Dalle parole del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, sembrava che la nuova vicenda che vede protagonista la Diciotti, la nave della Guardia Costiera con a bordo 177 migranti, potesse avere un lieto fine e invece, nonostante le rassicurazioni dell’esponente del Movimento 5 Stelle pare che –è il caso di dirlo- la situazione sia ancora in alto mare. Toninelli aveva rassicurato che la Diciotti avrebbe attraccato a Catania ma dal Viminale sono arrivati segnali di segno opposto e pare che il Ministero dell’Interno darà l’autorizzazione all’arrivo nel porto siciliano solamente quando arriverà un segnale concreto dall’Unione Europea. Insomma, pare che Matteo Salvini, titolare del dicastero, non abbia dato l’ok e non lo darà fino a quando non avrà avuto la conferma da Bruxelles che i 177 migranti a bordo dell’imbarcazione della Guardia Costiera non resteranno in Italia ma andranno altrove. Insomma, il tweet del Ministro Toninelli, nel quale applaudiva il valore degli uomini a bordo della Diciotti per aver salvato vite umane, dando per scontata la risoluzione del caso e spronando l’Europa “a fare la sua parte” pare che sia arrivato troppo presto. (agg. di R. G. Flore)
MIGRANTI, “ABBANDONATI DA MALTA”
Niente Lampedusa e niente Pozzallo, la nave Diciotti attraccherà in Italia e sempre in Sicilia, ma nel porto di Catania: la svolta sul caso dei 177 migranti a bordo – salvati giorni fa su un barcone alla deriva nel Mediterraneo – arriva dopo la decisione del Ministro Toninelli di aprire i porti italiani, nonostante l’ultimatum all’Ue imposto da Salvini. In un tweet il Ministro delle Infrastrutture ha scritto: «La nave Diciotti attraccherà a Catania. I valorosi uomini della Guardia Costiera hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l’Europa faccia in fretta la propria parte». Pare che dall’Ue possano essere giunte informazioni rassicuranti in merito alla possibile ridistribuzione tra altri Paesi, e a quel punto il Governo Conte ha deciso di aprire il porto siciliano per evitare ulteriori polemiche e situazioni di disagio per l’equipaggio della nave italiana e ovviamente anche per le 177 persone presenti a bordo in questo momento. Secondo quanto raccontato da fonti investigative – raccolte da Tg Com24 – i migranti sarebbero stati soccorsi «da un’imbarcazione i cui occupanti hanno detto di essere maltesi, che hanno prima “scortato” il natante verso Lampedusa e quindi, a circa 24 ore dall’intervento, avrebbero invertito la rotta abbandonando i migranti, poi recuperati dalla nave della Guardia costiera italiana». (agg. di Niccolò Magnani)
APPELLO MSF A CONTE: “PRIMA LE PERSONE”
Mentre ancora non è risolto il “giallo” a Pozzallo per il possibile arrivo della nave Diciotti dopo la partenza dalle acque di Lampedusa, l’Unione Europea conferma di aver avviato le trattative con gli Stati membri per provare a trovare una soluzione sui migranti a bordo della nave italiana, un po’ come avvenuto la scorsa settimana sull’Aquarius. Nel frattempo, sul caso Diciotti è intervenuto in una nota il membro direttivo della Ong Medici Senza Frontiere: un appello al Governo e al Premier Conte per non far prevalere la “linea Salvini”, «Chiediamo di mettere al primo posto la vita delle persone e offrire subito un porto sicuro in Italia». In merito all’ultimatum lanciato dal Ministro degli Interni, lo stesso Commissario Ue sulla migrazione non intende commentare: «intenzione di riportare i migranti in Libia se l’Ue non troverà una soluzione? Non commentiamo scenari ipotetici», ha detto ancora Ernst. (agg. di Niccolò Magnani)
SINDACO SMENTISCE: GIALLO A POZZALLO SU ARRIVO DICIOTTI
Secondo il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, non è vero che la nave della Guardia Costiera si stia avvicinando al porto siciliano come invece rilanciato nelle scorse ore: «La nave Diciotti non è in rotta verso la nostra città», spiega all’Adnkronos il primo cittadino di Pozzallo, dopo che alcune fonti da Lampedusa davano invece la nave con 177 migranti a bordo in direzione Sicilia dopo la chiusura da giorni dei porti siciliani. «Noi come sempre siamo pronti all’accoglienza e a collaborare con il ministero per qualsiasi tipo di soluzione», aggiunge subito dopo Ammattuna non escludendo dunque la possibilità che la nave possa arrivare