Sono dieci le vittime della tragedia avvenuta a Civita di Castrovillari, complice la piena del torrente Raganello. Lunedì un gruppo di “escursionisti” si è avventurato forse non rendendosi conto della gravità di quanto stesse accadendo, e anche chi li ha accompagnati ha sottovalutato le condizioni meteorologiche, con l’allerta gialla segnalata da ore alla protezione civile. Alla fine è stata una tragedia, e fra le dieci vittime vi è anche un residente di Cerchiara di Calabria. Il comune calabrese è gemellato con Lurate Caccivio, in provincia di Como, e il primo cittadino Anna Gargano ha voluto stringersi attorno al dolore dei famigliari delle vittime, pubblicando un messaggio su Facebook: «Il sindaco Anna Gargano e tutta l’Amministrazione si uniscono al dolore che ha colpito il nostro Comune gemellato Cerchiara di Calabria nell’inondazione del Raganello. Purtroppo tra le vittime c’è anche un cerchia rese». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE PAROLE DEL PAPA
Mentre il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, assieme al prefetto di Cosenza Paola Galeone, ha assicurato che “al 99,9% non ci sono più dispersi tra le persone coinvolte dalla piena” del torrente Raganello in località Civita di Castrovillari, nel Parco Nazionale del Pollino in Calabria, arriva anche il messaggio di vicinanza di Papa Francesco nei confronti delle famiglie delle vittime e dei feriti della tragedia avvenuta nel cosentino. Come riportato dall’Ansa, il Santo Padre al termine dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI ha dichiarato:”Nel salutare i pellegrini di lingua italiana, il mio pensiero va alla tragedia, avvenuta nei giorni scorsi in Calabria nei pressi del torrente Raganello, dove hanno perso la vita escursionisti provenienti da varie Regioni d’Italia. Mentre affido alla bontà misericordiosa di Dio quanti sono drammaticamente scomparsi, esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari, come anche ai feriti”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL CORDOGLIO DELLA POLITICA
Vi abbiamo raccontato con dovizia di particolari la tragedia del Monte Pollino, con la morte di 10 escursionisti travolti dal Torrente Raganello. Nelle ultime ore sono giunti i commenti del mondo politico, vicino alle famiglie coinvolti dal drammatico evento. Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, ha scritto su Twitter: “E’ enorme il dolore per le vittime della tragedia delle Gole del Raganello. Prego e mi stringo al dolore dei familiari. Grazie a chi, in queste ore difficili, sta prestando aiuti e soccorsi”. Queste, invece, le parole del presidente della Camera Roberto Fico: “Profondo dolore per le persone travolte nelle gole del #Raganello nel Parco del Pollino. Sono vicino alle famiglie delle vittime. E grazie ai soccorritori, da ore alla ricerca di altri dispersi”. Infine, il commento del Sindaco di Torino Chiara Appendino: “A nome mio e della Città di Torino esprimo vicinanza al territorio e alle famiglie delle vittime della tragedia che si sta consumando in #Calabria. Ringrazio tutte e tutti coloro che stanno intervenendo nelle operazioni di soccorso”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PREFETTO DI COSENZA RINGRAZIA SOCCORRITORI
Tra i commenti necessari per la terribile tragedia del Parco Pollino, il Prefetto di Cosenza Paola Galeone ha voluto comunque dedicare delle parole per i soccorsi che hanno permesso di rendere meno pesante il bilancio delle vittime, salito comunque a 10 dopo gli ultimi rilievi. Il Prefetto ha spiegato: “Grazie ai soccorsi siamo riusciti ad arginare una tragedia che sarebbe potuta essere ancora più devastante. Visto che il turismo stava decollando noi vogliamo incanalare tutto in una via anche di sicurezza, affinché non ci sia quella ricaduta negativa per delle zone belle che poi diventano soltanto teatro di paure con una comunicazione negativa.” Pianificare la sicurezza nella zona sarà fondamentale per il Prefetto Galeone per evitare tragedie come quella che ha sconvolto la Calabria e tutta l’Italia in questi giorni. (agg. di Fabio Belli)
COPPIA ROMANA TRA LE VITTIME
