Emanuele Scieri, il parà trovato morto in caserma il 16 agosto del 1999 dopo essere volato giù da una torre di addestramento della Caserma militare Gamerra della Folgore a Pisa, non si è suicidato ma è stato ucciso in conseguenza di un violento episodio di nonnismo perpetrato dall’ex caporale Alessandro Panella in concorso con altri commilitoni. Ne è convinta la Procura di Pisa, secondo cui sono state anche molte omissioni e molti silenzi a far sì che per 19 lunghi anni la verità sulla fine di Emanuele Scieri non venisse a galla. Come riportato da La Repubblica, il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha spiegato che “l’indagine ha consentito di perfezionare la conoscenza relativa al nonnismo: questo dato emerge anche con modalità tali da ritenere che contro Scieri ci sia stata un’aggressione da parte dei ‘nonni’ anche mentre era a terra”. Crini ha aggiunto che “si tratta di ipotesi indiziarie che sono suffragate anche dalle consulenze tecniche allegate alle conclusioni della commissione parlamentare d’indagine”. (agg. di Dario D’Angelo)



PROCURA, “SCIERI SVESTITO E PRESO A CALCI E PUGNI”

Ci sono voluti diciannove lunghissimi anni ma alla fine ecco la verità sulla morte di Emanuele Scieri, il parà trovato morto il 16 agosto del 1999 sotto una torre di addestramento della caserma Gamerra di Pisa. In arresto è finito, Alessandro Panella, 39 anni, ex caporale della Folgore, accusato di aver ucciso l’allora 26enne in concorso con altre persone. Si trattò dunque di nonnismo e non di suicidio. Secondo la Procura di Pisa, come riferito da La Repubblica, la sera del 13 agosto 1999 Scieri fu prima svestito e poi percosso con pugni e calci da Panella e probabilmente da altri 2 commilitoni, a loro volta indagati. Il siciliano fu dunque costretto a salire su una scala alta 10 metri, utilizzata per l’asciugatura dei paracadute da dove, “in conseguenza degli atti di violenza e minaccia in atto”, precipitò. A quel punto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Panella e gli altri indagati nascosero il corpo di Scieri sotto un tavolo. Lo fecero evidentemente talmente bene che il parà venne trovato solo tre giorni dopo, il 16 agosto. (agg. di Dario D’Angelo)



L’INTERCETTAZIONE AMBIENTALE TRA IL PRESUNTO KILLER E IL FRATELLO

Alessandro Panella, ex caporale della Folgore è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso, in concorso con altre persone, il parà siciliano Emanuele Scieri, il cui corpo senza vita fu trovato il 16 agosto 1999 sotto una torre di addestramento della caserma Gamerra di Pisa. Diciannove anni dopo l’inchiesta, riaperta dopo le conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta, ha avuto una svolta. Con Panella, finito agli arresti domiciliari in provincia di Roma, sono indagati altri due commilitoni. Uno è un militare ancora in servizio a Rimini. Nell’accusa ad Alessandro Panella ci sono anche intercettazioni ambientali: è risultata di particolare rilievo una conversazione con il fratello. L’indagato, commentando la perquisizione che aveva appena ricevuto, dice che gli anfibi che gli sono stati sequestrati non sono quelli che indossava nell’agosto del 1999, ma un altro paio più nuovi. I “vecchi” erano stati buttati via una settimana prima. E quando lo conferma al fratello, questi gli risponde: “Che cu..o”. L’interlocutore poi chiede perché sono stati presi gli anfibi e non il basco. “Mica l’hai preso a bascate”, dice ancora. (agg. di Silvana Palazzo)



