Il virus della Febbre del Nilo fa paura e continuano a registrarsi casi nel nostro Paese. Due persone sono state ricoverate nelle ultime ore, con la West Nile che ha contagiato due uomini a Rho e a Pregnana. E il 2018 è l’anno record per il virus. La febbre causaa dalla puntura della zanzara culex infatti sta prendendo piede in Italia e, come riporta Fanpage, questo è il commento del direttore del Dipartimento di malattie infettive e tropicali dell’Ospedale Sacro Cuore di Negrar: “È un anno record considerando che lo scorso anno avevamo avuto una sola vittima, ma parliamo di un rischio di mortalità davvero molto basso, intorno allo 0,4 per mille: ovvero 4 persone su 10mila tra quelle che si infettano, muoiono”. Ricordiamo che la Febbre del Nilo non può essere trasmessa da persona a persona: il contagio può arrivare unicamente in seguito alla puntura di una zanzara culex. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GRAVI DUE PERSONE
Il virus trasmesso dalla zanzara Culex continua a diffondersi in tutta Italia e dopo alcuni casi riscontrati in Emilia e in Friuli, la febbre West Nile è arrivata anche in Lombardia dove un uomo di 54 anni di Pregnana Milanese è stato ricoverato lunedì notte. Prima si era recato al pronto soccorso dell’ospedale di via Papa Giovanni per gravi difficoltà respiratorie, ma nel corso delle ore anche le condizioni neurologiche si erano aggravate velocemente. Prontamente è stato sottoposto a una tracheotomia ed è stato trasportato nel reparto di infettivologia in cui, in seguito agli esami di laboratorio, è stato confermata la febbre del Nilo. Il secondo cittadino del rhodanese ha, invece, contratto l’infezione durante una vacanza a Marina di Massa: da un grande calo visivo ha sviluppato un’encefalite. (Agg. Camilla Catalano)
PSICOSI NEL NORD ITALIA
In un caso su cento, i soggetti più a rischio finiscono in ospedale. Si tratta di anziani fragili o malati, per cui la febbre del Nilo può rivelarsi fatale. Lo spiega Luigi Nicolardi, direttore del dipartimento di Prevenzione Ulss 4: “Il virus può essere molto pericoloso. Nelle persone anziane, può causare gravi forme di meningoencefalite”. L’esperto dell’Ulss è stato interpellato dal sindaco di Jesolo: “Abbiamo chiesto di intensificare la disinfestazione”, spiega al Giornale Valerio Zoggia, “ma occorre sensibilizzare i cittadini, perché quello che fiacciamo vale solo per gli ambienti pubblici. Attenzione a non lasciare l’acqua morta quando si innaffiano i fiori, a mettere pastiglie nei tombini, e soprattutto a coprirsi la sera”. La regione Veneto, già a luglio, era stata la prima protagonista della psicosi: “Il sistema sanitario è in grado di riconoscere prontamente la malattia ed erogare cure efficaci quando un paziente si presenta con determinati sintomi”. Il primo caso registrato è stato quello di un residente a Polesella in provincia di Rovigo. [agg. di Rossella Pastore]
LE DISINFESTAZIONI
I due nuovi casi di decesso registrati nelle ultime ore in Emilia Romagna e gli altri due di contagio che invece arrivano dal Friuli-Venezia Giulia stanno allarmando nel nord-est italiano coloro che temono una diffusione del virus responsabile della febbre del Nilo, o West Nile: infatti, anche se i due episodi di cui parlano le cronache locali a Udine risalgono a diversi giorni da (solo di recente sono arrivate le conferme che si trattava della malattia che sta generando una vera e propria psicosi), nel centro friulano si è deciso di procedere immediatamente alla disinfestazione di alcune zone per rimuovere eventuali focolai larvali: infatti, un 34enne che ha contratto il virus risiede in una delle vie che il Comune ha deciso di sottoporre a disinfestazione (nel caso di una 15enne, invece, sarebbe stata infettata durante una vacanza a Jesolo) in base a quelle che sono le indicazioni previste dal Piano Nazionale approntato per rispondere a questo tipo di emergenze. In particolare, l’intervento adulticida e larvicida di eliminazione dei focolai larvali interesserà un area che delimita un perimetro di 200 metri attorno alla casa del 34enne infettato che, tuttavia, al momento godrebbe di buona salute. (agg. di R. G. Flore)
