Tra le reazioni più forti che registriamo nel mondo politico dopo la copertina di Charlie Hebdo, segnaliamo una lettera mandata dal Presidente del Consiglio Regionale Veneto – Roberto Ciambetti – al direttore del VicenzaPiù, citando addirittura Dario Fo: «io, come cittadino e lettore, sono libero di dire che le loro vignette possono fare schifo ed essere vomitevoli, essere espressione di pregiudizi e stereotipi e soprattutto di un malinteso senso di superiorità, molto francese per altro, grazie al quale si sentono in diritto di insultare chiunque». Secondo il politico leghista, la vignetta di Charlie Hebdo non solo è razzista ma riflette «il pensiero e i preconcetti di molti transalpini sull’Italia. Chissà se l’immigrato della vignetta non sia un africano preso a randellate dalla gendarmeria francese a Ventimiglia o se non arrivi da quell’Africa Subsahariana succube della Francia, costretta ad adottare come moneta il franco francese africano al cambio paritario con l’euro. Chissà».



MIGRANTI E NON SOLO: UNA RIFLESSIONE

Vi offriamo ora un secondo spunto di riflessione: mentre nel primo ci fermavano sul lato “ironico” della satira – cioè che, in qualche modo, debba far ridere – ora soffermiamoci un attimo sul lato “introspettivo”, ovvero che possa anche fa riflettere una battuta o una vignetta satirica. Due giorni dopo la morte del grande Vincino, imbattibile in quella satira dissacrante ma intelligente, siamo qui a dividersi e “attaccarci” per la vignetta di Charlie Hebdo. Eppure, se ci si concentra in tutto il significato completo dell’immagine scopriamo qualcosa di più del “mero” e macabro commento su Genova: quel «ripulito dai migranti» infatti suggerisce, per chi ancora non l’avesse capito, quel senso di attacco deciso contro il Governo e l’opinione pubblica che dopo qualche giorno di pianto e polemica per la strage di Genova quasi “dimentica” tutto con il problema migranti (dalla Diciotti ma non solo). Come a dire, un “ripulire” dalle gravi colpi che vi sarebbero dietro al ponte crollato e che però vengono così “nascoste” dalle nuove emergenze di cronaca. Luca Bizzarri (del duo Luca e Paolo, ndr) commenta su Twitter, «Fanno indignare e discutere, è il loro mestiere. La vignetta mi fa schifo, viva la vignetta di Charlie Hebdo. Forse, più che indignarsi sarebbe utile agire seriamente in modo che vignette così non avessero più senso di esistere. E il senso glielo abbiamo dato noi». Insomma a voi, questa vignetta di Charlie, vi fa riflettere?



MAULLU (FI): “INSULTO A ITALIANI E ALLA MEMORIA DEI MORTI”

L’ultima vignetta satirica del giornale francese non piace ovviamente ai genovesi e agli italiani in generale e le reazioni giunte finora lo confermano. A parlare è anche l’europarlamentare per Forza Italia, Stefano Maullu, il quale come riporta Agenpress ha commentato senza mezzi termini: “La vignetta di Charlie Hebdo non è soltanto vomitevole, è anche un terribile insulto agli italiani e alla memoria delle vittime del tragico crollo del ponte di Genova”. Questo è oggi il commento che accomuna tanti italiani e non solo. Prosegue Maullu: “Il giornale ha superato ogni limite, e non è certo la prima volta che accade: Charlie Hebdo aveva ironizzato perfino sulle vittime del terremoto del 2016, realizzando una vignetta sconcertante e terribilmente inopportuna”. Oggi dunque l’esponente di Forza Italia si domanda: “Che cosa ne pensano i tanti italiani che si unirono alla campagna “Je suis Charlie”?””. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



RIXI: “É UNO SCHIFO”

Iniziano ad arrivare le prime reazioni politiche in merito alla copertina del numero 1361 di Charlie Hebdo, noto quotidiano francese già in passato al centro delle critiche. Indignato il viceministro dei trasporti, Edoardo Rixi, tra l’altro ligure di origini, che commentando la vignetta postata in prima pagina dai vicini di casa, ammette: «Il giornale francese Charlie Hebdo è senza vergogna e riesce a superare ogni limite nel cattivo gusto. Questa sarebbe satira? Per me c’è solo una parola: schifo». Dura anche la presa posizione di Marco Marsilio di Fratelli d’Italia, che chiede al ministro degli esteri, Moavero, di convocare l’ambasciatore francese a Roma. Qualcosa di simile fece Charlie Hebdo due anni fa, ironizzando sul terremoto di Amatrice dell’agosto 2016, associando il sisma al denaro. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

