I rilievi della scientifica sono stati compiuti sul corpo di Manuela Bailo, e uno dei due legali della famiglia della vittima, Michele Radici, ha affermato di non essere convinto della versione dell’omicida: “Ci sono elementi che mettono in dubbio la versione di Pasini“ ha affermato Radici. Pasini ha affermato che la lite che ha portato all’omicidio della Bailo si è scatenata per un tatuaggio, e soprattutto ha sottolineato come non ci fosse certo l’intenzione di uccidere l’ex amante. Parole che non hanno assolutamente convinto i legali della vittima, anche alla luce di precedenti liti che sarebbero intercorse tra Manuela e Pasini dopo la fine della loro relazione. Quello per il tatuaggio sarebbe considerato un pretesto debole e secondo i legali della famiglia Bailo devono emergere ancora dei particolari decisivi. (agg. di Fabio Belli)



PASINI “NON VOLEVO UCCIDERLA”

Si è svolto oggi l’interrogatorio di convalida del fermo in carcere a carico di Fabrizio Pasini, l’amante di Manuela Bailo, uccisa presumibilmente lo scorso 28 luglio e poi seppellita nel giardino di una cascina in provincia ci Crema. L’uomo, 48 anni, assassino reo confesso, ha aggiunto nuovi dettagli sul tragico giorno in cui la 35enne è morta. “L’ho spinta ed è caduta dalle scale, non volevo ucciderla”, ha continuato a dire. Eppure a smentirlo ci ha pensato l’autopsia secondo la quale la frattura composta al cranio della donna non è stata determinante per il decesso. Per questo non è escluso che la Bailo possa essere stata strangolata o soffocata. Ai magistrati poi, il 48enne ha spiegato anche le dinamiche del delitto, avvenuto attorno alle 5 del mattino. “Abbiamo litigato per un tatuaggio”, ha ammesso come riporta l’Huffingtonpost. Tutto sarebbe nato dopo la scoperta di Manuela di un tatuaggio che il suo amante si era fatto fare e che invece avrebbero dovuto realizzare insieme in segno del loro amore. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



PRIMI RISULTATI DELL’AUTOPSIA: PASINI RESTA IN CARCERE

Sono giunti in queste ore i primi risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Manuela Bailo, la 35enne bresciana morta lo scorso 28 luglio, ma ritrovata soltanto una ventina di giorni dopo. Come riportato da diversi organi di informazione online, a cominciare da BresciaToday.it, la donna sarebbe morta per soffocamento. Si tratta dei primissimi risultati, visto che l’esame autoptico non è ancora completo, ma se confermati, comprometterebbe ancora di più la posizione di Fabrizio Pasini, che resta in carcera con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Manuela sarebbe quindi morta soffocata anche se non è chiaro se la stessa sia stata strangolata, o se il tutto sarebbe dovuto alla caduta accidentale dalle scale, come invece sostiene il presunto assassino. In queste ore verranno effettuati ulteriori rilievi nell’appartamento di via Allende dove è appunto morta la donna. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



I LATI OSCURI DI QUESTA VICENDA

Il giallo di Manuela Bailo passato da misteriosa scomparsa a terribile omicidio negli ultimi giorni è stato caratterizzato da una svolta importante in seguito alla confessione dell’ex amante Fabrizio Pasini ma le indagini procedono per fare totale luce su quanto avvenuto lo scorso 28 luglio, quando della 35enne si sono perse per sempre le tracce. Secondo alcune ipotesi riportate da CremonaOggi.it, non è escluso che il Pasini possa essersi liberato del corpo della donna solo mercoledì primo agosto. Risale esattamente a quella data l’ultimo passaggio dell’uomo nel cremonese quando è stato immortalato a bordo dell’auto della moglie dalle telecamere di installate sul ponte sul fiume Oglio. Il giorno successivo Pasini partì per le vacanze in Sardegna con la famiglia. Se, come ipotizzato, la morte di Manuela fosse avvenuta nella casa di Ospitaletto dei genitori dell’uomo tra il 28 e il 29 luglio, non è escluso che Fabrizio possa aver tenuto il cadavere in casa per alcuni giorni prima di disfarsene. Il 30 luglio, intanto, l’auto della moglie con lui a bordo fu vista transitare più volte nel luogo in cui poi seppellì il corpo, forse in vista di svariati sopralluoghi. Sulle vere cause della morte – Pasini ha parlato di una caduta della donna dalle scale – sarà l’autopsia a spazzare via ogni dubbio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SMS, VACANZE E ROUTINE, IL TENTATO DEPISTAGGIO

Quello di Fabrizio Pasini, l’amante reo confesso dell’omicidio di Manuela Bailo, sembra essere il ritratto di un killer impermeabile alle emozioni, capace di non tradire l’efferato delitto di cui si era macchiato poche ore prima. Come riportato da Brescia News, infatti, dopo aver ucciso la 35enne di Nave, Pasini avrebbe continuato ad intrattenere una vita apparentemente normalissima: recandosi regolarmente al lavoro e non rinunciando al caffè al bar o all’aperitivo con i colleghi. La sera stessa dell’omicidio – secondo una testimonianza – il Pasini sarebbe anche andato a cena con gli ex compagni di squadra del rugby Ospitaletto, mentre nei giorni a seguire, in vacanza in Sardegna con la famiglia, ha avuto anche la lucidità di aggiornare il proprio profilo Facebook e di inviare un messaggio all’amica di Manuela, Francesca, per chiederle se avesse novità sulla scomparsa. All’apparenza un chiaro tentativo di depistaggio. (agg. di Dario D’Angelo)

I DUBBI SULL’OMICIDIO

Emergono ulteriori dettagli circa la morte di Manuela Bailo, la 35enne di Nave (provincia di Brescia), scomparsa lo scorso 28 luglio, e ritrovata pochi giorni fa in una cascina nella campagne del Cremonese, ad Azzanello. Come sottolinea l’edizione online del quotidiano Il Giorno, sono ancora molti i punti oscuri di questa vicenda, a cominciare da come sia sopraggiunta la morte della ragazza. Per l’ex amante, Fabrizio Pasini, Manuela sarebbe caduta accidentalmente dalle scale, mentre per gli inquirenti la bresciana sarebbe stata strangolata. L’uomo si trova attualmente in carcere con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, ed attende la convalida del fermo.

TANTI GLI ASPETTI DA CHIARIRE

«È finita come non doveva finire – ha ammesso durante un interrogatorio durato circa tre ore – è stato un incidente, lei è volata dalle scale». Ma qualcosa non quadra, a cominciare dalla ferita alle costole che lo stesso Pasini si è provocato prima della morte di Manuela; l’uomo è stato trasportato al pronto soccorso proprio dalla vittima, che ha trascorse le ultime ore in vita con il suo probabile aguzzino. Un aspetto sui cui gli inquirenti stanno cercando di fare luce, così come non è chiaro cosa sia successo dopo: forse Pasini ha spinto dalle scale Manuela dopo una violenta lite, o forse la donna è caduta davvero accidentalmente. Resta il fatto che l’uomo, colpevole o meno, ha dichiarato il falso durante un’intervista di pochi giorni fa al Giornale di Brescia, ed inoltre ha occultato il cadavere in campagna: perché lo ha fatto se è stato solo un incidente?