. Al ritrovamento della bomba si è giunti dunque grazie ad un’attività di monitoraggio sul web messa in atto dalla polizia, che ha rinvenuto una rivendicazione datata 12 agosto, che parlava appunto dell’ordigno in questione. Da qui il ritrovamento della seconda bomba “trappola”, la più potente, fatta brillare dagli artificieri. (agg. di Dario D’Angelo)



ZAIA CONDANNA IL GESTO DEGLI ANARCHICI

Anche il governatore della regione Veneto, Zaia, è intervenuto sulla questione dei due ordigni piazzati nella sede della Lega di Treviso. Attraverso il proprio profilo ufficiale Twitter, ha scritto: «Gravissimo il volantino che rivendica il vile attentato di ieri contro la sede della Lega a Treviso, perché invita all’emulazione. Quando il dissenso si manifesta non alle urne ma con ordigni, non è più un problema di confronto ma di civiltà e di democrazia». Il gesto è stato rivendicato da un gruppo di anarchici schierati contro ogni forma di razzismo, e che ovviamente non hanno visto di buon occhio la nuova campagna del governo italiano contro le imbarcazioni cariche di migranti. Nel frattempo ha parlato anche la procura, che ha commentato la questione con la parola “terrorismo”. A breve è probabile che vengano scoperti i responsabili. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DUE ORDIGNI NELLA SEDE LEGA DI TREVISO

Due ordigni sono stati piazzati nella sede della Lega Nord di Treviso, una delle più storiche, visto che ha dato i natali all’attuale governatore della regione, Luca Zaia, ma anche a sindaci come Giancarlo Gentilini, Gianpaolo Gobbo e Mario Conte. Una doppia bomba piazzata con l’intento di fare male, visto che si è trattato di una vera e propria trappola. Qualcuno ha piazzato un ordigno fatto poi esplodere nella notte fra domenica 12 agosto e lunedì 13 all’esterno della sede di Villorba. Nessuno si è accorto del fatto, se non dopo un comunicato pubblicato sul sito Roundrobin, che ha fatto precipitare i poliziotti sul luogo, assieme agli artificieri.

IL SECONDO ORDIGNO “TRAPPOLA”

Qui, come riferisce l’edizione online de Il Fatto Quotidiano, le forze dell’ordine hanno individuato il secondo ordigno “trappola”, posto sulla scala posteriore di accesso: un filo di nylon trasparente avrebbe innescato l’esplosione, e fortunatamente gli artificieri se ne sono accorti in tempo prima che ci scappasse il morto. Nel mirino degli inquirenti il comunicato di rivendicazione che porta la firma della Cellula Haris Hatzimihelakis/Internazionale nera, che se la prende contro le “violenze sistematiche attuate tramite il razzismo, il sessismo”, nonché “i respingimenti in mare e nei lager per immigrati in Europa ed Africa”. Sono attese novità a breve.