Alle conseguenze politiche dell’odissea della nave Diciotti, che a quanto riporta La Repubblica ha messo a repentaglio la tenuta del governo dopo lo sfogo di Salvini (“Vi porto a elezioni e mi prendo l’Italia”, ndr), si accompagna anche la cronaca delle operazioni seguite allo sbarco dei 150 migranti a bordo dell’imbarcazione della guardia costiera italiana. Come riportato da Sky Tg24, quattro uomini che erano a bordo della Diciotti (tre egiziani ed un cittadino del Bangladesh) sono stati fermati dalla polizia di Stato poiché ritenuti i presunti scafisti dell’imbarcazione poi soccorsa dalla Diciotti. Ai quattro vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violenza sessuale e procurato ingresso illecito. (agg. di Dario D’Angelo)
RETROSCENA SALVINI, “MI PRENDO IL PAESE”
Lo sbarco dei migranti che da ormai 5 giorni stazionavano a bordo della nave Diciotti della guardia costiera italiana ormeggiata al porto di Catania si è ufficialmente concluso. Decisivo è stato l’intervento di Irlanda, Albania e della Cei, che hanno offerto al governo il proprio impegno a farsi carico dell’accoglienza dei 150 migranti. Resta il fatto, però, che quella della Diciotti resta una vicenda destinata a segnare le dinamiche tra il governo e l’Europa, ma probabilmente anche i rapporti di forza interni all’esecutivo. Mentre il pm di Agrigento iscriveva Matteo Salvini nel registro degli indagati contestandogli sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio, secondo un retroscena de La Repubblica pare che il ministro dell’Interno abbia evocato scenari di rottura:”Ci metto un attimo a portare tutti a elezioni e diventare presidente del Consiglio”. Per poi confidare ai fedelissimi della Lega:”Se andiamo a votare mi prendo l’Italia”. (agg. di Dario D’Angelo)
NAVE DICIOTTI, SBARCO MIGRANTI CONCLUSO
Si è ufficialmente concluso lo sbarco dei 137 migranti a bordo della nave Diciotti, a cinque giorni dall’attracco al porto di Catania. Circa un centinaio di loro saranno ora accolti dalla Chiesa italiana mentre i restanti saranno equamente distribuiti tra Albania e Irlanda. Si conclude così, dunque, l’odissea per i numerosi migranti i quali, come spiega SkyTg24 sono ora ospitati in un centro di accoglienza di Messina in attesa delle destinazioni successive. Al termine delle operazioni di sbarco, però si apprende anche una storia parallela, quella che ha a che fare con due migranti che erano anche loro sulla Diciotti ma che da due giorni mancherebbero all’appello. Si tratta dei numeri 166 e 123 attribuiti a due eritrei di 30 e 19 anni i quali sarebbero riusciti a scappare dal pattugliatore della Guardia costiera raggiungendo la riva a nuoto. La storia citata dall’Ansa è stata riportata dal Fatto Quotidiano secondo le ricostruzioni avanzate dai due eritrei: “nuotavamo tra la nave e la banchina, rischiavamo di farci schiacciare, e passando sotto i pontili ci siamo graffiati con degli ami. Per tre volte abbiamo tentato di risalire sulla banchina, ma c’era sempre la Polizia”. La notizia sarebbe stata confermata da fonti qualificate. Dopo essere riusciti ad andare via dal porto, si sarebbero messi in contatto con un legale che si occupa di Ong e che ha già inoltrato la richiesta di asilo politico per i suoi due nuovi clienti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
COLONNELLO CC “PM NON SA DOVE FINIRANNO..”
