Sul fronte pedaggi e indennizzi, le “promesse” di Autostrade vedono elementi ancora poco chiari e non stabiliti, anche se va detto che è normale dato che stiamo comunque parlando a “soli” 5 giorni dalla tragedia del ponte Morandi. La lista comunque messa giù da Castellucci ha spunti concreti e “interessanti” che andranno poi confermati in sede ufficiale: «Per potere costruire il ponte in sicurezza sarà stanziato un fondo per dare indennizzi a tutti coloro che saranno costretti a lasciare le case», dice in conferenza stampa aggiungendo che «c’è l’ipotesi di liberalizzare i pedaggi nel nodo di Genova da Bolzaneto a Voltri a Genova Ovest da lunedì», ha spiegato ieri in conferenza stampa. Restano le scuse “parziali” su quanto successo, il che ancora fa discutere la politica e non solo: quel “le colpe vanno accertate”, suona come una sorta di giustificazione, pur davanti al messaggio finalmente dedicato alle famiglie delle vittime e agli sfollati, come non avvenuto (colpevolmente) nei giorni immediatamente successivi alla strage del Morandi. FOCUS PONTE GENOVA: SCONTRO GOVERNO-AUTOSTRADE – FUNERALI DI STATO – VITTIME E DISPERSI
IL MESSAGGIO DELLA FAMIGLIA BENETTON
Mezzo miliardo per le vittime, un nuovo ponte (in acciaio) in 8 mesi e la mancanza di assunzione della responsabilità (almeno per ora) sul crollo del Morandi: in sintesi, è questa la ricetta di Autostrade per l’Italia che da ieri è tornata in prima scena con le parole dell’ad e del presidente attuali, seppure senza commentare minimamente l’incendiaria querelle della revoca delle concessioni. Durante la conferenza stampa dei vertici di Autostrade, mentre il Presidente Cerchiai esprimeva «profonda tristezza nel cuore», è giunta la nuova nota della famiglia Benetton (principale azionista di Aspi): «In questo giorno di lutto il nostro pensiero è rivolto a ogni persona che abbia conosciuto e amato coloro che oggi non ci sono più in seguito alla tragedia di Genova. Con rispetto, vogliamo esprimere il nostro profondo dolore e manifestare la nostra concreta vicinanza a chiunque sia stato colpito dai terribili eventi del 14 agosto». Al netto di ciò, Castelucci ha “confermato” che spetterà ai giudici stabilità chi e come sono responsabili: «deve essere accertata, anche perché è un ponte costruito non da noi, bisognerà vedere come è stato costruito e una serie di altri elementi», conclude l’ad di Autostrade.
SALVINI: “CASTELLUCCI? MINIMO SINDACALE”
Viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda Luigi Di Maio e Matteo Salvini dopo la conferenza stampa dei vertici di Autostrade per l’Italia rispetto al crollo del ponte Morandi di Genova. Se il capo politico del MoVimento 5 Stelle ha tuonato su Facebook che “lo Stato non accetta elemosine”, il segretario della Lega a sua volta ha voluto ribadire la fermezza che contraddistinguerà l’atteggiamento del governo, che già ieri sera ha dato il via all’iter per la revoca della concessione ad Autostrade. Intervenendo da Marina di Pietrasanta, il leader del Carroccio – come riportato dall’Huffington Post – ha dichiarato: “Ho visto che Autostrade ha chiesto scusa e che metterà dei soldi, meglio tardi che mai, ma se qualcuno pensa che con questo possano pagare le loro colpe ha sbagliato, è solo il minimo sindacale”. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO, “STATO NON ACCETTA ELEMOSINE”
Evidentemente non è bastata la conferenza stampa del presidente di Autostrade Cerchiai e dell’amministratore delegato Castellucci in cui i vertici della società hanno preso l’impegno di sostenere da vicino le famiglie delle vittime del crollo del ponte Morandi di Genova e di ricostruire il viadotto in acciaio per una spesa complessiva di 500 milioni di euro. Lo si evince dalle parole postate su Facebook poco fa da Luigi Di Maio, il capo politico del MoVimento 5 Stelle che ha dichiarato:”Sia ben chiaro: lo Stato non accetta elemosine da Autostrade. Pretendiamo risarcimenti credibili e non vi sarà alcun baratto. L’unica strada che il governo seguirà è quella di andare avanti con la procedura di revoca. Le loro scuse servono a poco e non vi è modo di alleviare le sofferenze di una città distrutta dal dolore”. Di Maio aggiunge: “Abbiamo fatto una promessa ai familiari delle vittime e a tutti i cittadini rimasti coinvolti nella tragedia di Genova e la onoreremo andando fino in fondo”. (agg. di Dario D’Angelo)
