Mentre si sprecano gli appelli delle varie Ong al Governo italiano e all’Ue per risolvere al più presto il caso della Diciotti, interviene l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che a L’aria che tira estate su La7 offre uno spunto di certo “originale” in merito alla complicatissima situazione della nave in forza alla Guardia Costiera italiana. «La barca della nostra Guardia Costiera è attrezzata, hanno infermeria, da mangiare e vengono assistiti. E’ ovvio che devono trovare una sistemazione definitiva, ma è anche ovvio che è un problema di cui deve farsi carico l’Europa». Secondo Save the Children, il Governo Conte deve al più presto mettere in sicurezza quelle 177 persone, per questo «chiediamo al Governo di trovate immediatamente una soluzione che metta in primo piano la protezione delle persone ed il rispetto dei loro diritti».



UNHCR, “MIGRANTI BISOGNOSI DI CURE”

Non si sblocca la questione relativa alla nave Diciotti della Guardia Costiera italiana, con a bordo 177 migranti. L’imbarcazione è giunta ieri a Catania attorno alle ore 23:30, ma non ha ancora ricevuto l’ok allo sbarco. La posizione del Viminale, del resto, è ormai chiara: finché nessuna nazione europea accoglierà il carico di profughi che gli spetta, questi ultimi non potranno lasciare la Diciotti. Nel frattempo sono sul piede di guerra le associazioni umanitarie, a cominciare da Save the Children, secondo cui vi sarebbero diversi minorenni sulla nave, e 28 di questi non sarebbero nemmeno accompagnati. Carlotta Sami, portavoce dell’alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), ha invece confessato: «Le persone a bordo hanno subito abusi, torture, sono vittime di tratta e traffico di esseri umani. Hanno bisogno urgente di ricevere assistenza e diritto a chiedere asilo. Un diritto fondamentale, non un crimine». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SALVINI RIBADISCE POSIZIONE DELL’ITALIA

Il no del Viminale allo sbarco – per ora, in attesa di una risposta certa di Bruxelles – prende spunto da un caso del recente passato: Salvini ha ricordato che prima di poter ottenere l’ok dello sbarco, «forse sarebbe meglio alzare il telefono e chiedere spiegazioni a Bruxelles e agli altri governi europei». Il Ministro degli Interni sul caso Diciotti rimembra quanto avvenuto a luglio, quando a Pozzallo sbarcarono 450 immigrati salvati ma «solo la Francia ha mantenuto l’impegno, accogliendone 47 sui 50 promessi. Mentre, gli altri Paesi – Germania, Portogallo, Spagna, Irlanda e Malta – ne hanno accolti zero». Non solo, il vicepremier attacca anche il Governo di Malta, per l’ennesima volta, accusandoli di «accompagnare i migranti verso l’Italia per poi abbandonarli in condizioni di pericolo». Nel frattempo però al porto di Catania la situazione resta invariata, con i 177 migranti che non possono scendere fino all’ordine delle autorità portuali: l’ex premier Gentiloni su twitter sbotta, «Di barche di migranti costrette a vagare in mare senza approdo ne abbiamo viste tante, dal sud-est asiatico all’Australia. Ma è la prima mondiale di una nave della Guardia Costiera bandita dai porti del proprio Paese». 



NO SECCO DEL VIMINALE

La situazione della nave Diciotti continua ad alimentare la tensione tra l’Italia e l’Unione Europea, ma anche all’interno del governo M5s-Lega. Dopo l’annuncio di Danilo Toninelli sullo sbarco a Catania dei 177 migranti a bordo dell’imbarcazione, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha chiarito che non ci sarà alcuno sbarco senza intesa europea sulla suddivisione dei migranti. Attualmente la Diciotti è ormeggiata al molo Levante del porto di Catania: come sottolineato da Repubblica, si tratta di uno “scalo tecnico”, come dire rifornimento di acqua, carburante o viveri. La fumata bianca tra Ue e Italia tarda ad arrivare e la situazione è più delicata del previsto, anche se nessun movimento lascia pensare a uno sbarco imminente. Carlotta Sami, portavoce Unhcr, ha commentato: “Le persone a bordo hanno subito abusi, torture, sono vittime di tratta e traffico di esseri umani. Hanno bisogno urgente di ricevere assistenza e diritto a chiedere asilo. Un diritto fondamentale, non un crimine”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