Uno Colonnello dei Carabinieri, per anni impegnato nelle operazioni sulle strade del Sud Italia, ha scritto a Il Tempo la sua personale testimonianza in merito al problema dell’immigrazione: si chiama Savino Paternò e non le manda certo a dire a quelli che definisce “buonisti con la puzza sotto il naso”. «Se lei e il suo appuntato (che evidentemente passa troppo tempo nei tribunali e poco alla territoriale) avesse accompagnato le forze dell’ordine nelle perquisizioni e negli arresti eseguiti quotidianamente all’interno di campi nomadi, tendopoli e baracche, dove frotte di clandestini trovano rifugio addossati gli uni sugli altri, in assenza di alcuna noma igienica, quel ‘cattivo odore’ che tanto l’ha turbata, lo conoscerebbe già»: il Colonnello si riferisce alle parole del pm Patronaggio poche ore dopo l’ispezione a bordo della nave Diciotti, giovedì scorso. Ma l’ex ufficiale è ancora più duro nella sua ultima invettiva, quando cioè scrive «quello sarà il destino della quasi totalità di quelle 177 persone quando e se sbarcheranno nella terraferma. Ah si, verranno accolti, anzi contesi dalle varie cooperative che lucreranno su di loro (ma il denaro, come si sa, quello non puzza). Ma nel momento in cui non gli verrà riconosciuto lo status di rifugiato, allora saranno abbandonati in strada come cani randagi. E a quel punto puzzeranno come prima, peggio di prima, però del loro fetore non interesserà più niente a nessuno». (agg. di Niccolò Magnani)
CONCLUSO LO SBARCO, SALVINI SODDISFATTO
Nave Diciotti, concluso lo sbarco di tutti e 137 i migranti a bordo dell’imbarcazione della Guardia Costiera: saranno accolti da Cei, Irlanda e Albania. Soddisfazione del ministro dell’Interno matteo Salvini, che ha vissuto giorni di tempesta per la delicata vicenda e che è finito inoltre nel registro degli indagati. E arrivano le prime reazioni dopo la fumata bianca raggiunta. Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, ha commentato su Twitter: “La Chiesa italiana, non lo Stato, accoglierà gran parte dei profughi della #Diciotti. L’accordo è stato raggiunto per porre fine alle sofferenze di queste persone in mare da giorni. Sono felice di essere un #prete di questa #Chiesa della nostra #Italia”. Questa, invece, l’analisi di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Il caso #Diciotti lo ha dimostrato: l’unica soluzione all’invasione è il blocco navale al largo delle coste libiche. Basta perdere tempo, il Governo ascolti la proposta di Fratelli d’Italia”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SBARCATI I 137 MIGRANTI DELLA DICIOTTI
Diciotti, sbarcati a Catania tutti i 137 migranti a bordo della nave della Guardia Costiera italiana ormai da cinque giorni. Come evidenziato da Tg Com 24, le operazioni si sono concluse nella notte dopo l’identificazione e il trasferimento nell’hot-spot di Messina. Come vi abbiamo raccontato, i migranti verranno distribuiti tra Chiesa italiana, che ne accoglierà un centinaio, Albania e Irlanda, che ne accoglieranno una ventina ciascuno. I primi a scendere dalla nave sono stati dodici ragazzi, presi in consegna dal personale della Croce Rossa: ricordiamo che già nelle ore antecedenti l’ufficio di Sanità Marittima aveva ordinato lo sbarco immediato di undici persone con sospetta tubercolosi. Soddisfazione del governo italiano, con Matteo Salvini che però ha già messo in chiaro “la prossima nave può fare marcia indietro e tornare”, messaggio chiaro del ministro dell’Interno. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MIGRANTI ACCOLTI DA CHIESA, ALBANIA E IRLANDA
Caso Diciotti ad una svolta: i migranti sbarcheranno nelle prossime ore. Lo ha annunciato a sorpresa il ministro dell’Interno Matteo Salvini, al termine di un lungo braccio di ferro con l’Unione Europea. Il titolare del Viminale ha confermato quanto annunciato dal ministro degli Esteri Moavero: 20 migranti andranno in Albania, altri 20-25 andranno in Irlanda, mentre la restante parte verrà ospitata dai vescovi della Chiesa italiana. «Il governo albanese si è dimostrato migliore di quello francese. E io dico grazie agli albanesi e vergogna ai francesi», ha dichiarato Salvini. Il vicepremier ha poi spiegato che «la maggioranza (dei migranti, ndr), e ci ho