in futuro tra i confini marittimi di Pozzallo. La Procura di Agrigento intanto ha aperto una inchiesta per «conoscere il tentativo di ingresso di migranti avvenuto il 16 agosto scorso al largo dell’isola di Lampedusa, tratti in salvo dalla motonave Diciotti e ad oggi ancora ospitati sulla medesima motonave della Guardia Costiera». In particolare, pare che l’indagine voglia vertere sull’individuazione di quegli scafisti e delle precise condizioni con cui sono stati lasciati alla deriva i migranti poi presi in carico dalla nave militare italiana. Dall’Europa arriva intanto un (timido) messaggio che potrebbe portare ad importanti novità nelle prossime ore: «Siamo al lavoro per trovare una soluzione, la più rapida possibile. Siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri», ha spiegato Tove Erst portavoce della Commissione Ue per la migrazione. (agg. di Niccolò Magnani)
NAVE DICIOTTI VERSO POZZALLO
Giungono nuovi aggiornamenti sulla situazione della Nave Diciotti della Guardia Costiera con a bordo 177 migranti. Secondo quanto riporta l’Ansa l’imbarcazione, da giorni in rada davanti alla costa di Lampedusa, sta prendendo il largo e si starebbe dirigendo verso il porto di Pozzallo, a Ragusa. La Farnesina ha chiesto l’intervento dell’Unione Europea, mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ribadito nel corso del suo intervento a Agorà Estate: “La Nave Diciotti può anche sbarcare in Italia, basta che i migranti a bordo vengano suddivisi nello spirito di solidarietà europea, con l’Ue che è composta da 27 paesi”. Il capo del Viminale ha poi evidenziato: “Facessero la cortesia di fare la loro parte, visto che l’Italia ha accolto più di 700 mila persone arrivate via mare”. Salvini ha poi sottolineato che in caso contrario, l’intenzione resta quella di rimandare i migranti in un porto libico. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CAOS DOPO ULTIMATUM SALVINI
Ieri sera la Farnesina ha ufficialmente scritto all’Unione Europea per chiedere l’intervento deciso e fermo sul caso Diciotti, nave della Guardia Costiera italiana che per decisione dei Ministri Salvini e Toninelli resta ferma al largo di Lampedusa per precisa volontà di respingere l’ingresso di migranti nel nostro Paese (senza un’adeguata redistribuzione a livello Ue). «Invitiamo ad individuare una soluzione in linea con i principi di condivisione tra gli Stati membri dell’Unione Europea, concordati al Consiglio Europeo di giugno 2018, con riferimento ai flussi migratori in coerenza con le dette conclusioni del Consiglio Europeo, il Governo italiano ritiene indispensabile che la Commissione assuma direttamente l’iniziativa, vocata a individuare i Paesi Ue disponibili ad accogliere, per effettuare i necessari controlli, le persone salvate in mare», si legge nella nota ufficiale del Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Intanto a Lampedusa ieri sera è apparso uno striscione esposto con la scritta “Porto Aperto”, messaggio diretto dell’isola siciliana contro il Governo gialloverde sul tema accoglienza. «Si tratta di un’occasione per mantenere alta l’attenzione sulla questione e ricordare la storia di Lampedusa, da sempre porto salvo, per cui è assurdo che proprio qui di fronte ci siano migranti costretti a restare in mare», spiega Lampedusa Solidale. (agg. di Niccolò Magnani)
OPPOSIZIONE CHIEDE INTERVENTO MATTARELLA
Nel mese di luglio fu l’intervento di Sergio Mattarella a risolvere lo stallo sulla sorte dei migranti recuperati dalla Nave Diciotti. Ed è ancora una volta al Presidente della Repubblica che si rivolge una parte dell’opposizione per far sì che il governo accolga in Italia i 177 migranti che da ormai 4 giorni si trovano a bordo dell’imbarcazione della nostra Guardia Costiera in attesa di capire se verranno fatti sbarcare nel nostro Paese, a Malta, in un altro porto Ue o addirittura fatti tornare in Libia, come ha minacciato oggi il ministro dell’Interno Matteo Salvini. A chiamare in causa il capo dello Stato per primo è stato Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali:”Ci rivolgiamo con rispetto al Presidente della Repubblica perchè si faccia promotore di un’iniziativa nei confronti dell’esecutivo che esiga il rispetto della Costituzione e dei trattati internazionali che l’Italia ha sottoscritto”.