PROCURA APRE UN’INCHIESTA

E’ ancora ferma a Catania la nave della guardia costiera italiana, Diciotti, con a bordo 177 migranti. L’imbarcazione è giunta nel porto etneo nella tarda serata di ieri, attorno alle ore 23:30, ma non ha ancora ricevuto l’ok allo sbarco. Vi è infatti in atto un braccio di ferro fra il Viminale, capitanato dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il rappresentante delle infrastrutture, Toninelli, con il primo che non vuole consentire lo sbarco dei profughi, a differenza invece del secondo. Si attende quindi l’intervento dell’Unione Europea, che dovrà farsi carico di una grande fetta dei suddetti migranti, altrimenti c’è il forte rischio che i profughi vengano riaccompagnati presso i loro paesi d’origine. Nel frattempo è stata avviata un’indagine da parte della procura di Agrigento, con il compito di individuare gli scafisti, nonché per conoscere le condizioni delle persone a bordo della Diciotti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PROSEGUE IL BRACCIO DI FERRO

Prosegue il braccio di ferro in seno alle istituzioni italiane ed europee per le sorti dei 177 migranti a bordo della nave Diciotti, l’imbarcazione che da ormai 5 giorni vede a bordo le persone salvate nel Mediterraneo ma non ha ancora ricevuto l’autorizzazione a farle sbarcare. Come riportato da Il Post, la nave della guardia costiera italiana ha ricevuto ieri il via libera ad attraccare al porto di Catania dal Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ma non l’autorizzazione a far sbarcare i migranti. In questo senso molto chiara è stata la nota diramata dal Viminale:”Il ministro Salvini non ha dato né darà alcuna autorizzazione allo sbarco dei migranti sulla nave Diciotti, finché non avrà certezza che i 177 andranno altrove”. Dal canto suo la Commissione europea per bocca del portavoce Tove Ernst fa sapere:”Siamo al lavoro per trovare una soluzione, la più rapida possibile. Siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri”. (agg. di Dario D’Angelo)

IL “PIT STOP” A CATANIA

E’ ormai braccio di ferro tra il Ministro de Trasporti Toninelli, ufficialmente deputato a gestire la crisi della nave Diciotti e in generale a occuparsi degli sbarchi dei migranti, e il vicepresidente del consiglio Matteo Salvini, che non sembra sulla stessa lunghezza d’onda del collega Ministro. Toninelli aveva dato indicazione per far sbarcare la Diciotti a Catania, ma dal Viminale è arrivata una doccia fredda per chi pensava che la crisi fosse ormai vicina alla risoluzione. Salvini ha imposto che i migranti non sbarchino, pur accordando l’attracco a Catania della Diciotti per verificare se a livello umanitario ci sia bisogno di aiuto particolare per gli occupanti. Una sorta di “pit stop” prima di conoscere il destino della nave: Salvini ha imposto, come condizione per lo sbarco dei 177 migranti in Italia, che essi vengano poi ridistruibuiti tra i vari paesi dell’Unione Europea. (agg. di Fabio Belli)

SALVINI: “ATTRACCO SENZA SBARCO A CATANIA”

