Stava raggiungendo la capitale per la cura alla sua patologia ai reni, la iperossaluria. Sull’aereo Alitalia, partito da Beirut, il piccolo di due anni era assistito da un’infermiera della Croce Rossa con una mascherina per l’ossigeno. Qualcosa, però, non è andato come tutti speravano e mentre l’aereo raggiungeva la penisola il bimbo è stato colpito da una crisi cardiaca, imprevisto che ha fatto decidere ai piloti di dirottare il volo e atterrare all’aeroporto di Bari-Palese. Al momento dell’atterraggio il piccolo è stato soccorso dai medici, ma nessuna manovra di rianimazione è riuscita per salvare il bambino. Il bimbo era atteso a Fiumicino dove un’ambulanza lo avrebbe trasportato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù per essere sottoposto a un doppio trapianto di fegato e rene. (Agg. Camilla Catalano)
IL COMUNICATO DELL’OSPEDALE
Anche dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma, che avrebbe dovuto effettuare il doppio intervento a fegato e rene sul bimbo libanese di due anni deceduto durante il volo che lo stava trasportando da Beirut, arriva un comunicato per spiegare l’accaduto e offrire un punto di vista sulla questione da parte dell’equipe dei medici che avrebbero dovuto effettuare l’operazione: “Purtroppo il bimbo non è riuscito a raggiungere il nostro ospedale, dove sarebbe stato sottoposto a valutazione per l’inserimento nella lista d’attesa per i trapianti. Siamo molto dispiaciuti da questo triste epilogo, ma non possiamo dimenticare che si tratta di malattie complesse che possono presentare, come in questo caso, quadri molto severi e, talvolta complicarsi con eventi drammatici come questi.” I medici confermano come il quadro della patologia del piccolo fosse preoccupante ed esposto al rischio che poi si è tragicamente verificato durante il viaggio aereo. (agg. di Fabio Belli)
LA REPLICA DELLA COMPAGNIA AL SIS 118
Doveva essere sottoposto ad un doppio intervento a fegato e rene, ma il bambino libanese di due anni non è mai arrivato all’ospedale Bambino Gesù di Roma. È morto nell’aereo che lo stava portando da Beirut in Italia per curarsi. Dopo la crisi cardiaca a bordo, si è reso necessario l’atterraggio di emergenza a Bari, dove il personale del 118 ha provato a rianimarlo, ma il piccolo era già deceduto. Per i medici legali intervenuti su richiesta della Procura di Bari le circostanze della morte sembrano evidenti, cioè legate alla patologia da cui era affetto il bambino, ma sono stati comunque avviati gli accertamenti del caso e quindi bisognerà decidere se aprire un’inchiesta e disporre l’autopsia. Intanto il presidente del Sis 118 Mario Balzanelli ha rinnovato la richiesta ai ministri di Trasporti e Sanità di varare un decreto per rendere obbligatorio il defibrillatore semiautomatico a bordo di tutti i mezzi di trasporto pubblici. Alitalia, come riportato dal Messaggero, ha chiarito che la normativa internazionale prevede la presenza del defibrillatore a bordo dei voli intercontinentali verso gli Usa. Nonostante ciò, la compagnia aerea ha dotato di defibrillatore tutti i voli a lungo raggio, mentre per le tratte brevi o medie è previsto che, in caso di emergenze mediche, il velivolo possa atterrare nell’aeroporto più vicino, proprio come è avvenuto oggi. (agg. di Silvana Palazzo)
ERA ATTESO AL BAMBINO GESÙ PER UN DOPPIO TRAPIANTO
Tragedia sul volo Beirut-Roma dove un bambino di appena due anni, originario del Libano, ha perso la vita a seguito di un arresto cardiaco. Quel piccolo, come fanno sapere i colleghi del quotidiano Il Messaggero, era malato di iperossaluria, una rara patologia legata al metabolismo. Per questo era salito su quel volo dell’Alitalia per recarsi nella capitale, dove al Bambino Gesù avrebbe dovuto subire un doppio trapianto. Un’ambulanza era già pronta ad attenderlo presso l’aeroporto di Fiumicino, per poi recarsi di corsa presso la struttura ospedaliera, ma quello scalo il bimbo di due anni non l’ha mai fatto. Doveva subire un trapianto di reni e polmoni, ed era una sorta di ultimo tentativo per permettergli una vita migliore. A seguire il paziente, il professore Marco Spada, responsabile di chirurgia dei trapianti addominali, e il prof. Luca Dello Strologo, responsabile del servizio trapianti renali. Già in passato il Bambino Gesù aveva effettuati trapianti doppi ad altri bambini, anche provenienti dal Libano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BIMBO ASSISTITO DA UN’INFERMIERA A BORDO
