Mentre le cronache descrivono episodi di polemiche politiche e malintesi a vari livelli nella gestione del disastro del Ponte Morandi, mentre il governo sembra diviso sulle soluzioni da adottare e gli enti locali liguri si contrappongono all’esecutivo e tutto sembra presagire tempi biblici e soluzioni abborracciate per la crisi di Genova, non ci si deve distrarre dall'”ordinaria inadeguatezza” della gestione della rete autostradale. Questa è la testimonianza, una tra le migliaia, dell’ingorgo storico capitato sulla A14 il 26 agosto: una lettera, inviata da una nostra lettrice al Presidente di Autostrade Spa.
Al Presidente di Autostrade per l’Italia S.p.A
Illustre Presidente,
non sappiamo se le sia mai capitato di incorrere nell’avventura occorsaci in pieno rientro agostano dalle ferie sull’autostrada la cui società è da lei gestita.
I fatti: alle ore 10:30 di domenica 26/8 entriamo al casello di Pesaro, direzione sud; dalle informazioni di Isoradio abbiamo saputo che una parte dell’A14 era chiusa per l’incidente avvenuto 3 giorni prima in una galleria a Grottammare. Ci venivano segnalati 40′ di coda per la deviazione sulla ss da Porto Sant’Elpidio fino a Grottammare (37 km); usciti al casello di Porto Sant’Elpidio ci viene richiesto e prelevato il biglietto di ingresso. E inizia l’Odissea.
A passo d’uomo e continue fermate, le migliaia di auto incolonnate hanno percorso il tragitto in circa 6 ore. Isoradio continuava a dare imprecise informazioni circa i tempi di percorrenza non mettendo assolutamente in rilievo la gravità della situazione.
Ma i disagi sono stati pesanti per chi, come noi aveva ancora 600 km da fare a sud di Grottammare, per i paesini che abbiamo attraversato in stato di allerta per il traffico, per il dispiegamento di forze dell’ordine, che si può immaginare abbia avuto un certo costo per lo Stato.
Dopo 12 ore di guida stressante, ancora lontani dalla meta, siamo stati costretti a fermarci, per l’impossibilità di continuare a guidare, in un hotel in Puglia con il risultato di avere anche perso entrambi una giornata di lavoro.
Ora ci chiediamo:
– la deviazione sulla litoranea era l’unica perseguibile e migliore delle soluzioni per quel breve tratto di galleria impraticabile?
– Il dirigente preposto allo soluzione del problema ha minimamente pensato al disagio dei cittadini? Al “bene comune” di migliaia di persone di ritorno dalle ferie nel periodo più critico dell’anno?
Senza voler essere presuntuosi, non si poteva davvero pensare a un restringimento di carreggiata sull’autostrada, con le misure di sicurezza del caso, che avrebbe causato sicuramente disagi inferiori? O il costo per la Società è forse stato l’unico criterio di scelta, con buona pace dei diritti della gente?
Con questa mentalità che domina ormai tutti i settori non ci resta che dire: “Povera Italia”; se c’è ancora qualcosa che funziona fatecelo sapere.
Le porgiamo sincere scuse per averLe fatto perdere 2 minuti del suo prezioso tempo.
Ossequi
Cinzia Bellachioma
Lamezia Terme, 27/08/2018