Come riportato da La Repubblica, una richiesta simile è arrivata anche da Claudio Fava, deputato di Leu, dall’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, dal medico Pietro Bartolo e da Francesco Viviano, fra i promotori del comitato “Magliette rosse”, che in una lettera aperta hanno scritto:”Impedire che una nave della nostra Marina militare porti a termine una missione di dovuto soccorso di 177 naufraghi rappresenta un vulnus istituzionale e civile che chiama in causa, e mette in discussione, le sue prerogative come Capo dello Stato e comandante in capo delle forze armate. Le chiediamo di intervenire e di pretendere che la guardia costiera possa attraccare a Lampedusa non solo per sentimento di umana solidarietà ma per evitare che un eventuale respingimento in Libia pesi come un’onta irrimediabile non solo su chi l’ha autorizzata ma sull’intero paese”. (agg. di Dario D’Angelo)
MELONI, “SERVE BLOCCO NAVALE”
Giorgia Meloni sul fronte immigrazione ha da tempo una e una sola “ricetta”/slogan: si chiama blocco navale e ogni qualvolta che la polemica politica si accende negli ultimi mesi su qualche nave carica di migranti al largo dei porti italiani nel Mediterraneo, la leader di Fratelli d’Italia prende le “difese” del Governo gialloverde. «Diciotti. Continua la presa in giro dell’immigrazione incontrollata. Lo ripetiamo per l’ennesima volta: l’unica soluzione è il blocco navale al largo delle coste libiche per impedire ai barconi di partite. Il resto sono chiacchiere». All’estremo opposto, ovviamente, l’europarlamentare di Rifondazione Comunista Eleonora Forenza che invece rivolge un appello alla Ue contro Salvini e il Governo Lega-M5s: qui la parola “chiave” è accoglienza, «Mentre noi discutiamo di applausi e fischi, il Ministro degli Interni minaccia di rimpatriare in Libia le oltre 170 persone a bordo della nave #Diciotti, da quattro giorni nel Mediterraneo. Trattasi di fatto della minaccia di violare le convenzioni internazionali in materia di diritti umani, dato che la Libia non è un paese sicuro. Chiedo, dunque, al Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani di prendere parola e a ciascun/a parlamentare europea/o di attivarsi». (agg. di Niccolò Magnani)
CIVATI, “RICATTO CRIMINALE”
Il caso Diciotti – come lo era stato quello di Aquarius – si sta riproponendo sulla delicatissima sfida Italia-Ue riguardo all’immigrazione: la reazione delle opposizioni, dopo le durissime parole di Salvini, non fanno che rinfocolare la polemica già incandescente di suo. «Ci risiamo. Dopo il caso della nave Asso28, che io stesso ho potuto denunciare direttamente dal Mediterraneo centrale, il governo del ministro Salvini annuncia, senza vergogna, la volontà, in mancanza di un non meglio precisato aiuto europeo, di compiere un respingimento collettivo», spiega Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e tra i fondatori di LeU. Lato Pd, è Edoardo Patriarca a parlare questo pomeriggio: «Riportare i migranti della Diciotti in Libia come vorrebbe Salvini sarebbe un vero respingimento. A bordo di quella nave ci sono donne e bambini, il governo non può voltarsi dall’altra parte». Pippo Civati invece fa un passo ancora oltre e parla esplicitamente di «ricatto» da parte di Salvini sul tema migranti: «Ricatto criminale, rispedire in Libia i migranti, ora a bordo della Diciotti, sarebbe l’atto peggiore di un governo che ha già calpestato i diritti umani. Il principio di non respingimento è sancito dalla Convenzione di Ginevra e garantisce che nessuno possa essere trasferito in Paesi dove la sua vita è a rischio. Senza dimenticare che è contro la Costituzione italiana su cui ha giurato» conclude il leader di Possibile. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI, “INTERVENGA UE O RIPORTEREMO MIGRANTI IN LIBIA”
Toninelli è stato chiaro sulla situazione in atto che vece coinvolta ancora una volta la nave Diciotti con a bordo 177 migranti. “Spetta all’Europa farsi carico”, ha tuonato il ministro delle Infrastrutture con toni tutt’altro che clementi. Gli immigrati a bordo dell’imbarcazione attendono da ormai quattro giorni che la situazione possa sbloccarsi nel migliore dei modi. Intanto torna ad esprimersi anche il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, che sfida ancora una volta l’Europa minacciando, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, di rimandare nuovamente in Libia le persone tratte in salvo dalla Diciotti, al suo quarto giorno di permanenza in rada davanti a Lampedusa. “O l’Europa decide seriamente di aiutare l’Italia in concreto, a partire ad esempio dai 180 immigrati a bordo della nave Diciotti, oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitivamente il business degli scafisti. E cioè riaccompagnare in un porto libico le persone recuperate in mare”, ha tuonato senza mezzi termini Salvini. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LA VALLETTA, “TOCCA A VOI”