Un bambino di due anni, non una bimba come diffuso inizialmente, è morto poco dopo l’atterraggio di emergenza all’aeroporto di Bari del volo Alitalia AZ827. Secondo una prima ricostruzione degli agenti della Polaria in servizio nello scalo pugliese, il piccolo è stato colto da una crisi cardiaca mentre era a bordo del velivolo. In quel momento l’aereo stava attraversando l’Adriatico, quindi il comandante ha invertito la rotta verso il primo aeroporto utile, quello di Bari Palese appunto. Il bambino era assistito in aereo: «Aveva una mascherina per l’ossigeno ed era diretto nella capitale per ricevere cure mediche», hanno dichiarato fonti della compagnia, come riportato da Repubblica. Nel documento dei medici, obbligatorio per il trasporto di una persona con patologia, «non era prescritto l’accompagnamento di un medico: solo una maschera d’ossigeno e tutta una serie di procedure che vengono messe in atto in questi casi». A bordo però c’era un’infermiera della Croce Rossa che ha prestato le prime cure, ma è stato tutto inutile per il bambino. In aeroporto sono arrivati poi il pm di turno della procura di Bari, Marcello Barbanente, che ha avviato gli accertamenti, e il medico legale del Policlinico, Claudia Lauretti. (agg. di Silvana Palazzo)
SIS 118 LANCIA L’ALLARME DEFRIBILLATORI
Sul tragico episodio avvenuto a Bari sul volo Alitalia, è intervenuto anche il Presidente del SIS 118 (Società Italiana Sistema) Balzanelli che ha lanciato un forte allarme sulla gestione di emergenze del genere su tutti i trasporti pubblici nazionali: «Questo evento pone deve porre all’attenzione del Governo e dei competenti ministri dei Trasporti e della Sanità la necessità di varare – con criterio di massima urgenza temporale – un decreto interministeriale che assicuri al paese una efficace e affidabile “Mobilità Cardioprotetta” e che preveda l’obbligo della presenza di un defibrillatore semiautomatico (DAE) a bordo di tutti i mezzi di trasporto pubblici». Non solo, secondo il SIS 118, necessario è anche il possesso della certificazione e delle relative competenze di base riguardo al mero utilizzo di tali apparecchiature (con la certificazione Basic Life Support Defibrillation), oltre che «i criteri di una corretta interazione in tempo reale con le Centrali Operative 118 territorialmente competenti». La bimba, forse, non sarebbe potuta essere salvata lo stesso vista la gravità della sua patologia, ma resta l’emergenze per eventuali altri casi in futuro. (agg. di Niccolò Magnani)
ECCO COSA È SUCCESSO A BORDO
Tragedia su un volo Alitalia Beirut-Roma: una bambina (e non un maschietto com’era trapelato inizialmente) di 2 anni originaria del Libano è morta infatti in seguito ad una crisi cardiaca. Come riferito da fonti medico-legali intervenute sul posto e riportato da Il Messaggero, la piccola era affetta da iperossaluria, una grave patologia ai reni. Fonti della compagnia Alitalia spiegano che la bambina era assistita in aereo da un’infermiera della Croce Rossa che la accompagnava: aveva una mascherina per l’ossigeno ed era diretta a Roma proprio per ricevere cure mediche. Nella Capitale, però, la bambina non è mai arrivata. Al manifestarsi della crisi cardiaca, infatti, la piccola è stata soccorsa dall’infermiera ed è stato immediatamente disposto l’atterraggio di emergenza nell’aeroporto più vicino, cioè quello di Bari. I medici legali, vista la patologia di cui soffriva la piccola, hanno comunicato alla Procura che non ritengono necessaria l’autopsia. (agg. di Dario D’Angelo)
BIMBA MORTA SU VOLO BEIRUT-ROMA
Tragedia sul volo Beirut-Roma della compagnia italiana Alitalia (numero AZ 827). I soccorsi a bordo dell’aeroplano hanno dirottato lo stesso volo sull’aeroporto di Bari-Palese questa mattina, a causa della morte di una bambina. Una piccola di appena 2 anni, originaria del Libano, è infatti stata colta da una crisi cardiaca, come riferito dai colleghi dell’edizione online dell’agenzia Ansa, citando gli agenti della Polaria della Polizia di Stato. Una volta andata in arresto cardiaco, un’hostess a bordo gli ha prestato il primo soccorso per provare a rianimarlo, ed è quindi stato disposto l’atterraggio di emergenza presso l’aeroporto più vicino.
INUTILI I TENTATIVI DI SOCCORSO
La bambina, che viaggiava con i genitori, è stato presa in carico dal personale medico del 118 una volta a terra: gli uomini del soccorso le hanno praticato le manovre di rianimazione ma per il piccolo non vi è stato nulla da fare. Dopo la morte, avvenuta presso l’aeroporto di Bari, sono giunti sul luogo il magistrato di turno e il medico legale. Non è da escludere che sul corpo della piccola venga disposta l’autopsia per fare maggiore chiarezza.