Da una parte la volontà di non aggirare il problema degli abusi compiuti dai preti in Irlanda, dall’altra la necessità che l’intero viaggio – ufficialmente motivato dall’Incontro Mondiale delle Famiglie in programma dal 21 al 26 agosto – non venga monopolizzato da uno dei temi più imbarazzanti per la vita quotidiana della Chiesa Cattolica del Terzo Millennio: non è affatto semplice il compito che Papa Francesco sarà chiamato ad assolvere tra sabato e domenica. A fornire qualche anticipazione su come il Santo Padre tenterà di muoversi è stato il portavoce vaticano Greg Burke, che alla domanda se il Papa parlerà direttamente degli abusi sessuali verificatisi in Irlanda ha risposto:”Aspettate e vedrete, ma fa sei discorsi, è molto possibile”. Come riportato dalla rubrica de La Stampa, Vatican Insider, ai giornalisti che hanno domandato se a San Pietro non si nutrano delle preoccupazioni rispetto al rischio che quello degli abusi sessuali possa essere il tema dominante dell’intera due giorni, Burke ha risposto:”Penso che ogni viaggio in Irlanda non sarebbe stato un semplice viaggio in Irlanda. Ciò premesso, il focus del viaggio rimane la famiglia”. (agg. di Dario D’Angelo)



BURKE, “PREGHIERA TRA IL PAPA E VITTIME ABUSI”

Arriva oggi la conferma dalla Sala Stampa vaticana dell’incontro tanto atteso (e criticato) del Papa con le vittime degli abusi sessuali della Chiesa d’Irlanda: il direttore della Sala Stampa Greg Burke ha spiegato – durante la presentazione dell’imminente viaggio in terra d’Irlanda del Pontefice – come durante la visita in Cattedrale a Dublino, Papa Francesco incontrerà le vittime della pedofilia. «L’incontro avverrà davanti alla lampada che è proprio lì per ricordare chi ha subito questi reati», spiega Burke, confermando il momento di preghiera privata che avverrà tra le vittime e il Santo Padre. Commentando l’importante lettera scritta ieri dal Papa “al popolo di Dio”, ancora Burke sottolinea come sia «significativo che il Papa definisce l’abuso un crimine. Non solo un peccato e che chiede perdono; ma egli riconosce anche che nessuno sforzo volto a riparare al male fatto sarà mai sufficiente né per le vittime né per i sopravvissuti». Il direttore infine spiega come tanto Benedetto XVI quanto Francesco hanno ascoltato in questi anni molte vittime: «nella lettera Bergoglio sottolinea che le ferite provocate dagli abusi non guariranno mai. Il Papa ribadisce che è urgentemente necessaria una maggiore responsabilità non solo da parte di coloro che hanno commesso questi crimini, ma anche da parte di coloro che li hanno coperti, laddove in molti casi questi sono i vescovi». (agg. di Niccolò Magnani)



IL PAPA INCONTRERÀ LE VITTIME DI PEDOFILIA?

Il viaggio più difficile di papa Francesco, ma non solo. Il viaggio che potrà o meno permettere alla Chiesa di recuperare in parte o perdere per sempre la sua credibilità universale. Lo scrive il giornalista irlandese Jon Allen sul sito Crux a proposito del prossimo viaggio di Bergoglio in Irlanda, per l’incontro mondiale delle famiglie che si terrà dal 21 al 26 agosto, paese simbolo del dramma degli abusi pedofili da parte degli uomini di Chiesa tenuti nascosti per decenni dalle più alte autorità della Chiesa stessa. Il tutto in un momento mentre la crisi dei sacerdoti pedofili coperti dalle più alte autorità ecclesiastiche sembra scoppiare ovunque. In Pennsylvania dove sono accusati di aver abusato di almeno mille minori circa 300 sacerdoti in un periodo di 70 anni mentre il cardinale di Washington, Donald Wuerl, in passato a Pittsburgh, avrebbe coperto quanto accadeva. L’altro arcivescovo americano Theodore McCarrick invece è stato il primo Principe della Chiesa obbligato a dimettersi in almeno un secolo per aver fatto lo stesso e anzi essere stato anche lui autore di abusi sui minori.



DA BELFAST: “RESTI A ROMA O PERDERÀ CREDIBILITÀ”

C’è poi il caso del Cile, dove tutti i vescovi si sono dimessi in seguito a un medesimo scandalo. Scrive Allen che nonostante questo quadro, la partecipazione degli irlandesi alla visita del papa avrà una partecipazione di massa: i biglietti per i treni speciali per Dublino sono già esauriti, mentre stanze e appartamenti in città in affitto hanno raggiunto prezzi altissimi, segno della richiesta che c’è da ogni parte dell’isola. In questo quadro si gioca la credibilità del papa, dice Allen: incontrerà le vittime degli abusi? Sembra certo che lo farà, ma la vera domanda, chiede il giornalista, non è se li incontrerà, ma cosa accadrà dopo averli incontrati. Si darà un seguito a quel momento? Si continueranno le indagini? Ci sarà un dialogo aperto da parte della Chiesa o sarà solo un bel gesto di un momento? In tal senso Papa Francesco ha già lanciato un segnale con una lettera (qui il nostro approfondimento). Ci sono anche sacerdoti che invitano il papa a non venire in Irlanda come è il caso di padre Patrick McCafferty di Belfast che nel suo magazine parrocchiale ha chiesto a Francesco di rimanere a Roma: “Chiederei al nostro Santo Padre il papa di non venire in Irlanda”, ha detto McCafferty. “Lo dico come suo fedele figlio, che lo ama e lo difenderebbe con la vita. Chiedo al Papa di non venire a causa del tradimento, della distruzione e dell’intera perdita di credibilità che subirebbe”.