La notizia secondo la quale Matteo Boe, ex bandito sardo tornato in liberta nel giugno dello scorso anno dopo aver pagato il suo conto con la giustizia, avrebbe potuto godere di una seconda possibilità offerta dal rito arcaico “sa paradura” ha generato non poche polemiche. Un clamore così grande da far saltare quel gesto solidale che era stato voluto da alcuni pastori del posto e che avrebbe donato un gregge di 15 pecore all’uomo tornato a vivere a Lula (Nuoro), dopo 25 anni trascorsi in carcere. L’iniziativa era stata promossa dal cantante degli Istanteles Gigi Sanna ma a quanto pare non è stata particolarmente gradita sul web al punto da finire in bufera. E così niente gregge per Boe che, secondo le sue stesse parole, non avrebbe comunque gradito la grande risonanza mediatica che ne è derivata. Lo stesso ex bandito, in una nota pubblicata dall’agenzia di stampa Ansa aveva fatto sapere: “Benché lusingato da tale nobile gesto, quale è quello de sa paradura – già precedentemente alla divulgazione della notizia avevo deciso di declinare la generosa offerta, ancora inconsapevole dell’eclatante risonanza mediatica che ne sarebbe seguita, in assoluta contraddizione con lo spirito che caratterizzava e dovrebbe caratterizzare tale iniziativa”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



UN GREGGE COME SECONDA POSSIBILITÀ

Un passato non certo semplice, quello di Matteo Boe, famigerato nome della storia criminale della Sardegna ed ex bandito di Lula, in provincia di Nuoro. L’uomo, condannato per uno dei rapimenti più drammatici e mai dimenticati della cronaca italiana, quello di Faraouk Kassam, dal giugno dello scorso anno è tornato libero ed ha fatto ritorno nel suo paese che gli ha dato i natali. Nonostante il suo passato cupo da primula rossa, lunghi anni di latitanza e 25 anni trascorsi in carcere, adesso Matteo Boe oltre ad essere un uomo libero ha deciso di voltare pagina e ricominciare grazie all’aiuto dei pastori del posto. Il suo curriculum vale poco rispetto all’ondata di solidarietà ricevuta e questa volta, quella seconda possibilità che spetta sempre a tutti nella vita, è capitata anche all’ex bandito di Lula, lo stesso che in passato fu costretto ad interrompere il suo lavoro negli ovili dandosi ad una vita certamente più burrascosa ma che oggi, grazie proprio alla catena di solidarietà potrà ritornare nei pascoli grazie all’aiuto dei suoi colleghi e di quel rito antico, celebre nel mondo pastorale sardo e che si ripete da tempo immemore: “sa paradura”. Si tratta di un gesto che vede la mobilitazione di molti pastori che intervengono ogni volta che per via di un evento catastrofico come furti, morie o calamità naturali un collega perde il suo gregge. Boe, il suo gregge lo ha perso per via di una vita sbagliata per la quale però ha pagato.



MATTEO BOE RIPARTE DA UN GREGGE: LA SUA SECONDA POSSIBILITÀ

Circa un anno fa, il rito arcaico “sa paradura” arrivò in Umbria dove i pastori sardi decisero di aiutare i loro colleghi, messi in ginocchio dal terremoto, donando loro mille pecore. Quel gesto solidale è stato ricambiato con l’arrivo in Sardegna delle agnelle nate da quelle pecore e che daranno la possibilità, ad altri pastori che per diversi motivi hanno perso il loro gregge, di tornare a lavorare. Una seconda possibilità che vede protagonista anche Matteo Boe, l’ex bandito di Lula tornato libero dopo 25 anni di reclusione. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa, saranno 15 le agnelle che saranno donate all’uomo, dopo il suo ritorno nel paese natio in cui ha ripreso a fare l’allevatore. A spiegare il significato di questo gesto è stato Gigi Sanna, il cantante leader degli Istentales nonché allevatore a Nuoro: “Con questa iniziativa vogliamo offrire una seconda possibilità anche a chi ha commesso errori e pagato il conto alla giustizia”, dice. A Boe, dunque, è stata concessa una nuova possibilità di riscatto a distanza di un anno dalla libertà sebbene per l’ex bandito la serenità resta ancora un’utopia. Difficile, per lui, rimarginare quel vuoto lasciato dall’uccisione misteriosa della figlia Luisa, avvenuta all’età di 14 anni nel 2003. La ragazzina fu raggiunta da un colpo di fucile mentre era al balcone della sua casa a Lula. Dopo 15 anni quel delitto resta ancora senza colpevoli e proprio pensando a lei gli Istentales hanno scritto una canzone dal titolo “Pro unu frore” con la quale si esibirono nel 2007 nel carcere di Spoleto, lo stesso in cui fino allo scorso anno era recluso anche Boe.

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