CONTAGIO ANCHE IN FRIULI: DUE CASI A UDINE
Dopo aver già colpito in diversi centri del Veneto, si allunga la lista delle vittime della West Nile o febbre del Nilo con il decesso di due persone a Ferrara, in Emilia Romagna, dove dunque gli episodio ci contagio salgono a quattro dall’inizio dell’anno. Il temibile virus insomma comincia a far paura anche se va detto che la maggior parte degli episodi hanno riguardato persone anziane e già debilitate da altre malattie. La notizia delle ultime ore è però che il suddetto contagio, partito dal Veneto, non si sarebbe fermato alla vicina Emilia dato che si segnalano anche i primi casi in Friuli-Venezia Giulia dove, stando a quanto si apprende, le autorità locali hanno già avviato le procedure di disinfestazione del caso: a Udine infatti sarebbero stati infettati un umo di 34 anni e anche una ragazzina di 15, anche se il caso del primo risale alla metà di luglio nonostante solo adesso siano arrivati i risultati delle analisi di laboratorio che confermano come anche il suo possa classificarsi tra i casi di febbre del Nilo. La differenza tra i due casi è che il 34enne non era reduce da viaggi all’estero o vacanze, ed ora sta bene, mentre la 15enne potrebbe aver contratto il virus nel corso di una vacanza a Jesolo (Venezia) prima di rivolgersi alla Clinica per le Malattie Infettive di Udine. (agg. di R. G. Flore)
IL VIRUS WEST NILE ORA FA PAURA
L’emergenza “febbre del Nilo” ora inizia a fare davvero paura. La scorsa notte presso l’ospedale di Cona, in provincia di Ferrara, è morta un’anziana donna di 88 anni che aveva contratto il virus West Nile. A darne notizia è la versione online de Il Resto del Carlino che spiega come, con questo, si sia raggiunto il quarto decesso dall’inizio dell’anno legato alla malattia. Sempre nel ravennate, nelle passate ore sarebbe stato registrato un altro decesso per il medesimo motivo, contribuendo così a far salire l’ansia tra gli abitanti del posto. Come riporta TgCom24, la donna 88enne morta a causa della febbre del Nilo in realtà era affetta già da altre patologie importanti. L’anziana era ricoverata da diversi giorni all’ospedale di Cona ed è morta nella notte tra martedì e mercoledì. Lo stesso nosocomio ospita in tutto altri nove pazienti per la medesima malattia, il più giovane dei quali ha 58 anni mentre gli altri oltre 70 anni. La provincia di Ferrara è ormai considerata una vera e propria culla della zanzara che trasporta il suo carico di virus, essendo una zona particolarmente calda. Nella provincia di Rovigo, i casi di contagi sono saliti a 30, finora fortunatamente nessuno letale.
FEBBRE DEL NILO: I CASI TRA RAVENNA E FERRARA
Il decesso dell’anziana 88enne di Ferrara è il quarto in città dall’inizio dell’anno provocato dal virus West Nile. In precedenza era morto un uomo, anch’esso anziano, di 85 anni di Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna dove, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, i decessi per il virus West Nile sono al momento due. L’ultimo decesso era accaduto lo scorso lunedì sera e l’uomo, il quale aveva contratto la febbre del Nilo, era stato uno dei primi casi registrati nella provincia di Ravenna. Anche l’85enne era affetto da patologie gravi e la malattia gli era stata diagnosticata dopo una forte febbre sospetta e persistente che aveva reso necessario il suo trasferimento nel reparto di Terapia Intensiva. Quale giorno fa era morta invece una donna di 87 anni del comprensorio faentino anche lei con pregresse patologie. In tutto sono nove i casi diagnosticati dall’Ausl Romagna per la provincia di Ravenna, quasi tutti concentrati nell’entroterra tra ultrasessantenni debilitati da precedenti e grave patologie. A Ferrara invece sono nove i ricoverati (l’ultimo proprio nelle passate ore) e tra luglio ed agosto erano state registrate ben tre morti, l’ultima nella notte a scapito della 88enne.