lavorato personalmente mentre gli altri insultavano, sarà ospitata a cura dei vescovi della Chiesa italiana». La soluzione è stata confermata dalla Cei. Ma Salvini già avverte: «La prossima nave può fare marcia indietro e tornare, mi possono indagare anche per questo ma il limite è stato raggiunto». Il ministro dell’Interno parla di «un popolo che è stufo di essere servo: bloccare l’immigrazione clandestina non è un diritto ma un dovere di un ministro; abbiamo fatto e speso anche troppo. Lo dico soprattutto al popolo della Rete: per fortuna che esiste, non possono imbavagliare nessuno». Infine, chiede «di ridiscutere i miliardi che l’Italia manda a Bruxelles, è il momento di tagliare i finanziamenti a un ente inutile». (agg. di Silvana Palazzo)
SALVINI INDAGATO DA PM DI AGRIGENTO
Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Sono queste le ipotesi di reato contestate al ministro dell’Interno. L’inchiesta sui migranti bloccati a bordo della nave Diciotti non è più a carico di ignoti. Nel registro degli indagati è finito anche il capo di gabinetto del titolare del Viminale. Queste contestazioni non possono più essere approfondite dalla magistratura ordinaria, ma saranno oggetto di valutazione del tribunale competente per i reati commessi dai ministri nell’esercizio delle proprie funzioni. La procura di Agrigento trasmette il fascicolo alla procura di Palermo «per il successivo inoltro al tribunale dei ministri della stessa città». Una trasmissione «doverosa». La svolta nell’inchiesta è arrivata oggi pomeriggio dopo l’audizione del capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’immigrazione, Gerarda Pantalone, e del suo vice Bruno Corda, entrambi sentiti come testimoni. Come riportato da Repubblica, il procuratore Luigi Patronaggio e il sostituto Salvatore Vella hanno ricostruito la catena degli ordini arrivata sino al comandante di nave Diciotti. E poi è scattata l’iscrizione nel registro degli indagati di Matteo Salvini. A quel punto era un atto dovuto trasmettere tutto il fascicolo al tribunale dei ministri. (agg. di Silvana Palazzo)
DICIOTTI, 17 SBARCHI DOPO ISPEZIONE SANITARIA SU NAVE
È salito a diciassette il numero delle persone sbarcate dalla nave Diciotti per ragioni sanitarie. La decisione è stata presa dopo l’ispezione sanitaria effettuata nella mattinata di oggi a bordo. Undici donne e sei uomini scenderanno dalla nave: saranno portati nell’ospedale Garibaldi di Catania. Del gruppo fanno parte persone che verranno ricoverate per sospetta tubercolosi, mentre due sarebbero affetti da polmonite. Cinque uomini hanno la scabbia e il sesto un’infezione urinaria. Il rischio di contagio e la promiscuità ha reso necessaria l’evacuazione medica. Intanto si è conclusa l’audizione di due funzionari del Viminale condotta dai pm di Agrigento. Il colloquio è durato oltre tre ore e si è tenuto negli uffici della procura di Roma. Sono stati sentiti come persone informate sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sul trattenimento dei migranti a bordo della Diciotti.
SALVINI: “LAVORO A SOLUZIONE POSITIVA”
«Sono soddisfatta della decisione di farle sbarcare per il trasferimento in ospedale». Ad affermarlo è l’eurodeputato del Pd Michela Giuffrida, che aveva spiegato di aver chiesto l’autorizzazione per fare salire a bordo una ginecologa dopo avere parlato con le donne, tutte più volte violentate in Libia. Come riportato dal Messaggero, Giuffrida è in contatto con uno degli ispettori a bordo, Sergio Pintaudi, responsabile della rianimazione nell’ospedale Garibaldi di Catania. Mentre a bordo arrivano gli ispettori del ministero della Sanità, si muovono le diplomazie. Il ministro degli Interni Matteo Salvini è intervenuto oggi mostrandosi ottimista: «Sono tranquillissimo e sto lavorando, con buone prospettive, a una soluzione positiva. Ogni denuncia è per me una medaglia al valore». La Diciotti però è ancora ferma in porto da cinque giorni. Ieri Salvini a Zapping su Radio Rai aveva dichiarato: «Sto valutando la possibilità di fare procedure di identificazione e riconoscimento per individuare profughi veri, che sono la minoranza, dai finti profughi prima ancora che le persone sbarchino».
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