Il riscaldamento climatico ha colpito una nuova zona, questa volta il nord della Groenlandia dove della stazione artica di Cap Morris Yesup sono stati registrati 17 gradi. Secondo la Nasa è in costante aumento la riduzione delle superfici coperte da ghiacci artici, i dati rivelano che ogni dieci anni diminuiscono del 13,2%. L’ultima zona colpita a nord della Groenlandia è considerata dai glaciologi l’ultimo baluardo dei ghiacci antichi, quelli che non si sarebbero mai dovuti sciogliere neanche durante la stagione estiva. Al contrario, quest’anno, i ghiacci si sono spaccati per ben due volte, facendo emergere il mare. Dal Polar Ocean Physics Group Peter Wadhams ha dichiarato: “L’ultimo ghiaccio pluriennale è a nord della Groenlandia. Se si stacca dalla terraferma questo potrebbe avere conseguenze gravi per la fauna locale e in particolare per l’orso bianco che sulle piattaforme di ghiaccio marino caccia e non può spingersi troppo lontano a nuoto”.



I DANNI E LE CAUSE

I primi a soffrire del surriscaldamento e della rottura dei ghiacci sarebbero proprio gli orsi che saranno costretti a rimanere sulla terraferma dove troveranno molte difficoltà per nutrirsi. Dal National Ice and Snow Data Center hanno dichiarato che l’estensione del ghiaccio marino artico era di 5,7 milioni di chilometri quadrati, 1,58 milioni di chilometri quadrati sotto la media dal 1981 al 2010. Il periodo più dannoso è stato registrato durante le prime due settimane di agosto dove, ogni giorno, l’estensione del ghiaccio diminuiva di 65.000 chilometri quadrati. Il cambiamento climatico continua a essere la causa principale dello scioglimento dei ghiacci, ma si aggiunge anche la North Atlantic Oscillation durante cui, in condizioni positive, le correnti occidentali vengono deviate verso nordest portando aria calda in aree subpolari.

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