OMICIDIO PER NONNISMO

Arrestato un ex caporale della Folgore uno dei tre militari sospettati di aver ucciso il parà Emanuele Scieri in un caso di nonnismo (il bullismo da caserma) avvenuto nel lontano 1999. In realtà si era parlato di un caso del genere sin dall’inizio, sia perché il nonnsmo protetto dai superiori è storia nota a tutti in Italia, sia perché la dinamica della morte per presunto suicidio appariva troppo incredibile. Ma chi comanda negli eserciti, soprattutto in un ambiente durissimo e chiuso come quello della Folgore, riesce sempre a coprire i casi più scabrosi e il nonnismo, almeno fino a quei tempi, era tollerato perché considerato un modo di forgiare soldati in gamba. L’arrestato è Alessandro Panella, caporale e capocamerata di Cerveteri in provincia di Roma, a cui era stato assegnato per l’addestramento proprio Emanuele Scieri. Panella è anche cittadino americano e domani 3 agosto sarebbe rientrato proprio negli Stati Uniti, ma è stato fermato in tempo. La notizia di essere indagato era giunta a lui e aveva acquistato un biglietto di sola andata. Nella ricostruzione dei fatti, Scieri venne fatto spogliare e picchiato e poi fatto saltare dalla torre di asciugatura della caserma Gamerra. Il fatto più inquietante è che il giovane rimase vivo, dicono le autorità che indagano, per un tempo abbastanza lungo per essere soccorso e probabilmente salvato. L’accusa è infatti di omicidio volontario (Agg. Paolo Vites)

LA SVOLTA

E’ giunta la svolta nelle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, parà deceduto diciannove anni fa: non fu suicidio, ma omicidio. Arrestato un ex caporale: delitto legato al “nonnismo”. Soddisfazione in ambito politico, ecco il commento del presidente della IV commissione Difesa Gianluca Rizzo: “Bene svolta indagini su #Scieri. #Verità e #giustizia sono le uniche due vie da percorrere per rompere il muro dell’omertà che si è tentato di costruire intorno alla morte di #Emanuele, parà siracusano morto nell’agosto del 1999 in situazioni mai pienamente chiarite. Questo, invece, un breve estratto del lungo post di Stefania Prestigiacomo: “Dispiace in tutti questi anni i vertici della Folgore,corpo amato dagli italiani,abbiano preferito voltarsi dall’altra parte negando ogni evidenza e sostenendo l’insostenibile. Oggi dopo 19anni si rompe il muro di omerta e si apre alla possibilita concreta di giustizia per #Scieri”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“EMANUELE POTEVA ESSERE SALVATO”

Il fratello di Emanuele, Francesco Scieri al telefono con il Presidente dell’associazione “Giustizia per Lele” ha spiegato come «Sono incredulo, è stata un’emozione fortissima». Non solo, Carlo Garozzo (n.1 dell’Associazione per Scieri) ha ritenuto giustamente di avvisare anche la madre del parà morto 19 anni fa nella caserma pisana, «abbiamo ritenuto di avvisare la madre di Emanuele Scieri perché principalmente dobbiamo dare una risposta alla famiglia di questo sventurato ragazzo. E’ stato un colloquio breve durante il quale la signora si è commossa». Intanto il Procuratore di Pisa, rispetto alla tragedia avvenuta alla Gamerra, ha aggiunto in conferenza stampa come «Emanuela poteva e doveva essere salvato. Anche per questo motivo abbiamo potuto ragionare di omicidio volontario inteso come deliberata scelta di lasciare il giovane a terra», ha spiegato Alessandro Crini, annunciando di avere in mano ulteriori elementi «messi in atto dagli ex commilitoni di Scieri, che dimostrerebbero come l’intento è stato quello di non creare le condizioni per una scoperta immediata di quanto accaduto». In poche parole, un depistaggio “bello e buono”..

ANCHE LA PROCURA È SICURA: “FU NONNISMO”

Secondo il Procuratore di Pisa, Alessandro Crini, la vicenda legata alla morte di Emanuele Scieri «ha avuto un’accelerazione nella giornata di ieri perché una delle tre persone da tempo indagate stava per lasciare il territorio nazionale e sarebbe stato complicato riportarcelo». Alla base di tutto, viene confermato, ci sarebbe un gravissimo episodio di nonnismo: Abbiamo ritenuto di accertare la permanenza in vita di Scieri e siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele e per questo contestiamo l’omicidio volontario proprio perché il giovane è stato lasciato agonizzante a terra», ha spiegato il Procuratore dopo che un ex parà è stato arrestato stamattina. La dinamica non è frutto di una congettura della Procura pisana, spiega ancora Crini, bensì «è ricavata dai vecchi accertamenti attualizzata con quelli peritali effettuati dalla commissione parlamentare. Sulle modalità con cui si sarebbero svolti i fatti c’è stata sostanziale condivisione anche con le testimonianze che abbiamo raccolto e ciò dimostra che la nostra ipotesi accusatoria non è campata in aria».

