Un bambino di quasi quattro anni è finito in ospedale per aver ingerito una disk battery, una pila a bottone comunemente usata per vari dispositivi, oltre che per videogiochi. I genitori non si erano accorti di nulla, ma quando il piccolo ha cominciato a manifestare forti dolori addominali non hanno potuto fare altro che portarlo al pronto soccorso. L’esame ecografico e altri tipi di indagini non hanno permesso di individuare la pila, quindi i medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma grazie ad una radiografia addominale, effettuata per il persistere dei sintomi, hanno scoperto la presenza della batteria nell’esofago del bambino. Quella batteria, che forse era presente nel corpo del bambino da diversi giorni, aveva sprigionato – come riportato da Tgcom24 – la sua carica elettrica bruciando i tessuti. Il bimbo dunque ha rischiato la vita per quella pila a bottone, ma fortunatamente è stata scoperta in tempo.



INGERISCE PILA A BOTTONE: CARICA ELETTRICA BRUCIA TESSUTI

Una volta individuata l’origine del malessere, i medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno attivato immediatamente le procedure di emergenze previste dal protocollo nazionale ed europeo per questo tipo di eventi. Si tratta delle linee guida Sigenp ed Espghan-esge, per la cui stesura sono stati coinvolti anche gli esperti della Chirurgia Endoscopica Digestiva del Bambino Gesù. È stata allora organizzata una equipe multidisciplinare per rimuovere l’oggetto estraneo in condizioni di massima sicurezza. Come spiegato da Luigi Dall’Oglio, responsabile di Chirurgia Endoscopica Digestiva del Bambino Gesù, a Tgcom24, si tratta di batterie “killer” perché provocano lesioni che possono rivelare talmente gravi da causare la morte. Possono generale fistole tra esofago e trachea o tra esofago e arterie toraciche provocando emorragie gravissime. «Nel caso del nostro piccolo paziente la pila a bottone si trovava a soli 3 millimetri dall’aorta», ha dichiarato il medico. La semplice rimozione endoscopica è pericolosa perché può provocare perdita di sangue: «In situazioni del genere è sicuramente necessaria la tempestività, ma bisogna agire attivando ogni possibile sistema di protezione e senza lasciare nulla al caso».

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