Nel secondo anniversario del sisma che distrusse Amatrice, il focus è tutto incentrato sui notevoli ritardi fatti registrare dai lavori di ricostruzione, nonostante l’ingente somma stanziata dal Governo: gran parte della responsabilità, come spesso accade, va alla lentezza della macchina burocratica, anche per quanto riguarda i fondi raccolti attraverso l’invio dei cosiddetti sms solidali ma quest’oggi, tra commemorazioni e qualche polemica, tiene banco anche il tema della rinascita del centro dato che i dati sul turismo sono inequivocabili e fotografano un trend negativo ancora quest’anno. Infatti, pare che non siano solo in calo i visitatori ma anche coloro che avevano una seconda casa qui e che, per ovvie ragioni, adesso non possono più venire a trascorrervi le vacanze. Ecco dunque che per gli “aficionados” e coloro che non vogliono rinunciare a trascorrere del tempo ad Amatrice si pone un’unica soluzione: accamparsi con delle tende o arrivare in camper, nonostante anche la mancanza di ristoranti e strutture ricettive contribuiscano a disincentivare il turismo. (agg. di R. G. Flore)



NON UN PROBLEMA DI FONDI, MA DI BUROCRAZIA

Dopo il terremoto del 24 agosto 2016 che devastò Amatrice venne lanciata una raccolta fondi con gli sms solidali. I cittadini italiani risposero in massa e furono raccolti 34 milioni di euro, metà destinati al solo sisma del 2016. Ma a due anni dal terremoto arriva la beffa. I soldi raccolti non sono spariti, ma non sono ancora arrivati a destinazione, e forse non arriveranno dove gli italiani pensavano arrivassero. La destinazione verrà scelta dal Comitato dei garanti istituito dalla protezione civile e dai presidenti delle quattro Regioni interessate, e non è detto che siano i paesi colpiti dal sisma del 2016. Nella prima tranche di quasi 30 milioni di euro sono stati finanziati – come scrive Repubblica – 17 progetti distribuiti tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Nella provincia Macerata è stata realizzata solo una scuola, a Pieve Torina per l’ammontare di 250mila euro. La seconda tranche di circa 3 milioni sarà destinata «a un centinaio di piccoli progetti nelle Marche, ancora non resi noti». Forse si è pagata la scelta di coprire con una raccolta tre terremoti diversi (quello del 24 agosto, del 30 ottobre e del 18 gennaio 2017), ma un peso ha anche la lentezza della macchina burocratica. (agg. di Silvana Palazzo)



3000 PERSONE ANCORA IN HOTEL

Se la politica, e nella fattispecie i maggiorenti dell’attuale Governo, dal premier Conte al Ministro del Lavoro Di Maio, hanno voluto ricordare la loro vicinanza a tutte le popolazioni colpite nel secondo anniversario del terremoto che ad agosto 2016 colpì Amatrice, la realtà che si presenta oggi agli occhi non solo di chi ci viveva ma anche dei turisti è desolante e mette alla berlina le responsabilità di chi negli ultimi due anni probabilmente non ha mantenuto delle promesse. Infatti, ancora oggi è stata ricostruita meno di una casa su dieci, nonostante siano stati stanziati oltre 240 milioni di euro proprio per questo Comune e gli altri terremotati nel 2016: quello che fa scalpore è che, secondo i dati aggiornati l’ultima volta lo scorso aprile, sarebbero ancora circa 3000 le persone ospitate in hotel e ancora in attesa di una casa, mentre per quanto riguarda le cosiddette SAE (Soluzioni abitative di emergenza), ne sono state consegnate 537 proprio ad Amatrice e 200 ai Comuni di Arquata del Tronto e di Accumoli, stando a quanto comunicato dal competente dipartimento della Protezione Civile. Infine, pare che ancora ad Amatrice delle 325 domande di ricostruzione presentate da parte dei privati cittadini, siano stati avviati solamente 124 cantieri: di questi, tuttavia, in due anni nessuno è stato chiuso. (agg. di R. G. Flore)



DI MAIO, “STAREMO TRA I CITTADINI”

