Non ci saranno mai avvertimenti a sufficienza per chi si reca in vacanza in luoghi esotici, lontani migliaia di chilometri dove la natura ha aspetti ed effetti del tutto diversi da quelli del nostro mondo occidentale. I turisti ancora non hanno capito che andare in vacanza in certi posti è una sfida contro la morte, a proprio rischio e pericolo ed è quello che purtroppo è successo alla bambina romana morta dopo essere stata toccata da una medusa nel mare delle Filippine. Lo spiega Antonino Reale all’agenzia Adnkronos, responsabile di pediatria dell’emergenza dell’ospedale Bambino Gesù di Roma: “Nei mari tropicali ci sono meduse molte pericolose, dalla tossicità elevatissima, in grado di scatenare reazioni violentissime. Penso alla Caravella portoghese, molto diffusa in Australia”, o alla medusa scatola. “Si tratta di organismi marini che possono provocare uno choc anafilattico: il paziente andrebbe trattato rapidamente con adrenalina”. Naturalmente la colpa è anche degli operatori turistici che non danno informazioni sufficienti, e della gente del luogo che non prende in considerazione a sufficienza i rischi a cui va incontro la gente (Agg. Paolo Vites)



LA MORTALE CUBOMEDUSA

Morire a 7 anni, mentre si cercano conchiglie, dopo essere entrata a contatto con una medusa killer: questo il tragico e assurdo destino di Gaia Trimarchi, bambina romana deceduta mentre si trovava in vacanza nelle Filippine con la mamma, gli zii, il cugino e l’allenatore di nuoto sull’isola di Sabitang Laya. Dal contatto con la cubomedusa, una tra le specie più velenose al mondo, fino all’arrivo in ospedale sono trascorsi 40 lunghissimi minuti. Neanche il fatto che la struttura medica fosse stata avvisata dell’arrivo della piccola e che avesse predisposto tutto l’occorrente per tentare di soccorrerla ha sottratto Gaia al suo destino di morte. Stando a quanto riportato dall’edizione filippina della Cnn, alla bimba come antidoto è stata immediatamente applicata della benzina sulla gamba. Un tentativo di darle sollievo rimasto vano nel lungo tragitto verso l’ospedale. (agg. di Dario D’Angelo)



LA MAMMA, “NON C’ERANO SEGNALI DI AVVERTIMENTO”

Tragedia nelle Filippine, dove una bambina romana di 7 anni è morta durante una vacanza. Fatale il contatto con una cubomedusa, una specie tra le più velenose al mondo. La puntura può provocare la morte, come successo appunto a Gaia Trimarchi, vincitrice di medaglie in competizioni di nuoto in Italia. Il contatto con i tentacoli della cubomedusa può provocare spasmi, seguiti da paralisi, arresto cardio-respiratorio e quindi morte. Il dolore è lancinante. Alla bambina è stata applicata della benzina sulla gamba, come antidoto, per darle sollievo, ma i 40 minuti di viaggio per arrivare in ospedale hanno impedito ai medici di salvarla. Per la madre la bambina poteva salvarsi se i turisti fossero stati avvisati del pericolo meduse che si correva a fare il bagno in quell’area e se ci fosse stato il kit del pronto soccorso in barca. «Non c’erano segnali di avvertimento, i marinai non ci avevano detto nulla di questo». Dal canto suo il comandante dell’imbarcazione si è difeso, come riportato da Repubblica, dicendo che «avevano detto che sarebbero rimasti solo 15 minuti, non pensavo che sarebbero andati a fare il bagno ma solo a scattare delle foto». (agg. di Silvana Palazzo)



FILIPPINE, BAMBINA MUORE DOPO CONTATTO CON MEDUSA

Una bambina italiana di sette anni è morta nelle Filippine dopo essere venuta a contatto con una medusa. Gaia Trimarchi, questo il nome della piccola, si trovava con la famiglia in gita nell’isola di Sabitang Laya con la madre filippina, uno zio e un cugino. Stava raccogliendo conchiglie in un tratto di mare non lontano dal bagnasciuga quando si è messa ad urlare per il dolore. Ci sono voluti trenta minuti di barca per trasportarla fino all’isola più grande di Caramoan e altri dieci minuti per arrivare in ospedale. Qui però è stata dichiarata morta a causa di quella che è stata definita una grave reazione allergica. La madre, Manette, ha raccontato di aver «visto la parte superiore della gamba diventare viola». Letale sarebbe stata la puntura di una box jellyfish, una delle meduse più velenose e pericolose al mondo. Per gli esperti questo tipo di animale possiede sessanta tentacoli, ognuno dei quali con 500mila terminazioni velenose.

LETALE IL VELENO DELLA BOX JELLYFISH

La tragedia è avvenuta il 26 luglio, mentre Gaia si trovava sull’isola filippina di Sabitang Laya con la sua famiglia. «Stava cercando di rimuovere dei pezzi di tentacolo dalla gamba, al punto che se li è trovati sulle mani», ha raccontato la mamma della bambina alla tv locale ABS-CBN News. La donna ha detto di aver subito rimosso i tentacoli e che la guida del tour e i barcaioli le hanno riferito che si trattava di una cubomedusa. «Non c’era una cassetta di pronto soccorso sulla barca e siamo stati addirittura rimproverati perchè non avevamo portato con noi dell’aceto contro le meduse», ha aggiunto Manette. Una settimana fa un bimbo di sei anni è morto nelle stesse acque. Il veleno delle cubomedusa è considerato uno dei più potenti: può uccidere nel gioro di pochi minuti. La sostanza velenosa è infatti ad azione rapida e può causare arresti cardiovascolari in pochi minuti, mentre il dolore causato dalla puntura stessa è incredibilmente intenso, e può causare la morte anche prima che il veleno faccia effetto, in quanto può portare a shock.