«Quando mi insultano per le strade neanche li guardo e tiro dritto, ma questa volta mi hanno sparato, una cosa folle, è troppo»: sono queste le prime parole del 24enne immigrato che ha rischiato la vita nella scorsa notte di fronte alla parrocchia di Vicofaro dove è ospite da mesi. Si chiama Buba Ceesay, viene dal Gambia ed è stato accolto da Don Massimo Biancalani a Pistoia: in una intervista-video al Tirreno racconta quegli attimi tremendi passati nelle scorse ore. «Una prima volta mi hanno insultato dicendomi “bastardo!” e “nero”. Poi sono tornati e hanno sparato», racconta il ragazzo, confermando la denuncia fatta ai Carabinieri dal parroco toscano. «Mai mi sarei aspettato che avrebbero usato una pistola. Dal mio punto di vista queste persone sono pazze. Quale sano di mente farebbe fuoco su una persona che non ha fatto niente?», si chiede legittimamente il giovane attaccato e preso di mira senza un vero motivo (non che se l’avessero avuto allora andava bene questa vile e criminale azione..).



PISTOIA, SPARI AL MIGRANTE IN PARROCCHIA

Prima le urla, poi gli spari e poi la paura, per fortuna, durata poco: il migrante obiettivo degli spari nella parrocchia di Pistoia sta bene, ma l’orrore di quanto è avvenuto nella cittadina toscana resta purtroppo intatto. Nella notte appena passata un immigrato ospite della parrocchia di Vicofaro, appena fuori Pistoia, ha ricevuto una serie di spari appena davanti alla Chiesa che lo ospita da mesi. Il tutto viene denunciato qualche ora dopo dal parroco Don Massimo Biancalani, già noto alle cronache perché solo un anno fa venne duramente attaccato da Matteo Salvini sul tema dell’accoglienza (con la famosa foto dei migranti in piscina con il prete): «vi scrivo a quest’ora, le due di notte, dagli uffici della Questura di Pistoia, per informarvi che verso le 11.00 a Vicofaro ci sono stati degli spari! Due giovani italiani al grido “negri di merda” hanno sparato uno o due colpi di arma da fuoco in direzione di uno dei nostri ragazzi migranti che fortunatamente è rimasto illeso. Sono in corso le indagini, per il momento non so dirvi altro». Pare che l’arma usata per mettere paura – o forse, chissà, per cercare di colpire il migrante ma sbagliando per fortuna la mira – forse una scacciacani.



IL PRETE “PRO” MIGRANTI

Qualche ora più tardi un volontario della parrocchia su Facebook racconta qualche dettaglio in più in merito a quanto avvenuto nella notte tremenda di Vicofaro: «Ero in ufficio con don Massimo Biancalani quando è entrato un profugo e ponendolo sulla scrivania ci ha mostrato un bossolo di pallottola. Stava camminando quando gli hanno sparato. Poco prima di questo episodio, in fondo alla piazza sono passati in bicicletta tre adolescenti ed hanno urlato “negri!”, per poi scappare». Il caso è aperto e si cercano ovviamente i responsabili, in un caso che di certo non “semplifica” il clima sparso per il paese tra episodi di razzismo reali e verificati e “presunti tali” (come ad esempio lo spiacevole caso di Daisy Osakue). Solo un anno fa Don Biancalani salì alla ribalta delle cronache per aver postato su Facebook una foto con 15 migranti in piscina: era avvenuto tutto dopo che gli immigranti avevano lavorato e aiutato gratuitamente (come cuochi e camerieri) la realizzazione della festa della Onlus “Gli amici di Francesco”.



La foto con la festa finale in piscina era stata condivisa da Salvini che la usò per criticare il modello di accoglienza: «E’ grave che si metta in discussione il mio essere prete. Il gioco è sempre lo stesso, quando c’è un religioso orientato verso il sociale, gli si dà del comunista. E’ stato triste ricevere tanti insulti, mi hanno detto che molti profili sui social network sono falsi: di sicuro l’Italia si trova in questo momento ad affrontare un problema etico-culturale sul tema dell’immigrazione, che è complesso e non c’entra niente col terrorismo. Ma sull’accoglienza c’è ancora troppo silenzio, da parte delle istituzioni e anche della stessa Chiesa, che fatica ad aprire le sue porte ai bisognosi: a Pistoia, su 140 parrocchie, solamente 4 hanno aperto le loro porte», seppe rispondere a tono il parroco.