Due anni dopo il terribile terremoto di Amatrice ha inaugurato la triste sequenza di violenti sismi che hanno scosso il nostro Paese distruggendo letteralmente molti centri del Centro Italia tra Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo. Nel secondo triste anniversario durante il quale sono state ricordate le vittime del grave evento non è mancato il vicepremier Luigi Di Maio che ha preso parte alla messa in ricordo di coloro che sono morti in seguito al forte terremoto. “I cittadini chiedono, prima di tutto, un costante rapporto con il governo che non si può avere attraverso un commissario, quindi il nostro primo impegno è stare tra di loro, seriamente, parlare con loro costantemente, non solo con i sindaci, che sono il primo baluardo sul territorio, con un continuo rapporto umano con loro”, ha detto Di Maio ai microfoni de Il Fatto Quotidiano. Il suo pensiero è andato a tutte quelle persone che chiedono di comprendere il loro grande dolore il quale ovviamente non si può certo dire che si sia attenuato. “Il nostro obiettivo come governo è cercare di mettere insieme le buone pratiche di ogni emergenza che c’è stata negli ultimi decenni e fare in modo di creare una struttura coordinata che consenta a quelle buone pratiche di essere applicate ovunque”, ha chiosato il vicepremier, senza dimenticare però che ogni terremoto ha una sua storia, un suo territorio ed ovviamente un modello specifico da applicare. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

FORNO RINATO DOPO SISMA: “RESTO MA È DURA”

Amatrice prova a rinascere dopo il terremoto che due anni fa, il 24 agosto 2016, provocò la morte di 239 persone e la devastazione di case e strutture. C’è chi ha provato a ripartire, parliamo di Enrico Marini, un fornaio che ha visto rinascere la sua creatura all’interno di un centro commerciale ma che ha ammesso: “è dura”. Enrico, il primo a sposarsi con la compagna Fabiana dopo il terremoto che ha cancellato il paesino, ha parlato ai microfoni de Il Fatto Quotidiano: “io ed altri siamo rimasti perché vogliamo ripartire da qui e non lasciare queste terre. Ma è dura, non guardare adesso che e’ agosto, vieni a novembre, quando dovremmo fare i conti con il secondo inverno in queste condizioni. E vediamo l’anno prossimo chi sarà rimasto”. Il fornaio, come simbolo della rinascita, ha inciso su una lavagna in legno fuori dal suo locale: “Mi hanno sepolto ma quello che loro non sanno è che io sono un seme”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

LE PAROLE DEL SINDACO PALOMBINI

Nella notte di due anni fa un terribile terremoto scosse Amatrice e l’Italia intera. Centinaia di morti, feriti e tutto distrutto: ora è il tempo della rinascita, questo lo stato d’animo nella veglia di ricordo alla quale hanno partecipato anche il premier Giuseppe Conte e il ministro Luigi Di Maio. Il sindaco Filippo Palombini, erede di Sergio Pirozzi, ha commentato all’Ansa: “Il primo anno c’è il dolore. E l’adrenalina. Il secondo ricostruisci tutto quello che puoi, per ripartire. Ma il terzo anno è il momento peggiore, quello in cui capisci che ci vorrà tempo, tanto tempo. Allora ti chiedi: e adesso cosa faccio?”. Il primo cittadino ha poi sottolineato: “Entro il 2019 dovremmo aver fatto la progettazione, per poi partire con i cantieri. Ma entro primavera voglio vedere le gru ad Amatrice, se le vedi vuol dire che stiamo ripartendo. Io per tirarmi su faccio così, vado a l’Aquila e guardo la miriade di gru. Quello è il simbolo della rinascita, se ne parte una partono tutte”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

AMATRICE, DUE ANNI FA IL TERREMOTO

Alle 3:36 del 24 agosto 2016, esattamente due anni fa, il centro Italia tornava a scuotersi, con un violentissimo terremoto che colpì diverse zone di Marche, Abruzzo, Lazio e Molise, a cominciare da Amatrice e Arquata del Tronto. I paesi maggiormente danneggiati hanno voluto fermarsi, per ricordare quei tragici momenti, e nella notte si è svolta una fiaccolata per commemorare appunto le vittime di quei terribili eventi che scossero non soltanto fisicamente l’intera penisola. Alle 3.36 in punto, in piena notte e con temperature già “rigide” per essere piena estate, sono stati scanditi i nomi delle centinaia di vittime, con la campana del paese che ha suonato 239 rintocchi.

“RICOSTRUIREMO TUTTO PIU’ BELLO”

«Ricostruiremo tutto, più bello di prima – le parole del vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole, durante la messa celebrata a Pescara del Tronto – dobbiamo trasformare una tragedia enorme come quella di un terremoto in una opportunità». Alla fiaccolata di Arquata ha partecipato anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, impegnato su più fronti in questi giorni fra il ricordo delle vittime del terremoto 2016, il disastro del viadotto Morandi di Genova, e la questione migranti e la nave Diciotti. Il Premier si è intrattenuto con i parenti delle vittime, e poi ha parlato con un comitato di terremotati. Ad Amatrice vi era invece il vice presidente del consiglio Luigi Di Maio, con addosso la felpa con il nome del paese, e che ha aperto il corteo al fianco del sindaco Palombini.