AUTOSTRADE, CASTELLUCCI NON PARLA DEL RAPPORTO CON IL GOVERNO
Le scuse ai genovesi soprattutto per non aver fatto sentire in questi giorni in modo congruo la propria vicinanza, nessuna ammissione di responsabilità in attesa del lavoro della magistratura e anche un “no comment” su quello che, alla vigilia, era uno degli argomenti più caldi su cui i cronisti si attendevano una risposta. L’ad di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, ha parlato per la prima volta in conferenza stampa dopo il crollo del ponte Morandi a Genova dello scorso 14 agosto e, accompagnato dal presidente della società, Fabio Cerchiai ha rilasciato alcune dichiarazioni e, prima di concedersi alle domande di chi era presente in una saletta dell’NH Hotel del capoluogo ligure, ha premesso che non avrebbe commentato la decisione del Governo di revocare la concessione ad Autostrade: “Non voglio parlare di rapporti col Governo”, spiegando che al momento la priorità del gruppo è di dare supporto alla città e alla intera comunità genovese, promettendo comunque che il ponte dovrebbe essere ricostruito entro otto mesi e che i costi, definiti però “aridi numeri” specialmente in questo momento e nel giorno dei funerali di Stato per alcune delle vittime, dovrebbero aggirarsi attorno al mezzo miliardo di euro. (agg. di R. G. Flore)
I PRECEDENTI CASI DI DENUNCIA
Dopo che il Governo, a seguito dell’annuncio degli ultimi giorni, ha fatto scattare ufficialmente l’iter per la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, ci si domanda quale saranno le contromosse da parte dell’azienda e soprattutto se davvero scatteranno le penali di cui si parla e che, se davvero quantificate in circa 20 miliardi, davvero potrebbero minare la scelta di andare al muro contro muro dell’esecutivo. Come è stato spiegato da esperti e giuristi del settore, la revoca della concessione potrebbe essere giustificata solo da gravi motivi e negli ultimi anni vi sono diversi casi di denunce a carico di Autostrade, tra cui l’episodio del crollo del cavalcavia sull’A14 nel 2017 o del viadotto sull’A16 da cui precipitò un autobus carico di persone nel 2013. E in tutte queste vicende, i tempi della giustizia, tra ricorsi e battaglie a colpo di carte bollate potrebbe protrarsi a lungo, nonostante i vicepremier Di Maio e Salvini abbiano confermato quanto detto dal premier Conte nel corso di una drammatica conferenza stampa, ovvero che la revoca diverrà operativa in tempi brevi, lasciando intendere che un contenzioso darebbe ragione all’esecutivo giallo-blu. (agg. di R. G. Flore)
AUTOSTRADE STUDIA CONTROMOSSE
Mentre il Governo si muove contro Autostrade per l’Italia (si è parlato di una contestazione formale inviata alla società dal ministero delle Infrastrutture), Atlantia prepara le sue contromosse, a partire dalle contodeduzioni che potrà presentare al ministero. All’orizzonte si prospetta anche una battaglia legale che potrebbe richiedere mesi e che potrebbe anche portare all’esborso, da parte dello Stato, di un maxi-indennizzo in caso di revoca della concessione autostradale. Resta da capire se tutti nell’esecutivo sono realmente determinati ad arrivare fino a questa scelta così tranchant o se invece si troveranno delle formule comunque punitive nei confronti della società individuata come responsabile di quanto accaduto sul Ponte Morandi, ma senza arrivare al rischio di una lunga battaglia legale con possibili forti costi da sostenere. Intanto, secondo quanto scrive Repubblica, Autostrade per l’Italia starebbe studiando un intervento a favore dei familiari delle vittime, degli sfollati e della nuova viabilità. Un po’ in linea con quanto richiesto dal vicepremier Salvini. (aggiornamento di Bruno Zampetti)