MINISTRO TRENTA, “CASO DI NONNISMO”

Emanuele Scieri non si è suicidato: arrestato un commilitone per concorso in omicidio a diciannove anni di distanza dalla tragica morte del parà, volato giù da una torre di addestramento della Caserma Gamerra della Folgore in quel di Pisa. La famiglia del ragazzo deceduto ha sempre lottato per la verità, convinta che Emanuele non si fosse suicidato: dito puntato contro l’omertà vigente dentro la Gamerra. Corrado Scieri e Isabella Guarino, i due genitori, nel 2007 hanno pubblicato un libro sulla vicenda del figlio: “un mattatoio”, “una centrale di omertà da fare impallidire Cosa Nostra”, questi alcuni commenti sulla caserma pisana dei parà. Intervenuta ai microfoni dei colleghi dell’Ansa, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha commentato: “Sul caso Emanuele Scieri bisogno arrivare alla verità. In questo momento il mio primo pensiero va alla famiglia Scieri. Il ministero della Difesa in particolare è a completa disposizione della magistratura, verso la quale nutre piena fiducia, per fare luce sull’episodio”(Aggiornamento di Massimo Balsamo)

EMANUELE SCIERI NON SI E’ SUICIDATO

Svolta dopo 19 lunghi anno sul caso Emanuele Scieri, il parà morto in caserma il 16 agosto del 1999, volato già da una torre di addestramento della Caserma militare Gamerra della Folgore a Pisa: è sempre stato classificato come un caso di suicidio, ma oggi arriva una novità che rischia di ribaltare completamente l’intero caso giudiziario, come già ravvisato dalla Commissione Parlamentare di recente. È finito agli arresti domiciliari un commilitone di Scieri, accusato di concorso in omicidio: nella giornata si terrà una conferenza stampa dove il procuratore della Repubblica di Pisa, Alessandro Crini e gli investigatori della squadra mobile di Firenze e dei poliziotti della sezione di polizia giudiziaria di Pisa racconteranno tutti i dettagli approfonditi del “nuovo” caso Scieri. Anni di silenzi, omertà, racconti non fatti e testimonianza “a metà” – in quello che assomiglia sinistramente, in alcuni punti, al caso di Stefano Cucchi morto in caserma a Roma dopo un arresto – arrivano forse finalmente ad una vera svolta nelle indagini. Stando ad alcune indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, la conclusione di tale lunghissima operazione investigativa si avvicina assai alle conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta. Ovvero, non fu suicidio ma fu in qualche modo spinto giù da quella torre, forse per “nonnismo”.

TUTTI I DUBBI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE

«Alla Gamerra, si legge, c’era un’altissima, sorprendente tolleranza verso comportamenti di nonnismo. La consulenza cinematica di tecnici specializzati ha accertato che la presenza di una delle scarpe di Scieri ritrovata troppo distante dal cadavere, la ferita sul dorso del piede sinistro e sul polpaccio sinistro, sono del tutto incompatibili con una caduta dalla scala e mostrano chiaramente che il giovane è stato aggredito prima di salire sulla scaletta», spiegò Sofia Amoddio (Pd) nel testo finale della commissione. Così come conferma l’ex ministro Stefania Prestigiacomo (Forza Italia) che all’epoca fu vice presidente della commissione, «ci fu diffusa omertà tra i testi ascoltati». Ci sarebbero poi anche altri due indagati, sempre per concorso in omicidio ma ancora non è chiaro chi e come possa aver fatto a portare fino alla morte misteriosa del parà da subito “incasellato” come caso di terribile suicidio. Scieri fu invece aggredito prima di cadere nel vuoto. Insomma, tutto il contrario di quanto detto quel terribile 16 agosto alla famiglia di Scieri, che 20 anni chiede giustizia: «Emanuele ha avuto un incidente. È morto. Probabilmente si è suicidato gettandosi dalla torre».