Tra le vittime identificate nella tragedia del Parco Pollino, c’è anche una coppia romana: Carlo Maurici, di 35 anni, e Valentina Venditti di 34. Conviventi nella zona del Casilino, lui di professione faceva il tatuatore, mentre lei era receptionist in un albergo. Immediato è arrivato il cordoglio delle istituzioni capitoline. Il Sindaco Virginia Raggi in un tweet ha espresso il dolore di tutta la città: “Esprimo profondo cordoglio per la morte degli escursionisti travolti dalla piena del torrente Raganello, in Calabria. Due giovani venivano da Roma. La città è vicina alle famiglie colpite da questa tragedia“, ha scritto in un tweet la sindaca Virginia Raggi. Si è espresso anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, con una nota ufficiale:”Vicinanza e cordoglio alle famiglie delle vittime e a chi è rimasto coinvolto nei drammatici fatti del Pollino in cui sono deceduti anche due giovani romani: Carlo Maurici e Valentina Venditti. Un sincero ringraziamento va anche ai soccorritori per l’encomiabile lavoro che stanno svolgendo“. (agg. di Fabio Belli)
“NESSUNA REGOLA DI ACCESSO ALLE GOLE DI RAGANELLO”
«Basta morti per colpa della sciatteria nella gestione del territorio»: l’appello veemente viene lanciato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, parlando in Calabria sulla tragedia del Parco Pollino tra le gole del torrente Raganello. Se però dalla politica arriva una ferma condanna di quanto a livello di sicurezza non viene spesso fatto nel nostro Paese, dalle autorità locali arriva in prima battuta il ringraziamento forte per l’instancabile e encomiabile lavoro dei soccorritori che hanno evitato ulteriori vittime ai già 10 morti nella tragedia di Cosenza. «Grazie ai soccorsi siamo riusciti ad arginare una tragedia che sarebbe potuta essere ancora più devastante», ha spiegato il Prefetto Paola Galeone a RepTv, non prima di aggiungere «Visto che il turismo stava decollando noi vogliamo incanalare tutto in una via anche di sicurezza, affinché non ci sia quella ricaduta negativa per delle zone belle che poi diventano soltanto teatro di paure con una comunicazione negativa». Intanto esplode una nuova polemica rilanciata dal Fatto Quotidiano, visto che ad oggi pare che nessuno abbia regolato l’accesso alle gole per evitare nuovi eventuali disagi: «Una ordinanza degli anni 90 dice che si può andare nelle gole con un esperto, ma non ci sono ordinanze più recenti», ha spiegato il sindaco di Civita Alessandro Tocci raggiunto da Marco Lillo, collega de Il Fatto. Non vi sono infatti al momento delibere urgenti per chiudere o almeno regolare l’accesso alle gole interne al Parco del Pollino, ma il sindaco non ne vede l’indispensabile uso: «Al momento no, dopo tutto quello che è successo nessuno ci andrebbe…». (agg. di Niccolò Magnani)
RITROVATI VIVI IN 3, NON ERANO “VERI” DISPERSI
Tre persone che erano segnalate come disperse nella tragedia avvenuta ieri a Civita di Castrovillari, in provincia di Cosenza, sono state trovate vive. Si tratta di pugliesi di 21, 22 e 23 anni che però non avevano mai raggiunto le Gole del torrente Raganello. La notizia viene confermata da fonti della Prefettura di Taranto. Sono stati rintracciati, e sono in buone condizioni: erano stati inseriti nella lista delle persone disperse, ma erano da tutt’altra parte molo lontani dalla zona del disastro. I tre si erano infatti accampati in località Valle d’Impisa, una località a monte della zona del disastro e dove i cellulari non hanno campo. Il caso, come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, è montato su Twitter, dove poi è arrivata la rassicurazione di un’amica dei tre pugliesi. «Abbiamo complessivamente 44 persone coinvolte, 23 sono state salvate per opera dei vigili del fuoco in particolare, e devo ringraziarli fino in fondo, senza riportare ferite significative, 11 sono feriti e quindi ricoverati e 10 ci hanno lasciato», ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a SkyTg24 facendo un bilancio delle persone coinvolte. «La bimba grave, ricoverata a Roma, e la sorella ricoverata a Cosenza hanno perso entrambi i genitori», ha fatto sapere all’AdnKronos Luigi D’Angelo, direttore operativo dell’Ufficio Emergenze del Dipartimento della Protezione civile. (agg. di Silvana Palazzo)
“PARCO DEL POLLINO NON C’ENTRA CON LA SICUREZZA”