POLEMICA IN ITALIA

L’ennesima macabra vignetta di Charlie Hebdo scatena le polemiche in Italia: questa volta la copertina del noto periodico francese ci riguarda da vicino e tocca un tema quanto mai delicato come il crollo del ponte Morandi di Genova. Titola così Charlie Hebdo:”Costruito dagli italiani … pulito dai migranti”. Un’ironia difficile da cogliere e soprattutto da accettare, al punto che nel nostro Paese non stanno mancando le reazioni di sdegno nei confronti di questa vignetta sinceramente di cattivo gusto nei confronti dei morti e degli stessi migranti. Eppure anche in questo caso i social sono il posto in cui l’opinione pubblica si divide. E c’è chi è pronto a giustificare questa vignetta nel nome della difesa della satira. Su Twitter c’è chi scrive:”Io in questa copertina di #CharlieHebdo ci trovo della genialità pazzesca. Studiate che cos’è la satira. I francesi lo hanno sempre saputo bene”. Un altro utente concorda:”Se non capite la vignetta di #CharlieHebdo siete parte del problema”. Eppure c’è chi fa notare:”La vera satira deride il potere” (Dario Fo). A schernire le tragedie ci sono solo gli sfigati di #CharlieHebdo”. (agg. di Dario D’Angelo)

LA COPERTINA DI CHARLIE HEBDO

Charlie Hebdo ha fatto una nuova copertina e una nuova vignetta per il nuovo numero in uscita: e questa volta, a differenza di quanto uscito poco dopo il crollo del Ponte Morandi (una bufala, prendendo un disegno del vignettista italiano Ghisberto e montandola ad arte facendola sembrare di Charlie, ndr) è tutto vero. Con la consueta “macabra” ironia del periodico francese, noto soprattutto per aver insultato negli anni tutte le religioni oltre che vittima di un tremendo attentato terroristico a Parigi nel 2015 (il “primo” del nuovo corso Isis in giro per l’Europa e per il mondo), nella copertina di oggi si legge chiaro e tondo: «Costruito dagli italiani … pulito dai migranti», con riferimento chiaro al ponte di Genova. Sulla vignetta (che potete vedere interamente qui sulla loro pagina Facebook) si vede infatti il ponte crollato e le auto che vi si schiantano a terra, con un immigrato che sorridente “ramazza” il terreno. È la nuova copertina al vetriolo quella dell’ultima edizione del settimanale, la numero 1361, che come ampiamente prevedibile si concentra sulla tragedia italiana suscitando nuove polemiche e le ormai storiche “due” fazioni: pro o contro quel tipo di satira.

“JE SUIS CHARLIE”, VALE ANCORA?

«Il giornale francese #CharlieHebdo è senza vergogna e riesce a superare ogni limite nel cattivo gusto. Questa sarebbe satira? Per me c’è solo una parola: SCHIFO», ha scritto questa mattina su Twitter Edoardo Rixi, Sottosegretario al Ministero dei Trasporti, nonché ligure di nascita. Esattamente come dopo il terremoto di Amatrice e la vignetta di Charlie contro il “sisma all’italiana” – si trattava in quel caso di una scritta “Terremoto all’italiana: penne al sugo di pomodoro, penne gratinate e lasagne” con disegnate le persone morte sepolte sotto il sisma – l’opinione pubblica italiana si divide in due sezioni distinte. Chi prosegue sul “Je suis Charlie” – motto scoppiato durante l’attentato alla redazione satirica in difesa della libertà di espressione e parola – e chi invece si indigna per la macabra e insultante ironia su tragedie nazionali. Il problema, crediamo, è sempre il solito: per essere satira, deve in qualche modo far ridere, anche se in maniera “nerissima” come sono in grado i grandi del settore da Ricky Gervais a Louis C.K.. Questa vignetta dunque, a voi, fa ridere?