Dal giorno della sparizione ad oggi, la famiglia di Manuela Bailo ha sempre mantenuto il massimo riserbo, ad eccezione degli ultimi disperati appelli lanciati ai media, tramite carta stampata e Tg, dalla sorella della 35enne uccisa. Dopo il ritrovamento del suo corpo senza vita, però, tutti si sono stretti nel più assordante silenzio, decidendo di stare nell’ombra del proprio incolmabile dramma. Sin dal primo momento, forse, avevano intuito che quella sparizione non era affatto legata ad una decisione della figlia di allontanarsi volontariamente e il timore che potesse esserci qualcosa di molto più grave ed orrendo è rimasto vivo fino alla fine. A rompere quel silenzio, come riporta Giornale di Brescia, nelle passate ore è stato il padre di Manuela, Elvio Bailo. Durante la camera ardente all’obitorio del Civile e che anticipa i funerali che si terranno nel pomeriggio a Nave, l’uomo si è lasciato andare ad un commento relativo a Fabrizio Pasini, l’assassino reo confesso della figlia: “Spero che paghi con il massimo della pena”, ha asserito. “Non so come andrà, ma deve pagare per quello che ha fatto”, ha quindi aggiunto. Dichiarazioni più che comprensibili e che giungono proprio nel giorno del dolore e dell’ultimo saluto alla 35enne. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



È IL GIORNO DELL’ULTIMO SALUTO

Oggi è il giorno del dolore e dell’addio per Manuela Bailo, la 35enne di Nave uccisa a fine luglio e ritrovata senza vita, sotterrata dopo tre settimane dalla scomparsa, nel giardino di una cascina in provincia di Crema. Le esequie sono fissate per questo pomeriggio alle ore 16.00 presso  nella parrocchiale di S. Maria Immacolata, a Nave. Dalle 15.40 però come anticipa Giornale di Brescia, il feretro si muoverà dall’obitorio del Civile dove si è svolta la camera ardente e proseguirà al tempio crematorio di Sant’Eufemia. Intanto, mentre non vi è più alcun dubbio sull’autore del delitto, dopo la confessione dell’ex amante Fabrizio Pasini, restano ancora molte le domande senza risposta in merito al movente ed alle modalità stesse dell’omicidio. Da fare chiarezza anche su quanto accaduto nei momenti precedenti al delitto, quando l’uomo si è recato al pronto soccorso così come in merito a ciò che realmente turbava la coppia. Ora gli inquirenti sarebbero sulle tracce di un secondo coltello segnalato dal Pasini ma non ancora rinvenuto nell’auto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA CAMERA ARDENTE

Il corpo di Manuela Bailo, la 35enne di Nave, nel Bresciano, che per giorni ha tenuto l’intera Italia con il fiato sospeso, scomparsa nel nulla alla fine di luglio, ora giace nella bara di legno chiaro presso l’obitorio dell’ospedale Civile dove è stata allestita la camera ardente in attesa dell’ultimo saluto che sarà celebrato domani nel suo paese di origine. Il suo corpo è stato rinvenuto senza vita solo lo scorso 20 agosto, dopo tre settimane di ricerche, interrogativi e speranze, in una fossa per liquami della cascina Bramano di Azzanello, in provincia di Cremona, avvolto in sacco dei rifiuti. Ad uccidere Manuela è stato Fabrizio Pasini, reo confesso, suo collega di lavoro ma soprattutto l’uomo per il quale la Bailo aveva perso la testa al punto da iniziare, due anni fa, una relazione segreta e controversa. Presso l’obitorio sono in tanti ad essersi riuniti attorno alla famiglia ed agli amici della vittima. Un’intera comunità, quella di Nave, scossa dal dolore e dalle domande che ad oggi restano ancora senza risposta, attraversate solo dalle parole dell’assassino reo confesso della 35enne, alle quali però gli inquirenti fanno molta fatica a credere. In attesa dell’esito definitivo degli esami compiuti sul cadavere di Manuela Bailo, spiega Il Giorno, la donna “è morta per una ferita da arma da taglio o da punta, ha la carotide recisa, un quadro in netto contrasto con la tesi dell’incidente e dell’omicidio preterintenzionale sostenuta da Pasini”, come sostenuto dal procuratore Buonanno. A sostegno della tesi del Pasini, invece, il suo difensore avvocato Pierpaolo Pettenadu ha sostenuto: “La gola della vittima era troppo scarnificata, la coltellata non è ancora dimostrabile”.



FABRIZIO PASINI HA MENTITO ANCORA?

Il movente dell’omicidio di Manuela Bailo non è ancora chiaro ma gli inquirenti sono certi che Fabrizio Pasini, l’uomo in carcere dopo aver confessato la morte della sua ex amante, non abbia ancora detto tutta la verità. La tesi sostenuta dal 48enne e relativa al presunto incidente non trova riscontro nelle immagini delle telecamere che ripresero per l’ultima volta la coppia insieme ma anche e soprattutto dal risultato dell’autopsia. L’uomo sostiene che la Bailo sarebbe caduta dalle scale battendo la testa dopo una lite per un tatuaggio ma questa potrebbe non essere la sola bugia. Come riporta Giornale di Brescia nell’edizione online ora Pasini potrebbe aver raccontato dal carcere anche una nuova bugia: “Nell’auto troverete due coltelli”, aveva sostenuto. Eppure, nella vettura usata prima per trasportare il corpo senza vita della 35enne e poi per andare in vacanza in Sardegna con la famiglia, finora i Carabinieri hanno trovato una sola arma. Si tratta di una lama alla quale però mancherebbe il secondo coltello di cui si era inizialmente parlato. Si tratta solo di un errore? Di una dimenticanza o, come sostengono gli inquirenti, di una nuova bugia? Ci si domanda inoltre se quella rinvenuta possa essere davvero l’arma del delitto.