Il presidente del Parco nazionale del Pollino mette le mani avanti dopo le dichiarazioni di Sergio Costa, ministro dell’Ambiente, che oggi ha parlato della ricerca di eventuali responsabili della tragedia che si è consumata ieri, con 10 vittime e 11 feriti travolti dall’ondata di piena. «Il Parco del Pollino non c’entra con la sicurezza delle Gole del Raganello, noi dobbiamo pensare solo alla tutela dell’ecosistema di quell’area», ha dichiarato – come riportato da lacnews24 – Domenico Pappaterra, il quale chiede alle istituzioni preposte di regolamentare le attività nella valle del Raganello. «Il Parco del Pollino ha una competenza residuale che è quella di tutelare l’ecosistema di quell’area e non ha quindi certamente competenza in materia di accessibilità o di garantire la sicurezza ai fruitori». Sulla questione è intervenuto anche il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, secondo cui «è nostro dovere impegnarci, insieme a tutti gli altri soggetti interessati, affinché la fruizione delle nostre eccellenze naturalistiche avvenga nel massimo della sicurezza per evitare il ripetersi di tragedie come questa del Raganello». (agg. di Silvana Palazzo)
LE VITTIME DI ETÀ COMPRESA FRA I 27 E I 55 ANNI
E’ fermo a 10 morti il bilancio delle vittime della piena del Raganello, in provincia di Cosenza, e il numero delle vittime dovrebbe essere al 99% completo, visto che tutti i dispersi sarebbero stati ritrovati. Le dieci persone decedute provengono da cinque diverse regioni, e sono tutte di età compresa fra i 27 e i 55 anni. L’edizione online del quotidiano il Messaggero ha riportato l’elenco completo delle vittime. Si tratta di Paola Romagnoli, classe 1963, ricercatrice universitaria di Bergamo; Carlo Maurici, classe 1983, e Valentina Venditti, 1984, di Roma; Maria Immacolata Marrazzo, classe 1975 di Ercolano (Napoli), Carmela Tammaro, 1977, e Antonio Santopaolo, 1974, entrambi di Napoli. Due anche le vittime tarantine, leggasi Gianfranco Fumarola, classe 1975 di Martina Franca, e Miriam Mezzolla, 1991, la più giovane fra gli scomparsi. Infine, Antonio de Rasis, 1986, Trebisacce (Cosenza), e Claudia Giampietro, 1987, Conversano (Bari). (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“LE PRIME PERSONE SOCCORSE ERANO IN COSTUME DA BAGNO”
«Non avevo mai visto una situazione del genere». Così uno dei primi soccorritori arrivati al torrente Raganello dopo l’ondata di piena commenta lo scenario che si è trovato davanti. Eppure conosce bene quelle gole e di piene ne ha viste a centinaia, ma «ieri l’acqua era alta almeno dieci volte il normale». A parlare a Repubblica è Roberto De Marco, guida esperta da anni nella squadra calabrese del soccorso alpino. È stato lui con la sua squadra a trovare i primi superstiti e a segnalarli ai vigili del fuoco, che poi hanno effettuato le procedure di recupero. «Alcuni erano esploratori improvvisati, li abbiamo trovati in costume da bagno, ma tutti hanno avuto la fortuna di trovarsi in una delle parti più ampie delle gole e la prontezza di cercare riparo più in alto possibile». Per prassi quando piove nel torrente non si entra. «Dicono che sia stata diramata un’allerta meteo, ma qui nessuno era informato», ha aggiunto De Marco. (agg. di Silvana Palazzo)
POLLINO, PIENA DEL RAGANELLO: 10 MORTI, VIVI I 3 DISPERSI
Sono 10 le vittime causate dalla piena del torrente Raganello, fiume che si trova in località Civita di Castrovillari, in provincia di Cosenza (Calabria). Alla fine, sei donne e quattro uomini hanno perso la vita, con un fiume di fango che ha investito in pieno i turisti mentre stavano facendo canyoning, provenienti quasi tutti dalla Lombardia. Tre erano i dispersi, ritrovati nelle ultime ore, accampatisi a Valle d’Impisa, in salvo dalla furia dell’acqua. Resta una tragedia immane, e secondo alcuni, annunciata da tempo. Stando a quanto riferito daii frequentatori della zona, ormai qualsiasi persona si dedicava a questa attività, sottovalutando, come si è visto in queste ore, uno sport non alla portata di tutti.
“ERA DIVENTATO UN LUNA PARK”
«Quello che è accaduto nelle gole del Raganello – racconta Claudio, un frequentatore del , al quotidiano Il Mattino – è un disastro annunciato. Questo posto era diventato un luna park. Non è possibile vedere bambini con infradito che si avventurano per i sentieri e donne con vestiti da spiaggia». L’uomo, che è stato fra i primi soccorritori di vittime e feriti, ha aggiunto: «Abbiamo soccorso due ragazze napoletane che erano riuscite a risalire. Erano in stato di shock e sono arrivate fino a noi scalze e con segni di tagli provocati dalle rocce. Hanno raccontato di una situazione terrificante».