Pinerolo, artigiano suicida per troppi debiti: tragedia a Campiglione Fenile, Alessandro Davicino ha deciso di togliersi la vita per i problemi con il lavoro. Dopo il caso dell’imprenditore di Rivoli, che si è ucciso dopo il fallimento della sua azienda, nuovo dramma in Piemonte, questa volta nel Pinerolese: il quarantenne ha deciso di farla finita sparandosi un colpo di pistola. Prima dell’estremo gesto, ha voluto scrivere una lettera indirizzata alla moglie e alle sue due bambine, rispettivamente di undici e di cinque anni: “Così non posso più andare avanti”, le sue parole riportate dai colleghi di Repubblica. Artigiano e edile, Alessandro Davicino era unico socio di una piccola azienda che era rimasta senza commesse. Ma dei debiti e dei problemi economici non aveva parlato con nessuno: si sentiva “tradito dal lavoro” e non ce l’ha fatta ad andare avanti.



LA MADRE: “LO AVREI AIUTATO”

Una vicenda che ha scosso la piccola comunità di Campiglione Fenile, composta da appena 1300 abitanti, con il quarantenne che ha utilizzato una pistola presa dal porto d’armi del padre, ex guardiaparco e cacciatore. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri, al lavoro per ricostruire quanto accaduto. La madre, intercettata da Repubblica, ha commentato: “Mio figlio ultimamente era sempre più triste, con me però non parlava dei suoi problemi. Forse non voleva preoccuparmi, sono anziana”. Come dicevamo, Alessandro Davicino non ha condiviso con nessuno le difficoltà economiche: “Eppure a me diceva di avere tanto lavoro. Se aveva dei debiti non me ne ha parlato, lo avrei aiutato”. L’ennesima vita spezzata dalla crisi economica, un’altra famiglia che piange un caro che ha optato per il suicidio: “Alessandro non aveva grilli per la testa, non giovava, non sprecava denaro. Se aveva dei debiti deve aver avuto dei gravi problemi al lavoro”.

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