GOVERNO AVVIA ITER PER REVOCA CONCESSIONE AUTOSTRADE
«Il disastro di Genova è un fatto oggettivo e inoppugnabile e che l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia», così il premier Conte nel duro attacco contro Aspi (Autostrade per l’Italia). Tra riferimenti tecnici, cavilli e nodi “legali”, il caso delle concessioni ad Autostrade è uno dei punti più complicati dell’intera vicenda drammatica sul crollo del ponte di Genova. Il Governo con una mossa “accelerata” – dopo il freno messo, pare, dalla Lega che non era così convinta a revocare subito le concessioni ad Aspi – ha di fatto avviato l’iter della revoca con un lungo comunicato del Premier Conte: «Il governo tramite la competente direzione del ministero dei Trasporti, ha formalmente inoltrato ad Autostrade per l’Italia la lettera di contestazione che avvia la procedura di revoca». In seguito, il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha precisato in un lungo post su Facebook la posizione del Mit e del Governo: «il mio ministero ha chiesto formalmente ad Autostrade per l’Italia di fornire entro 15 giorni una dettagliata relazione per dimostrarci se e come ha agito, in merito alla manutenzione del ponte Morandi, secondo gli oneri e gli obblighi che gli competono come ente gestore di quel tratto di autostrada».
«Inoltre – aggiunge ancora il Ministro fidato di Luigi Di Maio – «ci aspettiamo che Autostrade si mostri collaborativa su eventuali iniziative a titolo di risarcimento danni a persone e beni, naturalmente a sue spese, come peraltro previsto dalla convenzione. Vogliamo che la città torni alla sua quotidianità. E vogliamo anche giustizia. Il sistema delle concessioni autostradali deve essere ribaltato. E il Governo del cambiamento sente in modo profondo l’importanza di questa missione». Ricordiamo che la concessione in merito non è solo del tratto di A10 ma anche di tutti gli altri tratti delle Rete Autostrade Italiana (circa 25) che sono gestite da Aspi tramite Atlantia (una controllata della famiglia Benetton).
IL NODO CONCESSIONI
Ma il problema di fondo rimane, al netto dei cavilli e di tutti gli aspetti “nascosti” di un contratto che è secretato negli archivi di Stato: lo ha spiegato bene ieri il ‘nostro’ Paolo Annoni in un focus proprio sulle possibili conseguenze di un gesto così estremo fatto dal Governo in un momento così delicato. Come ha poi spiegato brillantemente il vicedirettore del Giornale Nicola Porro, nella sua “Zuppa” quotidiana su Facebook, il problema sulle penali si rifletterà direttamente sull’immenso piano di ricostruzione che la città di Genova dovrà provvedere nei prossimi anni. Il problema infatti non è che vengano revocate le concessioni ma che si possa, anzi si debba, far pagare ad Autostrade “fino all’ultimo euro” i danni per la scarsa manutenzione fatta. Non solo, spiega Porro, «si dovrebbe far pagare anche tutto il piano di bonifica dell’area e magari anche contributi per ricostruire le case sottostanti il nuovo ponte Morandi che verrà ricostruito». Il premier Conte ha poi rilanciato sulle prossime mosse che dovrà fare il Governo a partire da settembre: «convocheremo tutti i concessionari delle infrastrutture”. L’obiettivo è stilare “un programma dettagliato degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, con specifica quantificazione delle risorse destinate a questo scopo: li costringeremo a impegnarsi in un programma di riammodernamento delle infrastrutture destinando ad esso risorse più proporzionate e adeguate agli utili che ne ricavano». Il nodo però resta: chi e come pagherà i danni e le “sviste” che sono costate oltre 40 morti sotto un viadotto genovese?