Mentre i 177 migranti della Diciotti si apprestano all’ennesima notte sulla nave della Guarida Costiera, fa discutere l’invettiva del luogotenente Antonello Ciavarelli (come già anticipato qui sotto, ndr): mentre infatti i ministri “litigano” sull’apertura dei porti a Catania, il delegato Cocer della Guardia Costiera italiana da un lato conferma «ubbidiremo sempre al Governo», ma dall’altro riporta non poche perplessità sulla continua linea anti-accoglienza del Governo Conte. «Ci sono tanti colleghi che in questi giorni mi stanno scrivendo per esprimere disagio. Sui social ci stanno attaccando: attaccano la Guardia costiera, ci sono richieste al governo di destituire il comandante generale, l’ammiraglio Giovanni Pettorino. Paragonano la nave Diciotti a quella di una Ong, il nostro operato a quello degli scafisti. Sono attacchi ingiusti…», ha spiegato al Corriere della Sera il luogotenente della GC. Un avviso al Governo, «ci aspettiamo anche una politica più risoluta nel dare disposizioni!» e un pensiero a quei 177 migranti ancora a bordo: «per ora sono tranquilli e i colleghi a bordo mi scrivono su whatsapp che tutto va bene. Ma se le stesse persone capissero che li vogliamo riportare in Libia o trasbordare su un’altra nave diretta in Libia, ecco che sarebbero disposti a tutto, anche al suicidio», avverte allarmato Ciavarelli. 

IL CASO DICIOTTI IMPERVERSA ANCORA

Sembrava volgere al termine il caso della nave di proprietà della Guardia Costiera – la Diciotti che da giorni trasporta a bordo 177 migranti raccolti in mare dopo l’ennesima traversata con barconi partiti dalla Libia – quando il Ministro dei Trasporti Toninelli proprio oggi pomeriggio annunciava su Twitter, «La nave Diciotti attraccherà a Catania. I valorosi uomini della Guardia Costiera hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l’Europa faccia in fretta la propria parte». Nel frattempo l’Unione Europea ha fatto sapere di essersi attivata con gli altri Stati membri per discutere di ridistribuzione, proprio come deciso in via “informale” al Consiglio Europeo di fine giugno. E invece il nodo “immigrazione” resta tutt’altro che risolto dato l’ultimo intervento del Viminale, su ordine del Ministro Salvini: secondo fonti qualificate dell’Ansa – anche se non vi sono al momento conferme in merito da parte dello stesso vicepremier – la nave Diciotti sbarcherà a Catania ma i migranti «non scenderanno» fino a quando non ci sarà dall’Europa una risposta chiara sulla ripartizione dei rifugiati nei vari Paesi Ue». Il caso dunque si riapre e le polemiche contro il Ministro esplodono una volta di più, per non parlare del caso “imbarazzato” di un Governo diviso ancora una volta sul tema centrale dell’immigrazione.

PALERMO CONTRO SALVINI: “NON SI LASCIA LA GENTE GALLEGGIARE IN MARE”

Mentre dunque si attende una risposta in merito al caso ormai lungo ben una settimana, con i migranti al largo di Lampedusa per giorni fino al viaggio definito verso Catania di queste ultime ore, la comunità siciliana si schiera in due soliti “cordoni”: pro accoglienza o pro sicurezza. «Non si può lasciare la gente a galleggiare in mare. Su quella barca ci sono volti precisi. L’unica parola è accoglienza», dice l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, tornando per l’ennesima volta in polemica con il Ministro Salvini dopo i recenti scontri mediatici a luglio. «Ben venga che ci sia un’Europa che si assume le responsabilità, ma non dobbiamo dimenticare che su quella nave ci sono volti precisi», continua Lorefice intervenendo all’evento organizzato dal missionario laico Biagio Conte dal titolo «Tutti sulla stessa barca». Settimane fa il vicepremier della Lega aveva replicato in questo modo alle critiche dell’arcivescovo palermitano: «Con tutto il rispetto possibile per il pastore di anime, anziché favorire l’arrivo in Europa dei poveri di tutta l’Africa, il mio dovere al governo è pensare prima ai milioni di poveri italiani. Sbaglio?». Ad alimentare le polemiche sul caso Diciotti ci pensa anche un luogotenente della Guardia Costiera, Antonello Ciavarello: «La nave Diciotti è una nave militare dello Stato italiano e le viene impedito di ormeggiare in un porto italiano! Scelta incomprensibile e imbarazzante», nota il membro ufficiale in una intervista al Corriere della Sera. QUI L’INTERO CASO DELLA NAVE DICIOTTI