Scontro diplomatico in piena regola tra Italia e Malta sulle responsabilità dell’accoglienza dei 177 migranti che da 4 giorni si trovano a bordo della nave Diciotti della Guardia costiera italiana. Se il ministro Toninelli definisce il comportamento maltese “inqualificabile e meritevole di sanzioni”, dal governo de La Valletta non ci stanno e al contrario accusano la Diciotti di interferenza in zona SAR (Search and Rescue) maltese. A spiegare la posizione dell’esecutivo dell’isola è il ministro per gli Affari interni e della Sicurezza nazionale Michael Farrugia che, come riporta La Repubblica, ha spiegato:”La guardia costiera italiana ha intercettato i migranti all’interno del sar maltese, ma esattamente fuori territorio italiano, senza coordinamento con il competente rcc, soltanto per impedirgli di entrare nelle acque italiane. Un’intercettazione su una nave che esercita il suo diritto alla libertà di navigazione in alto mare non è considerata un salvataggio. Nel momento in cui i migranti sono sulla nave italiana Diciotti (territorio italiano) vicino a Lampedusa, l’unica soluzione finale è di sbarcarli a Lampedusa o in un porto italiano”. (agg. di Dario D’Angelo)
TONINELLI, “MALTA INQUALIFICABILE E MERITEVOLE DI SANZIONI”
Da 4 giorni in mare e l’Italia sta trattando con l’Unione Europea per il suo futuro, assieme a quello dei 177 migranti a bordo: il caso della nave Diciotti torna a scuotere il Governo italiano e quelli europei, con il Ministro Toninelli che torna a parlare in merito e attacca il governo di Malta per il comportamento «inaccettabile e sleale», come già ribadito nei recenti casi in passato. Secondo il titolare dei Trasporti e delle Infrastrutture – dunque responsabile dei porti e della Guardia Costiera – «Diciotti dimostra che Italia non si tira mai indietro quando si tratta di salvare vite umane. Il comportamento di Malta è ancora una volta inqualificabile e meritevole di sanzioni. L’Ue si faccia avanti e apra i propri porti alla solidarietà, altrimenti non ha motivo di esistere». Si attende ora una risposta da Bruxelles, chiamata a dare “conto” di quanto promesso nei Consigli degli ultimi mesi dove il concetto di “ridistribuzione” è stato più volte affermato. (agg. di Niccolò Magnani)
TRATTATIVA ITALIA-UE SU MIGRANTI DELLA “DICIOTTI”
Nave Diciotti, trattativa Italia-Ue per lo sbarco dei 177 migranti che navigano al largo di Lampedusa da almeno quattro giorni. In questi momenti il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi è al lavoro per trovare un’intesa con l’Unione Europea sulla suddivisione dei naufraghi tra sei stati membri, così come accaduto per la vicenda Aquarius. I colleghi de Il Messaggero evidenziano che Malta ha rispedito al mittente la proposta di accogliere nel porto di La Valletta i migranti, con la richiesta che è stata successivamente inoltrata al Viminale. Matteo Salvini, ministro dell’Interno, ha le idee chiare: la nave resterà nelle acque di Lampedusa finchè non verrà raggiunto un accordo di collaborazione a livello europeo. Nonostante l’apertura dell’Ue, con un portavoce che ha sottolineato di essere pronto a “dare pieno sostegno all’Italia” in tema di migranti, non sono ancora arrivate iniziative concrete.
SCONTRO MALTA-SALVINI
I migranti e l’equipaggio della Nave Diciotti sono “costantemente monitorati” e la situazione è sotto controllo, secondo fonti governative, ma al momento non sono ancora giunte indicazioni dal Viminale sul porto di sbarco. E si è riaccesa la polemica tra Matteo Salvini e Malta: il ministro dell’Interno ha pubblicato sui social network una foto di una imbarcazione con circa settanta migranti avvistata nelle acque di Malta, sottolineando nel tweet, “immagini esclusive di un gommone con 70 immigrati, scafista alla guida e motore potente, in acque maltesi. Qualcuno si degnerà di intervenire o li manderanno ancora una volta in direzione Italia???”. Ed è arrivata la replica di La Valletta, con un portavoce maltese che ha risposto su Twitter: “@matteosalvini Noi la nostra parte la facciamo e #Malta ha appena salvato 61 vite. Adesso fai la tua e apri i porti Italiani alle 171 persone abbordo la vostra nave”.