C’è già chi parla del Mar Mediterraneo come del cimitero delle ONG, le navi che per buona parte dell’estate sono state al centro del dibattito nello scontro con il governo italiano per la loro attività di soccorso (di business secondo i detrattori) nei confronti dei migranti. Da qualche tempo le Ong sono sparite dai radar, a volte per spostarsi su nuovi fronti – è il caso della Moas, che ha deciso di andare “nel golfo del Bengala per distribuire aiuti e assistere le migliaia di Rohingya che stanno fuggendo dalle violenze in Myanmar cercando rifugio in Bangladesh” – altre per decisione altrui. Quest’ultimo esempio riguarda la Sea-Watch 3, il cui ingegnere Malo Castillon a Il Fatto Quotidiano racconta:”Non possiamo uscire dal porto. E se lo facciamo ci indagano, ovunque siamo. Ma il perché non lo sappiamo. È tutto in regola e abbiamo sempre fatto tutto a norma, ma ci continuano a dire: non potete uscire. E questo è tutto. Sono molto pessimista, visto che riescono a bloccare una nave senza dover dare alcuna giustificazione”. (agg. di Dario D’Angelo)
NAVI ONG SPARITE DAL MAR MEDITERRANEO
Sono sparite le imbarcazioni delle Ong dal mar Mediterraneo. Visto il pugno duro dell’Europa nei confronti degli immigrati che giungono via nave, a cominciare da quello dell’Italia e del ministro dell’interno, Matteo Salvini, le molteplici barche che fino a pochi mesi fa popolavano il mar che lambisce le nostre coste, sono letteralmente sparite. Lo “denuncia” Il Fatto Quotidiano, che riporta il caso dell’Acquarius, una delle navi più famose per il salvataggio di profughi, ferma praticamente dallo scorso 18 agosto, da quando cioè ha soccorso 5 tunisini, che hanno poi preferito rientrare in patria visto che nessun paese li avrebbe accolti.
PROACTIVA, LIFELINE, JUVENTA…
Situazione molto simile per la Proactiva Open Arms, che durante il suo ultimo viaggio di salvataggio ha percorso ben 6mila miglia, facendo sbarcare 87 persone ad Algeciras, in Spagna, a inizio agosto: da allora è ferma nel porto di Barcellona. Non cambia la questione in casa Sea Watch 3, bloccata nel porto di Malta dai primi di luglio, stessa sorte toccata alla Seefuchs, sempre ferma nelle acque de La Valletta. Come dimenticarsi poi del caso Lifeline, sequestrata e il cui comandante dovrà affrontare un processo con l’accusa di essere entrato illegalmente in territorio straniero senza corretta registrazione. Infine c’è la Juventa, ferma a Trapani sotto sequestro dal 2 agosto